Orphan

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Quattro fratelli: uno posto in una cesta malridotta; un bambino in fasce, e tre di qualche anno più grandi. I più piccoli che piangevano ai piedi del portone di un vecchio orfanotrofio mentre i due, più grandi osservavano con le lacrime agli occhi, la macchina nera allontanarsi e che erano sicuri che non avrebbero più rivisto. Una signora sulla cinquantina, alta e magra dai capelli mossi, biondi e gli occhi grigi; venne ad aprire, lei era la proprietaria di quel posto. Guardò i piccoli e con uno sguardo annoiato, avendo visto scene simili migliaia di volte, gli accolse.
Quattro anni dopo, sempre in quell'orfanotrofio, quei quattro bambini erano cresciuti. Condividevano una stanza, con due letti a castello ad entrambi i lati della camera ed una piccola scrivania dove sopra erano appoggiati alcuni libri. Stavano ancora dormendo, quando si sentirono dei passi farsi sempre più vicino e poi un forte bussare contro la loro porta.
-E' l'ora della colazione, vedete di muovervi!- urlò una donna con voce roca e cupa, era la proprietaria, colei che gli aveva accolti in quel posto.
-Si, ora scendiamo.- affermò un bambino dai capelli blu notte, lisci; aprì gli occhi blu mare ancora impastati dal sonno e sbadigliò. Sentendo i passi di Sandra farsi sempre più lontani, controvoglia scese dal letto, e cercò di svegliare il bambino che dormiva sopra. Quest'ultimo grugnì qualcosa, ma alla fine scese anche lui dal letto. Aveva i capelli marroni con alcune ciocche rosse, occhi verdi che si stropicciò con una mano, si tolse il pigiama e si mise dei jeans scuri ed una maglia un po' sgualcita di colore rosso a maniche corte, mentre il fratello svegliava gli altri due. Prima svegliò quello che dormiva sopra, che scese stiracchiandosi le braccia; aveva i capelli neri e gli occhi bordeaux, anche lui si cambiò mettendosi un jeans ed una maglia sul violetto, ed infine svegliò il più piccolo, lui mugugnò qualcosa in tono contrariato ma poi sbadigliò ed aprì i suoi occhi azzurri cielo, per poi alzarsi.
-Buongiorno Leo!- affermò con un immenso sorriso, mentre il suo fratellone gli spettinò i suoi capelli mossi ribelli, biondo miele
-Giorno a te, Mikey.- gli sorrise Leonardo, lui era il più grande; aveva solo otto anni ma dimostrava di essere il più responsabile. Mentre Michelangelo ne avevo solo quattro, ma era il più vivace del gruppo. Leo lo aiutò a cambiarsi, gli mise una maglietta gialla a strisce verticali arancioni ed un jeans chiaro, poi si cambiò anche lui; si mise una maglia blu ed un jeans nero.
-Andiamo, altrimenti chi la sente poi, quella megera..- borbottò Raphael, il bambino con gli occhi verdi, lui aveva un anno in meno di Leo, era una testa calda ma cercava sempre di proteggere i suoi fratelli a cui teneva molto.
-Si, andiamo.- disse Donatello il bambino con gli occhi bordeaux, lui aveva sei anni. Era il genio del gruppo perché leggeva svariati libri e sapeva ogni cosa, soprattutto sulle scienze. Dopo che Mikey si fu cambiato lo prese per mano e si diressero nella sala mensa, per fare colazione.

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