Quella mattina Sonoko aveva chiamato Ran per sapere come stava. E lei, senza nascondere la verità, le disse che tutto andava uno schifo.
L'unica cosa che le tirava un po' su il morale era Conan. Le raccontava che dentro si sentiva a pezzi ma che adesso usciva di casa.
Conan le stava sempre accanto, la faceva ridere e non le faceva mancare mai nulla.
Non era andato neanche a scuola in quei giorni per paura di lasciarla sola. Ran aveva raccontato a Sonoko anche della notte in cui era stata al parco con Conan.
Le aveva anche detto di essere andata a vedere Shinichi prima di partire. Ma ovviamente qualcosa di negativo ci doveva essere.
Infatti mancava meno di un giorno al White day e Ran non avrebbe avuto il suo Shinichi accanto.
Sonoko sapeva che per l'amica sarebbe stata una ricaduta che non doveva assolutamente esserci.
Se fosse accaduto di nuovo allora sarebbe stato davvero difficile fare alzare Ran di nuovo in piedi.
Sonoko non avrebbe permesso che succedesse. Salutò l'amica al telefono in fretta con la scusa di dover uscire fuori di casa.
Doveva parlare lei con Shinichi, voleva vederci chiaro in quella storia. Si fece prestare il cellulare dalla madre perchè aveva come la sensazione che se lui avesse visto il suo numero non avrebbe risposto.
Il telefono squillò a lungo. Sonoko aveva il timore che nessuno avrebbe risposto.
-Pronto?-
Ma la voce di Shinichi si udì forte e chiara. La solita voce sempre sicura di sé.
-Shinichi, sono Sonoko-
-Sonoko? Che vuoi?-
Eh eh...la sua solita presunzione e il suo tono da saputello non erano andati via allora. Forse il vecchio Shinichi non si era perso del tutto.
-Brutto antipatico, rispondi bene ad una meravigliosa signorina come me-
Shinichi scoppiò a ridere e non era sarcastico. Stava proprio ridendo di tutto gusto. Beh, neanche l'antipatia reciproca che provavano era andata via.
-Ok, la finisco. Dimmi Sonoko-
-Domani è il white day-
-Si, lo so. Perché me lo dici? Che vuoi un regalo? Scordatelo! Chiedilo a Makoto!-
L'istinto di Sonoko era quello di andare a bruciarlo vivo con un lanciafiamme o di andare a fracassargli il cervello con un trapano.
Peccato non sapeva dove fosse in quel momento. Ma forse era meglio per lui così.
-Non ti chiederei di farmi un regalo neanche se tu fossi l'ultimo uomo sulla terra!-
-Ma ti piacerebbe, vero?-
-Non ti ho chiamato né per litigare né per scherzare-
-Bene Sonoko, perché non ho nessuna voglia di scherzare in questo periodo-
La voce di Shinichi era passata da un tono ironico alla serietà più assoluta. Era quasi impressionante.
Sonoko capì che anche lui aveva qualcosa che non andava allora. C'era qualcosa che lo turbava.
-Shinichi, le hai fatto male, sul serio stavolta. Non ti chiedo spiegazioni, non sono nessuno per pretenderle. Non ti chiedo neanche di darle a lei anche se le merita. Ti ho chiamato solo per...-
-Fermati, Sonoko! Io non ho nessun obbligo verso Ran. Non è la mia ragazza né mi viene parente in qualche modo. Siamo stati grandi amici, okay. Ma è finito tutto. Non posso fare più nulla per lei-
Non lo riconosceva neanche lei più. E se già prima non lo sopportava, beh, adesso lo detestava proprio. Come poteva parlare così della ragazza che aveva amato così tanto?
-Ma ti senti?! Lei non ti viene niente? E anche fosse?! Aiuti ogni giorno gente che non conosci!-
-Non dire sciocchezze. Lo faccio solo per lavoro-
Se lei diceva sciocchezze allora lui aveva gravi problemi mentali. Come riusciva ad essere così calmo mentre parlavano di una cosa tanto delicata? Perché era tutto così confuso e complicato?
-Hai detto di amarla! Gliel'hai detto in faccia! Dov'è finito tutto quello che provi per lei?-
-Hai detto che non avresti chiesto spiegazioni-
-Tsk, hai ragione. È inutile parlare con te. Sei cambiato, devo ammetterlo. Va bene Shinichi, pensa solo che la stai uccidendo. Salvala un'ultima volta-
Sonoko chiuse la telefonata ormai stanca. Lei aveva provato a fare qualcosa, ma era stato tutto inutile. Ran avrebbe sofferto ancora.
Nel frattempo Conan usciva dal bagno di casa del dottore. Sospirava avvilito. Ai e il professore lo guardavano e ogni tanto si lanciavano delle occhiate loro stessi.
Shinichi posò il papillon modulatore di voce nella tasca dei jeans e notò i due che lo stavano fissando. Agasa con aria preoccupata mentre Ai aveva il solito viso serio e impassibile.
-Era Sonoko, mi ha fatto una bella ramanzina. Mh, me la sono meritata. Sto distruggendo giorno dopo giorno la sua migliore amica. Mi voleva chiedere di cercarla domani, ma non le ho dato il tempo di finire il discorso. Non posso farlo, le darei il colpo di grazia. Sono un povero romanticone, vero?-
Il dottore Agasa si avvicinò a Shinichi e gli mise una mano sulla spalla.
-Ai è stata una pessima idea. Doveva dirle la verità. La piccola Ran soffrirà solamente di più-
-Dottore ma cosa dice?! Dirle la verità sarebbe troppo rischioso. Quello significherebbe ucciderla! Pazienza, soffrirà un po'. È per il suo bene. Lo sai anche tu, Kudo-
Shinichi si prese la giacca e i guanti e andò via di lì senza dire niente. Si mise pure lui a girovagare per la città pensando a come sarebbe finito tutto questo.
Prese un taxi e si fece portare fino in spiaggia. Aveva voglia di vedere il mare.
Scese in riva e iniziò a camminare lungo il mare che faceva avanti e indietro insieme alle onde. Faceva freddo ma il mare era piuttosto calmo anche essendo pieno inverno.
Vide una figura più avanti. Una ragazza con le scarpe in mano che bagnava i piedi nell'acqua.
Attivò gli occhiali e ingrandì l'immagine. Era Ran. Ma perché si trovava lì? Cosa stava facendo?
Si mise a correre verso di lei fino a raggiungerla.
-Ran! Che ci fai qui? Che stai facendo?-
Si girò sorpresa di vederlo lì. Stava piangendo. Appena lo riconobbe gli sorrise strizzando gli occhi.
-Conan, lo dovrei chiedere io a te. Il mare d'inverno è pericoloso-
Era un rimprovero però lei non gridava. Sorrideva e guardava il mare. Ma Shinichi era piuttosto preoccupato di averla trovata lì.
-Per questo eri qui? Perché il mare è pericoloso quindi è più facile essere tascinati via? Cosa stavi per fare, Ran?
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~Un'ultima Volta E Altre Mille~
FanfictionLa vita di Ran continua tranquilla. Sorride come sempre e resta la ragazza gentile di sempre. Come ogni giorno si alza prepara la colazione e va a scuola col suo adorato Conan. Ma sarà veramente tutto apposto come tanto vuol far credere? No. Conan...