Capitolo 24

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Un'esplosione. Una casa in fiamme. Più di cento agenti sconvolti a guardare. I pompieri che cercavano di domare il fuoco.

Le urla e il pianto di una ragazza che ha perso un prezioso amico. La disperazione di uomo che ha perso quello che per lui era come un nipote. Il cielo tinto di rosso come il fuoco.

Tutto questo era quello che stava succedendo fuori dalla casa del dottore Agasa. Perfino Heiji era lì. L'amico infatti di cui parlava Shinichi era proprio lui.

Era stato il detective dell'ovest a chiamare la polizia di Tokyo e quella di Osaka dove c'era suo padre. E l'ispettore Megure, che era stato avvertito da Shinichi, aveva chiamato l'FBI.

Il capitano della squadra dei vigili del fuoco mandò tutti gli uomini a cercare qualcuno ancora vivo sotto le macerie di quel che era rimasto della casa del dottore.

Tutti stavano con la speranza che Shinichi Kudo fosse riuscito, in qualche modo, a mettersi in salvo.

Le prime luci dell'alba iniziavano a farsi vedere e il cielo si tingeva di un rosa pesca che faceva ricordare la dolcezza di quei frutti.

Ma di dolce in quel momento non c'era niente. In ospedale Ran e Kogoro erano rimasti soli con Eri.

Ran dormiva ancora senza svegliarsi. Kogoro era sveglio ed era appena venuto a sapere quello che era successo.

L'aveva saputo dalla moglie che a sua volta era stata avvertita da Agasa. Anche se tutto era finito, la polizia di Osaka non intendeva andare via finchè non fossero arrivate notizie dai vigli del fuoco.

Il capoquestore della polizia della prefettura di Osaka, Heizo Hattori, sapeva che Shinichi era un grande amico per suo figlio quindi, se mai fossero arrivate notizie negative, voleva stare vicino ad Heiji.

Megure invece teneva troppo a Shinichi per andare via di lì. E così anche Sato, Takagi, Shiratori e il resto della squadra.

Perchè ognuno di loro aveva conosciuto il piccolo Conan o il grande e geniale Shinichi Kudo.

Shiho si era leggermente calmata ma continuava a piangere tra le braccia del dottore Agasa.

Akai era dispiaciuto di vederla in quelle condizioni. Non l'aveva mai vista piangere e anche lui capì che Shinichi non era un semplice amico almeno per lei.

Finalmente, dopo più di un'ora fra le ricerche dei vigli del fuoco e di altre squadre che aiutavano, arrivarono notizie.

Infatti, il capitano dei pompieri si avvicinò a James per dirgli la notizia che nessuno di loro avrebbe mai voluto udire.

-Non abbiamo trovato niente. Solamente la cenere di corpi carbonizzati ma non possiamo dedurre chi siano. E' troppo difficile-

Si scusò con tutti e richiamò la sua squadra per poi andare via. Shiho affondò il suo volto nella spalla del dottore cercando di non gridare di nuovo. Anche Agasa si mise a piangere mentre abbracciava la giovane scienziata.

Avevano finto la morte di Shinichi e adesso si trovavano veramente davanti ad essa. Shiho adesso capiva come si era sentita Ran a quella notizia.

Solo che stavolta non era uno scherzo. Megure disse a tutti i suoi agenti di polizia di andare a casa e che lui stava andando a chiamare i coniugi Kudo.

Heizo abbracciò il figlio che cadde a terra distrutto. Tutto era finito così. Ran in coma. Shinichi morto. Chi avrebbe detto alla karateka che stavolta il suo Shinichi era morto veramente.

Decisero tutti di andare via di lì. Il dottore e Shiho avrebbero dormito per qualche giorno a casa di Megure.

Si girarono tutti a dare un addio a Shinichi. Shiho prese un'orchidea e la mise sulle macerie della casa del dottore. Lui si era innamorato di un'orchidea ed era giusto che almeno un fiore continuasse a tenerli uniti.

-Dottore! Dottore Agasa!-

Qualcuno chiamò il professore da dietro l'albero del giardino che era sopravvissuto all'esplosione.

Si girarono tutti a guardare chi fosse. Videro la mano di un bambino sventolare per aria. Shiho si girò un po' a vedere chi fosse.

-Shinichi?!-

-Shiho, girati! Sono rimasto senza vestiti! I miei si sono bruciati!-

Tutti iniziarono a far festa e a lanciare fazzoletti e cappelli in aria per la felicità. Megure fu il primo ad essere felice e a posare il cellulare.

Non c'era più bisogno di chiamare nessuno. Ma, mentre tutti facevano festa, si girarono a guardare Shiho che faceva urla a Shinichi.

-Come ti è venuto in mente di prendere l'APTX4869?!? E poi dove l'hai trovata!?!? Moccioso, ti rendi conto di quanto tempo ci vorrà a fare un altro antidoto?! Almeno due giorni!!! Scappa perchè se ti prendo ti spacco il deretano!!!-

Shinichi, senza vestiti, iniziò a correre per tutto il giardino col minuscolo corpo di Conan mentre Shiho lo inseguiva furiosa.

Tutti si misero a ridere e fortunatamente tutto era finito bene. Quando portarono i vestiti a Shinichi lui si sedette a spiegare a tutti quello che era successo.

-Prima che Gin facesse scoppiare le bombe messe dentro la casa, Vermouth, mi lanciò qualcosa che riconobbi subito: era lo stesso veleno che mi avevano dato. Così capii cosa fare. Ritornai bambino e uscii dal condotto dell'aria ma non riuscii ad evitare del tutto l'esplosione. Infatti i miei vestiti hanno preso fuoco e li ho dovuti levare. Credo che Gin, Vodka e Vermouth siano morti. Ma quella donna mi ha salvato-

Già, Vermouth aveva salvato Shinichi. Aveva sempre ammirato molto il giovane detective, forse l'aveva fatto per questo. O semplicemente perché era il figlio di una sua grande amica.

Ma qualunque fosse stato il motivo della sua azione, beh, Shinichi le era davvero grato.

-Ti rendi conto di quanto sia stato pericoloso?! Idiota! L'apotoxina è stata creata per uccidere! Le possibilità che riuscissi a rimpicciolire il tuo corpo erano minime! Potevi morire!-

Vedendo Shiho infuriare di nuovo contro Shinichi, tutti iniziarono di nuovo a ridere. Quando tutto si calmò e polizia e FBI andarono via, Shiho e Shinichi entrarono dentro casa Kudo.

-In quanto tempo riuscirai a fare un altro antidoto?-

-Non sarà facile. Tutti i dati dell'antidoto erano nel laboratorio del dottore Agasa. Non li ricordo tutti e oltre a questo c'è un altro problema. Qui a casa tua non c'è un laboratorio adatto-

Shinichi disse a Shiho di aspettare un momento e uscì di casa tornando poco dopo con qualcosa in mano.

-È il floppy disk con i dati dell'antidoto. Sono riuscito a metterlo in salvo-

Lo guardò un momento e poi lo passò nelle mani dell'amica.

-Riguardo il laboratorio, dimmi tutto quello che ti serve ed io te lo procuro. Non dobbiamo perdere tempo. Ran mi aspetta!-

Angolo Autrice

Vi ho mai detto che adoro alla follia Gin? Mi è sempre piaciuto!

~Un'ultima Volta E Altre Mille~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora