Fratelli

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Aprì gli occhi, mettendo a fuoco il luogo dove si trovava, e guardandosi attorno, confuso. Si issò sui gomiti, e la coperta gli ricadde sull'addome, facendoli scoprire delle bende sul suo corpo, un po' ovunque. Si osservò il braccio fasciato, facendo ricadere lo sguardo sul suo polso, dove c'era ancora la bandana arancione, e sorrise più sollevato. Poi studiò la stanza, curioso, era in una camera di un ospedale e si chiese come mai fosse lì. 
Un miagolio si insinuò nelle sue orecchie, facendolo voltare, di scatto. Rimase di sasso, troppo incredulo ma felice al tempo stesso, alla vista di quel gatto, mentre una sensazione di dolore, nel suo cuore si fece meno opprimente e, che lasciò posto ad un senso di piena gioia. Non riuscì a trattenere l'euforia ed esultò, abbracciando il suo gatto, ricevendo delle, gradite fusa.
-Klunk! Sei vivo!- esclamò euforico, mentre dalla porta entrarono delle infermiere, attirate dal caos, e che rimasero incredule alla vista di quel ragazzo, ormai dato per perso
-Si è svegliato..- sussurrò una di loro, che andò, di corsa a chiamare il dottore
-Come ti senti, ragazzo?- domandò un'altra infermiera avvicinandosi, mentre entrava House che gli fece dei piccoli controlli, per constatare che fosse tutto a posto
-Mi sento bene.- rispose, osservando il dottore che controllava i suoi parametri vitali -Dove sono i miei fratelli?- chiese, poi, curioso, non vedendoli.
-Sono a scuola.- gli disse il dottore osservandolo scettico; il ragazzo lo fissò interdetto, non capendo il motivo di quello sguardo.
-Cosa c'è?- domandò, interrompendo il silenzio che si era formato
-E' solo che, tu sei stato in coma per quattro mesi.- spiegò calmo, lasciandolo basito, poi si rivolse all'infermiera -Vai ad informare i familiari.- lei annuì, e si diresse verso la segreteria 
-Me ne posso andare?- chiese, euforico, credendo che i suoi fratelli lo sarebbero venuti a prendere.
-No, rimarrai un altro po', per degli accertamenti, e dopo potrai tornare a casa.- affermò gentile, per poi lasciarlo, andandosene 
Lui non ci rimase troppo male, ricordava che avevano sconfitto Shredder, quindi poteva riavere la sua famiglia. Continuò ad accarezzare Klunk, ma era troppo felice. Voleva rivedere i suoi fratelli, il più presto possibile.

La porta si aprì di botto, andando a sbattere contro la parete. Raph aveva un'affanno, e guardava con occhi increduli davanti a sé, mentre stringeva la maniglia con foga; erano stati informati che Michelangelo era uscito dal coma e si erano tutti precipitati, letteralmente, di corsa all'ospedale. Donnie e Leo, anche loro affannati, fissavano la figura, seduta a gambe incrociate sul letto, euforici. Il genio, però si dette un pizzicotto sulla guancia, pensando fosse solo un sogno, ma, sentendo il dolore e vedendo che fosse ancora lì, che non si fosse svegliato nel suo letto, un enorme sorriso varcò il suo volto, mentre qualche lacrima di gioia solcò sulle sue guancia. Leonardo, si avvicinò per primo, titubante anche lui che fosse solo un bel sogno. Non potevano credere, che proprio lì, di fronte a loro, c'era Mikey che stava ridendo, mentre osservava le loro facce incredule ed inebetite, nel vederlo, dopo mesi, finalmente sveglio.
-Ma cosa ridi? Ci hai fatto prendere un colpo!- sbuffò Raph, avvicinandosi, ma si bloccò, notando che il suo fratellino avesse iniziato a piangere, sempre con un enorme sorriso sulle labbra. Non capirono, mentre lo fissarono preoccupati, avvicinandosi in fretta. Stavano per chiedergli cosa avesse, ma si ritrovarono tutti e tre per terra, abbracciati da quella furia.
-Vi voglio bene, fratelloni!- urlò, tra i singhiozzi, mentre qualche risolino usciva dalla sua bocca. Era felice di essere vivo, di essere, dopo tanto, libero; e di poter stare con loro, sicuro che non lo avrebbero mai più lasciato solo. I tre si tranquillizzarono, ricambiando l'abbraccio, più sollevati. Lui era sveglio. Era vivo. Mentre Splinter, appena arrivato con la macchina, se la rideva osservandoli dall'alto e, attirando la loro attenzione.
-Ciao.. Mhm..- mugugnò Mikey indeciso, mentre si alzarono da terra -Posso.. chiamarti papà?- domandò un po' imbarazzato, lasciando sorpreso il Sensei, che gli sorrise commosso. Aveva un altro figlio e non poté che esserne più fiero e felice, mentre Mikey lo abbracciava in cerca del suo primo contatto paterno. 
-Certo figliolo, mesi fa ho parlato con la casa famiglia, e sono orgoglioso di annunciarti che sei ufficialmente un Hamato!- proclamò, accarezzandogli, dolcemente i capelli, mentre lui si staccò di colpo, esultando, per poi abbracciare, di nuovo i fratelli, entusiasta 
-Volete fare silenzio! Siete in un ospedale, la gente riposa!- sentirono un urlò di disapprovazione e si voltarono verso la porta, da dove fece capolino il volto di un infermiera, attirata dagli schiamazzi, che li rimproverò. Splinter domandò scusa, mentre calò un silenzio di tomba e, appena se ne andò, Mikey scoppiò a ridere contagiando, anche gli altri.  
Iniziarono a parlare; seduti sul letto, raccontandogli tutti gli avvenimenti che erano accaduti durante i suoi quattro mesi di sonno, compreso l'arresto di Shredder. Mentre Splinter parlava con il dottore, fuori dalla stanza.
-Il padrone è stato arrestato?- domandò incredulo, ma anche felice. Non doveva più sottostare ai suoi ordini, non sarebbe stato più costretto a rubare.
-Non devi più chiamarlo così!- ringhiò Raph, ma poi si calmò, scompigliandogli i capelli -Ora tu sei libero.- disse sorridendogli, mentre il diretto interessato se la rideva di gusto.
-Scusate, ma è l'ora delle medicine.- affermò, dolce un'infermiera, entrando e portando un vassoio, con un piatto di brodo ed una mela, mentre metteva una pillola nel bicchiere con l'acqua -Forza.- lo incoraggiò
-Ma non ho fame.- disse, mettendo il broncio. L'infermiera appoggiò sul comodino il vassoio e portò le braccia ai fianchi, ma sempre con un sorriso sulle labbra.  
-Su, è per il tuo bene. Ora vado, confido nei tuoi fratelli.- fece andandosene. Mikey fissò i fratelli, implorandoli con lo sguardo, ma non ci fu verso.
-Dai, mangia.- disse Leo, ridendo, mentre gli accarezzava i capelli
-Uffa!- brontolò, prendendo, di malavoglia la forchetta -Però appena esco di qui, posso mangiare la pizza?- chiese con un sorriso, i tre si guardarono, per poi scoppiare a ridere
-Certo, ma ora mangia.- affermò Donnie. 
Dopo quel pranzo, iniziò a divertirsi con i suoi fratelli, facendogli scherzi, grazie, sopratutto ai palloncini d'acqua che aveva preso in prestito dal pagliaccio dell'ospedale. Gli buttò maggiormente a Raph, che lo rincorse infuriato per tutto l'istituto medico, anche se, in realtà si stava divertendo molto; mentre il fratellino se la rideva, scappando ovunque, inseguito sia dai fratelli che dalle infermiere che tentavano di bloccarlo, visto che faceva troppo baccano, disturbando tutti i pazienti. Alla fine, fu Spllinter a fermare quella specie di acchiapparello, troppo prolungato. Gli rimproverò, ma non troppo, capendo lo stato d'animo del più giovane, che si sentiva finalmente libero. Così, Splinter gli suggerì di giocare nella camera di Mikey, ma sempre senza fare baccano; loro accettarono, e corsero, euforici a divertirsi, ancora; con grande felicità, da parte del più piccolo.

Trascorsero i giorni ed i fratelli e Splinter li passarono, maggiormente con Mikey, in ospedale. E finalmente, dopo una settimana venne dimesso. 
Ora, nella sua camera, stava disegnando su un foglio, seduto sulla sua scrivania. Appena ebbe finito, scese, di corsa le scale arrivando in soggiorno. Trovò i suoi fratelli, seduti sul divano, insieme a Splinter a discutere, ed appena lo notarono, gli sorrisero.
-Ehi, come mai così gioioso?- chiese curioso, Leonardo, mentre il più piccolo si avvicinava gioioso.
-Per questo. Vi piace?- chiese, sfoggiando un disegno di loro cinque, tutti insieme, fatto ad opera d'arte
-Wow!- esclamò Raph, davvero stupito dalla dote artistica del minore e, scompigliandoli i capelli.
-Vedo che il nome è tutto un programma.- ironizzò il genio, sul fatto che il più piccolo si chiamasse come il famoso pittore
-Ma sei bravissimo!- si complimentò Leonardo con un sorriso, mentre lui rise avvolgendolo in un forte abbraccio, che coinvolse anche agli altri due. Splinter osservò, intenerito la scena, prendendo, poi il disegno e decidendo di incorniciarlo, per appenderlo sul muro.
-A chi va una partita?- domandò, poi, tra le risa, Michelangelo, prendendo, poi, di corsa il joystick
-Io. E sta volta vincerò!- si fece avanti Raphael sedendosi accanto al fratello, mentre si unirono anche gli altri. Alla fine la giornata si concluse tra mille risate e con qualche fetta di pizza. 
Ormai Mikey era ciò che non era da troppo tempo; felice. E finalmente aveva riavuto quello che gli era stato sottratto con tanta avidità da quel mondo crudele, scoperto troppo presto; una famiglia. La sua famiglia. Loro erano insieme, proprio come tempo fa, in quell'orfanotrofio. 
Erano di nuovo uniti, erano quello che erano sempre stati. Fratelli.

The End.

                            ***

E' finita, e non sapete come mi dispiace. :/
Mi mancheranno le emozioni che ho lasciato in questi capitoli. Comunque, ringrazio chi l'ha seguita e chi ha lasciato commenti. Alcuni di voi mi hanno incitato di aggiornare, dicendo che era una storia molto bella, e rendendomi molto fiera di me. 😶😊 Grazie a tutti. 😙😘
A presto. 😶😊😆😆

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