Erano di nuovo a pattugliare le strade. Ognuno di loro era concentrato, gli attacchi dei Purple Dragon erano dimezzati, questo era un bene ma sentivano che c'era sotto qualcosa. Da quanto ne sapevano, Hun era ancora a piede libero e lo stesso valeva per i suoi scagnozzi.
-Direi che, a parte quel ragazzo incappucciato con una felpa nera che sta sporcando, o meglio, disegnando sul muro del palazzo sottostante con delle bombolette spray di svariati colori, non c'è assolutamente niente di sospetto.- affermò Donnie, alzandosi per poi indicare un ragazzo non tanto alto, con una felpa nera con delle maniche troppo lunghe, e dei pantaloni da tuta verde, un po' rovinati; un gatto marroncino gli strusciava amorevolmente la gamba destra.
-Penso sia inutile intromettersi, infondo non sta facendo nulla di male.- disse Leonardo; stava disegnato il paesaggio di New York ritraendolo durante un magnifico tramonto. Appena mise la sua firma; ovvero due strisce verticali e tre laterali arancioni, segno che aveva finito il suo lavoro. Si voltò incamminandosi ma appena una donna si avvicinò il tanto che bastava, lui la urtò di proposito facendola cadere per poi mettersi a correre, seguito dal gatto.
-A ladro!- urlò la donna, appena si accorse di non avere più la sua borsa
Raphael allora saltò giù dal palazzo e corse in strada, cercando di raggiungerlo seguito subito da Leo e Donnie. Dovevano ammettere che il ragazzo era abbastanza agile e veloce, forse anche troppo; infatti, dopo essersi arrampicato, saltò di palazzo in palazzo, svanendo nella notte, seminando i ragazzi. Loro si fermarono su un tetto per riprendere fiato, sbalorditi. E rimasero lì, a fissare quell'oscurità, da sempre loro alleata che aveva inghiottito il giovane, e alla fine, ormai tardi decisero di tornarsene a casa.
Passò una settimana, e quel ragazzo riusciva sempre a seminarli. Aveva iniziato con poco, fino ad arrivare a derubare un negozio, ma ora aveva davvero esagerato, aveva osato infiltrarsi nelle industrie chimiche O'Nair & Corporetion, ma erano riusciti a fermarlo appena in tempo. La situazione era critica, quale sarebbe stato il suo prossimo bersaglio?
-Grr.. Ad ogni suo passaggio lascia la sua firma, pensa di essere divertente?- ringhiò Raph, voleva averlo tra le mani solo per poter sfogare la sua rabbia
-Figlioli, dovreste riposare. Domani c'è scuola.- consigliò Splinter, varcando la porta viola della camera di Donnie; era una stanza molto grande, ad un lato c'era il letto dalle lenzuola lilla e viola, la scrivania ed un enorme libreria piena di libri mentre il resto era provvisto di ampolle, computer, server e tutti gli oggetti che di solito si trovavano in un soffisticcato laboratorio.
-Ma padre quel ragazzo potrebbe attaccare l'industria O'Nair da un momento all'altro, non possiamo permetterlo!- affermò Leonardo deciso e risoluto
-Leo ha ragione. Quell'industria produce medicine in fase di progresso, non sono testati sull'uomo e se cadono in mani sbagliate potrebbero essere tramutati in veleno. Se lasciamo che accada, chissà cosa accadrebbe! E poi, quell'industria appartiene al padre di April.- esclamò Donnie che smise un attimo di decifrare strani codici che servivano a rintracciare il ladro. Guardò suo padre; mentre era seduto sulla sua poltrona girevole, e i suoi fratelli annuivano decisi, affiancandolo.
-Comprendo la situazione e i pericoli che potremmo correre, ma non potete affrontare il crimine senza una buona dose di riposo.- disse saggio il Sensei, e dopo che i tre sospirarono si avviarono ognuno nelle proprie stanze, augurando un buon riposo a loro padre.
Dopo scuola, appena il cielo si oscurò e i primi lampioni si accesero decisero, come sempre di andare a pattugliare la città.
-State attenti.- disse Splinter, prima di vederli uscire. Era diventata un abitudine, gli e lo ripeteva ogni sera. Il timore che loro fossero lì, fuori, in pericolo mentre lui nella loro accogliente dimora lo attanagliava fino al loro ritorno. Non riusciva, ma sopratutto non poteva dormire, non sapendoli nei loro letti.
Erano quasi le 01:30, ma di quel ragazzo nessuna traccia. Che oggi avesse rinunciato? No, impossibile; pensò Leo. Iniziò a piovere, i minuti passarono e proprio quando Leonardo stava per dire di rinunciare, i tre fratelli notarono il gatto marroncino, ed avevano imparato che dove c'era lui, c'era anche il suo padrone; il ragazzo. Ed infatti, videro una figura incappucciata scattare nelle ombre, aveva sempre gli stessi vestiti; pantaloni verdi della tuta ed una felpa nera. Si diresse verso l'industria chimica. Lo rincorsero, mentre la pioggia iniziava a farsi più forte accompagnata da lampi e fulmini. Raggiunsero l'enorme edificio, il ragazzo stava per entrare dal condotto dell'aria che stava sul tetto, ma Raphael lanciò il suo Sai che andò a conficcarsi nella apertura del condotto, impedendogli di aprirla.
-Penso che sia l'ora che qualcuno ti insegni a rispettare le proprietà altrui.- disse Raph ghignando, avvicinandosi insieme ai suoi fratelli. Mentre il ragazzo, sempre incappucciato per non farsi vedere in volto, aveva impugnato, dai foderi della sua cinta marrone dei nunjaku, i tre notarono che uno dei due era stato modificato in maniera tale da allungarsi ed estrarre una lama diventando una kusarigama.
I fratelli, sorpresi decisero di impugnare le loro armi, mettendosi in posa di combattimento. Sentirono il ragazzo sussultare e Raph ghignò; già pregustando la vittoria. Iniziò a diluviare, ma questo non fece demordere i tre ragazzi che avanzarono di qualche passo. Si scrutarono, potevano sentire i loro respiri insieme al forte scrosciare della pioggia. Ad un tratto, il ragazzo fece fuoriuscire la lama dal suo nuncjaku, facendo volteggiare la catena per poi lanciarla contro Raph che si difese con il suo Sai, che vene legato dalla catena. Il ragazzo sorrise e tirò forte, facendo volare via l'arma del nemico, lasciandolo disarmato. Raphael innervosito da quel gesto, si avvicinò al ragazzo e gli tirò un pugno che venne schivato senza problemi, il rosso rimase stupito ma non demorse e riprovò con calci e pungi. Il ragazzo non era veloce ed abile solo a scappare, constatò Raph che lo colpì con un pugno allo stomaco ma prontamente venne schivato, il rosso allora ne approfittò facendoli lo sgambetto, atterrandolo. Ma il ragazzo, non perse tempo e usò i suoi nunjaku per far cadere anche Raph, lui scattò in piedi ma vide gli altri due ragazzi avvicinarsi ed indietreggiò, consapevole di non potercela fare ed iniziò a scappare. Correre sotto la pioggia era molto difficile, con la poca aderenza al suolo. Si girò, vedendo i tre ragazzi che lo seguivano, ma quella distrazione gli fu fatale; scivolò andando a sbattere contro la sporgenza del tetto, perdendo i sensi.
-Finite le corse.- affermò tra un affanno e l'altro, il ragazzo contro cui aveva lottato.
-Non abbiamo prove contro di lui, per ora è meglio portarlo a casa..- consigliò quello con le due katane. L'ultima cosa che vide furono i tre ragazzi avvicinarsi, ed uno che lo prese in braccio. Poi il buio.
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Orphan Lost
FanfictionQuattro fratelli, quattro orfani in cerca di una famiglia. Una strada insidiata di pericoli li attende, ma non sanno ancora cosa dovranno patire per ottenere la felicità che tanto bramano. Il nemico è sempre dietro l'angolo, pronto a colpire, a colp...