Famiglia

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Appena si svegliò, Leonardo, decise di alzarsi facendo il meno rumore possibile per lasciar riposare ancora suo fratello. Si recò in cucina dove ad attenderlo c'era la sua famiglia che faceva colazione e dopo averli salutati si accomodò, iniziando a mangiare.
-Ma dobbiamo proprio andare a scuola?- chiese Donatello, sbuffando posando la tazza di caffè nel lavabo. Era strano detto da lui che non si perdeva mai un giorno scolastico, neanche quando era malato ma infondo, nessuno oggi voleva andarci. Non volevano lasciare Mikey a casa, da solo.
-Posso capire la vostra preoccupazione, ma dobbiamo adempire ai nostri doveri quotidiani. Lasciare solo Michelangelo può sembrare una cattiva idea, ma prendetela come una prova di fiducia. E poi, da quello che ho capito, Donatello ha reso questa casa a prova di fuga.- disse Splinter, calmo finendo il suo tè
-Si, però..- borbottò Donnie, che non volendo stare in piedi si rimise seduto
-Buon giorno..- disse la voce, ancora assonnata di Michelangelo varcando la soglia mentre si stropicciava un occhio
-Buongiorno!- salutarono felici i fratelli mentre Splinter, con un sorriso lo invitò ad accomodarsi, porgendogli una tazza con un po' di latte e dei biscotti
-Noi dobbiamo andare a scuola, mentre papà va a lavorare. Te la senti di stare a casa, solo?- chiese Leonardo apprensivo, lui rimase un po' interdetto, non capiva. Davvero erano certi a tal punto, che lui non sarebbe scappato? Rimase molto sorpreso ma fece cenno di sì col capo.
Appena se ne andarono, Mikey si mise seduto sul divano insieme a Klunk. Era così indeciso; sapeva che appena tornato il padrone lo avrebbe punito severamente e doveva muoversi ad andarsene ma non voleva, non se la sentiva di tradire i suoi fratelli, e poi, dopo quello che avevano fatto per lui, non poteva. Insomma, loro gli volevano bene, lo consideravano ancora parte della famiglia. Sospirò affranto, e si avviò al piano di sopra.

Splinter quel giorno era stato trattenuto a lavoro e questo lo costrinse a tornare a casa un po' in ritardo. Giunse a casa proprio in sincronia con i suoi figli che si fiondarono al piano di sopra mentre lui iniziò a preparare il pranzo, sicuro che Michelangelo fosse ancora a casa.
I tre appena giunsero nel corridoio rimasero sorpresi vedendo come erano state decorate le porte delle loro camere. Ognuna aveva i loro nomi abbreviati, scritti lateralmente con il colore della stessa porta ma un po' più scuro. La porta viola di Donnie era stata decorata con un ampolla, un reattore, una buretta, un microscopio ed infine il suo Bo mentre quella rossa di Raph con alcuni teschi neri sparsi ed il disegno dei suoi Sai. La porta azzurra di Leo invece aveva il disegno delle sue katane ed era stato scritto, con gli ideogrammi giapponesi, il kanji di "famiglia". Notarono che il loro fratellino, seduto a gambe incrociate stava disegnando la porta arancione della sua camera, decorandola con alcuni disegni.
-Wow! Sei stato bravissimo!- esclamò Raph euforico dell'aspetto della sua porta
-Grazie.- disse Mikey, sorridendogli mentre lui gli si avvicinò per poi scompigliarli i capelli -Non sei più arrabbiato con me?- chiese ingenuamente lasciando, sorpreso il maggiore
-No, non ero arrabbiato con te.. Solo contro chi ti aveva ridotto in quello stato e poi tu che continuavi ad allontanarci, mi hai dato l'impressione che ci odiavi ma.. Io ti voglio bene.- gli rispose venendo avvolto da un forte abbraccio
-Anch'io te ne voglio, fratellone.- sussurrò Mikey per poi ridacchiare, staccandosi
-Dicci, dove hai trovato il materiale per fare tutto ciò?- chiese il genio incuriosito, avvicinandosi
-Nella tua stanza. E' piena di cose scolastiche e c'erano anche i pennelli con i colori.- affermò ridendo mentre il suddetto sorrise intenerito
-Sai il giapponese?- chiese Leonardo riferendosi all'ideogramma sulla sua porta
-No, l'ho trovato su un libro che era in soggiorno, vedendo il significato ho pensato che ti si addiceva.- rise ancora ed i fratelli intuirono che parlava del libro di Splinter
-Che ne dici di andare a mangiare? Ma prima è meglio lavarsi prima.- affermò Donnie ridendo, notando il viso del fratellino che era macchiato di colore che gli fece una linguaccia e si avviò in bagno. I tre si guardarono più sollevati, erano certi che sarebbe cambiato, non sarebbe più stato un ladro e, forse si sarebbe unito a loro come ninja.
Dopo mangiato decisero di giocare un po' alla console, tutti insieme mentre Splinter andò a meditare. Mikey fissava lo schermo, incuriosito da quel videogame
-Vuoi provare?- chiese divertito da quello sguardo, Leonardo, passandogli un joystick. Lui esultò, iniziando a giocare mentre cercava di capire come funzionasse
Era di nuovo loro fratello, erano di nuovo uniti come prima, poté constatare il leader della squadra, felice. Pensava che, forse ci sarebbero stati dei momenti in cui Mikey avrebbe avuto l'istinto di scappare o di rubare, ancora ma loro lo avrebbero aiutato a migliorarsi e a lasciarsi indietro il suo tormentoso passato.

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