Capitolo 6

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Passavano i giorni. Certe notti si svegliava e vedeva le luci sulle strade della città. Ran era completamente sveglia mentre il mondo dormiva ancora.

L'immagine si bloccava sempre su un volto. Ogni notte ormai era sempre la stessa.

Ma lei non aveva bisogno di dormire. Non voleva avere gli incubi. Se lui fosse stato lì, accanto a lei, allora si che sarebbe stato un bellissimo sogno.

Non sentiva neanche più il bisogno di parlare con gli altri. Voleva solo gridare contro il mondo intero.

E, come ormai da copione, erano le tre e mezza di notte e lei era sveglia. Conan era tornato a casa quel pomeriggio.

Ma non aveva incontrato Ran perché lei non voleva farsi vedere da nessuno. Neanche dal suo piccolo fratellino.

Ran però non era la sola che non riusciva a dormire perché quella notte neanche Shinichi riusciva a chiudere occhio sapendo quello che stava passando la sua piccola.

Era doloroso per entrambi. Conan, mentre guardava il tetto e la sua mente era invasa da milioni di pensieri, sentì la porta della stanza di Ran aprirsi.

Piano e senza far rumero uscì anche lui per vedere cosa stesse facendo. La vide prendere i guanti, la sciarpa e il cappello ed uscire di casa.

Subito anche lui, senza nemmeno togliersi il pigiama e mettendo solo il giubotto con una sciarpa, uscì di casa per seguirla.

Aveva paura che potesse fare una stupidaggine, non aveva nessuna intenzione di lasciarla da sola.

La vedeva girovagare senza meta. Fuggendo in quella notte così nera, le stelle sulle sue spalle la trascinavano indietro nel tempo.

Sentiva sussurri di loro nell'aria. Cercava solamente di dimenticare tutte le lacrime sprecate e tutte le bugie nei suoi occhi azzurri.

Si sentiva patetica perché sapeva che non ci sarebbe riuscita. Ogni tentativo era vano, fallito già in partenza.

Shinichi, guardandola da lontano, capiva quanto stesse soffrendo. Continuò a camminare e si fermò a sedere al parco sotto la fontana.

Aveva iniziato a piangere. Pensava sempre ad una cosa. Perché Shinichi doveva complicare le cose?

Sapeva come si era comportato, come se fosse un altro. Per lei era così frustante.

Ripensava a lui che saliva su quel treno. Non voleva che lui dimenticasse. Avrebbe continuato a gridare in silenzio il suo nome.

Avrebbe continuato a sopportare le lacrime, non le importava per quanto ancora.

Avrebbe continuato a correre col fiato sospeso. Quella del treno era stata la loro ultima sera. Ma lei avrebbe continuato a pensare a lui.

Conan non ce la fece più a stare nascosto all'ombra di un albero. Uscì di lì a testa bassa e si fece vedere.

Ran in fretta si asciugò le lacrime e tirò su col naso un paio di volte. Ma i suoi occhi tornarono immediatamente lucidi.

-Conan, perché sei qui?-

Lui si avvicinò e le si sedette accanto senza guardarla negli occhi. Non aveva il coraggio di guardarla dopo quello che le aveva fatto.

-Ran, non essere triste, ti prego. Non mi piace vederti così-

La karateka fece un sorriso malinconico poi chiuse gli occhi e alzò il viso verso il cielo stellato.

-Vorrei aver avuto un altro minuto, per finire questa favola-

Shinichi alzò lo sguardo per osservarla. Aveva ancora gli occhi chiusi ma le lacrime le rigavano quel suo stupendo viso.

-Sentire la sua voce e perdermi in essa, tutto quello che si è rotto vorrei fosse solo un dettaglio-

Più parlava e più Shinichi restava a guardarla. Come aveva potuto distruggerla in quel modo?

Ran era sempre stata una ragazza sorridente. Anche quando aveva l'anima ed il cuore a pezzi, lei, rideva per non far preoccupare gli altri.

Ma adesso non ci riusciva più. L'aveva distrutta definitivamente. Ma l'aveva fatto solo con la speranza che un giorno avesse potuto sorridere di nuovo.

Che avesse sorriso di cuore, senza far finta. Con tutta la felicità di cui era capace. Proprio come quella sera sotto la luna quando l'aveva rivisto dopo tanto tempo.

Adorava quel sorriso che le illuminava il suo volto.

-Sai Conan, lui era il mio mondo e tutto ciò che contiene, lo è sempre stato. Dalla prima volta in cui ho incrociato il suo sguardo. Come ha fatto a sparire?-

Fece un altro sorriso vago e malinconico guardando le stelle in cielo.

-Però, lo so che è stupido, ma non voglio dire che è finita, perché lo sento ancora qui. È la mia ombra, so che è vicino. Non dimenticherò mai e mi siederò a ricordare i nostri momenti, i nostri segreti. Conan, riaverlo sarebbe il mio unico desiderio. Nessuno mi conosce come lui-

E forse era veramente così. "Shinichi", quante volte nella sua vita aveva pronunciato quel nome.

Quante volte aveva pianto e riso per quel nome. Quel ragazzo era tutto, non c'era niente per cui discutere su questo.

-Ran, non ti senti al sicuro se lui non è con te, vero?-

Ran si fermò un attimo a fissare Conan. Quella stessa domanda gliel'aveva fatta Shinichi una volta mentre parlavano al telefono.

"Non ti senti al sicuro quando non sono con te, vero?"

Se lo ricordava perfettamente. Era sul guardiacaccia della marina per una visita guidata.

Sorrise di nuovo a quel ricordo. Conan la guardò senza capire.

-Shinichi mi ha fatto la stessa domanda un po' di tempo fa. Ma scusa, lascia stare. Quella volta l'ho sgridato dicendogli di non dire cose senza senso. Ma è vero, non mi sento affatto al sicuro se lui non è con me. Ma dovrò farvi l'abitudine, giusto?-

-Mh-

Shinichi continuava a chiederle perdono anche se lei non lo sentiva. Senza nessun preavviso, si ritrovò le braccia di Ran intorno.

La karateka era scoppiata in lacrime e l'aveva subito abbracciato per annegare il suo dolore in lui.

Non voleva coinvolgerlo ma era naturale per lei farlo. Conan era sempre stato presente per proteggerla senza esitare nemmeno un minuto.

In un certo senso, faceva le veci di Shinichi da quando lui era andato via. Ma sapeva che prima o poi Conan sarebbe dovuto andar via con i suoi genitori.

Non voleva rinunciare a lui. Non voleva perdere qualcuno di importante di nuovo.

~Un'ultima Volta E Altre Mille~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora