Con noi

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-Mikey noi non vogliamo lasciarti solo.- disse Leonardo, mogio
-Voi non mi state lasciando ed io voglio che veniate adottati. E poi.. tornerete a prendermi, promesso?- chiese balbettando con un sorriso tremule. Tese il braccio con la bandana verso i fratelli, che subito mostrarono i loro. Era il loro simbolo, lo sarebbe stato per sempre.
-Promesso!- affermarono all'unisono.

Ed invece non erano tornati. Successero così tante cose, tanto dolore, tanti imprevisti.. Ricordava ancora quando lasciarono l'orfanotrofio, con Mikey che li salutava con la mano, ridendo. Erano passati otto anni da quel giorno, dall'ultima volta che videro il loro fratellino. Non riusciva a ricordare più la sua voce, quella voce che riusciva a contagiare tutti con quell'allegria, che sapeva toccarti il cuore. A mala pena riusciva a ricordarsi il suo volto, i suoi capelli.. Solo una sagoma dai colori sbiaditi, ma ricordava ancora i suoi occhi, di quell'azzurro cielo. Ricordava ancora l'ultima volta che li vide; cercavano di sopprimere le lacrime; erano così pieni di speranza, pieni di vita. 
Se non erano tornati, era per via di quel incidente; la piccola Miwa morì insieme a Tang Shen in un incidente stradale, mentre stavano tornando a casa per festeggiare il suo compleanno. Erano rimasti tutti sorpresi quando, aprendo la porta si ritrovarono due poliziotti e quanto furono sconvolti, quando quest'ultimi rivelarono il motivo della loro presenza. Sentirono un dolore atroce al petto, come un vuoto e gli occhi pizzicargli. Non potevano crederci, nessuno voleva. Splinter era talmente disperato, cercò di farsi forza e i suoi figli lo aiutarono. 
Decisero di traslocare in una casa più grande; non perché la prima non andasse bene, ma c'erano troppi ricordi ed era difficile non affogare nel dolore. Passarono giorni, settimane, mesi e quando il dolore non fu più così opprimente, Splinter decise di tornare all'orfanotrofio per adottare anche Michelangelo. Ricordava ancora come furono estasiati all'idea di poterlo rivedere, e allo shock appena scoprirono che l'orfanotrofio, o quello che ne rimaneva aveva chiuso dopo un incendio per mancanza di fondi. Si sentirono così vuoti, colmi di dolore e delusi di se stessi. Il pensiero che Mikey non c'è l'aveva fatta continuava a martellare la loro testa ma non osavano crederci nemmeno per un'istante. 
Splinter, però non demorse e cercò di rintracciare Sandra in ogni modo, e quando le speranze stavano ormai svanendo, la trovò. Lei lo informò che l'orfanotrofio, per via di un incendio da cui non riuscì a ripagare i danni, fu chiuso; rimase basito quando disse che la maggior parte dei bambini fu tratta in salvo dalle fiamme e condotta in una casa famiglia mentre alcuni, per via della confusione, scomparvero, e tra loro c'era anche Michelangelo. Aggiunse che, forse quei bambini erano finiti in strada, e Splinter sapeva che le probabilità di un bambino di quattro anni di sopravvivere in una grande metropoli, la qual'era New York erano quasi nulle. E da allora, loro, rimasti in tre, iniziarono ad essere più uniti, e non si separarono mai da quelle bendane e dal loro significato. Per loro era l'ultimo ricordo di Michelangelo, ed era il loro simbolo di famiglia. Splinter gli insegnò l'arte del ninjutsu ed iniziarono ad andare a scuola. Riuscirono anche a convincere loro padre a farli pattugliare le strade per difendere i civili; bastò la frase detta da Leo: "Non e forse per questo motivo che tu ci hai insegnato l'arte del ninjustu? Che senso avrebbe, non usarla per scopi puri?". E quel giorno, Splinter, il nostro Sensei e padre assegnò il titolo da Leader della squadra a Leonardo, con grande risentimento da parte di Raphael, che avrebbe voluto esserlo al suo posto. Erano riusciti a farsi una vita. Ma sentivano sempre la mancanza del più piccolo, di quel raggio di sole tramontato troppo presto.
A questo pensava Raphael, mentre guardava la bandana rossa al polso, con malinconia. Erano sopra un tetto, mentre osservavano la città come ogni sera. Era cresciuto, come i suoi fratelli; i suoi capelli erano cambiati, ma non di molto; erano diventati marrone scuro con le punte che sfumavano sul rosso fiamma, li teneva sempre a furiosa; in più possedeva dei Sai per combattere, se la battaglia lo riteneva, che portava nei foderi della cinta. Leo, invece non era cambiato di una virgola, apparte l'altezza e l'essere ancora più responsabile, anche lui era cresciuto molto e come armi aveva due katane che portava, grazie ad un attaccatura, alle spalle. Donatello, invece era il più alto fra i tre; e la sua arma era un Bo. Indossavano tutti e tre delle tute nere con cappuccio, per mimmettizarsi meglio nella notte.
-Ehi, Raph!- disse Leo, scuotendolo lentamente
-Che c'è?- sbottò lui, risvegliandosi da quei pensieri, mentre Donnie osservava col suo binocolo se c'erano pericoli.
-Sei distratto oggi, a che pensi?- chiese Leo, curioso. Raphael sospirò, indeciso se rivelare i suoi pensieri e quello che tanto lo affliggeva
-A Mikey..- sussurrò infine, divenendo cupo. Mentre gli altri due si bloccarono di colpo, per poi rattristarsi, mancava anche a loro. Calò un silenziò tenebroso e malinconico, interrotto solo dal rumore della città in movimento.
-Sono certo che ora sia in un posto migliore..- sussurrò ad un tratto Donnie, mogio
-Grr.. Invece no! L'unico posto migliore sarebbe qui! Con noi!- urlò Raph avvicinandosi a Donatello, minaccioso. Ma Leonardo lo fermò, prima che potesse fare qualcosa di cui si sarebbe pentito
-Basta! E' vero, Michelangelo doveva stare con noi, sarebbe stato meglio qui, questo è ovvio. Non avremmo dovuto lasciarlo solo.. Ma sono sicuro che ora è in un posto migliore e ci protegge.- affermò Leo, calmando tutti che tornarono alle loro postazioni.
-Ci sono dei Purple Dragon a due isolati da qui, e non sembrano promettere nulla di buono.- affermò, posando il binocolo nel suo borsone a taccola. I Purple Dragon erano una gang capitanata da un certo Hun, rapinavano molto spesso i negozi, ma prontamente i tre fratelli sventavano ogni loro piano, consegnandoli alle autorità quando riuscivano ad avere delle prove che gli incastravano. Solo, che il capo riusciva sempre a sfuggirli e a trovare altri scagnozzi al suo seguito. E così i tre fratelli ninja, andarono a risolvere la situazione, anche per quella notte.

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