Capitolo 11

1.6K 115 22
                                    

Era tutto pronto. Ai era da Heiji. Yusaku e Yukiko erano arrivati in Giappone e restavano a dormire dal dottore Agasa.

Non potevano tornare a casa loro perché ogni sera veniva sorvegliata da Gin e Vodka e forse anche di giorno veniva tenuta sott'occhio.

Se avessero cercato Shinichi, tutti avrebbero detto che era morto e loro non potevano fare più nulla.

L'obiettivo del piano era proprio questo. Tutto sarebbe avvenuto quella notte.

Shinichi era pronto per prendere l'antidoto che durava tre giorni. Agasa era pronto per andare da Ran. Yukiko aveva già preparato tutto per il figlio.

Avevano perfino comprato una bara piuttosto particolare. Infatti, aveva dell'aria condizionata o Shinichi sarebbe veramente morto lì dentro.

Ma Ran non lo avrebbe visto quella sera. Lui era morto in Inghilterra quindi doveva ancora essere portato in Giappone.

La veglia funebre si sarebbe svolta a casa del dottore Agasa per lo stesso motivo per cui Yukiko e Yusaku dovevano stare lì, cioè Gin e Vodka.

Ai, da Osaka, pensava a quello che stava per succedere a kilometri di distanza da dove si trovava. Si chiedeva se tuto sarebbe andato come previsto.

Era un lavoro molto delicato. Anche Heiji pensava la stessa cosa. Sarebbe riuscito a far finta che il suo migliore amico era morto?

O sarebbe stato difficile anche per lui? Ma il pensiero fisso di tutti era Ran. Sarebbe riuscita a sopportarlo? Agasa e Shinichi nel corpo di Conan Edogawa le sarebbero stati accanto.

Ma sarebbe bastato? Le risposte sarebbero arrivate tutte non appena avessero compiuto tutto.

Erano tutti seduti al centro del soggiorno del dottore Agasa. Shinichi teneva in mano la capsula che gli aveva lasciato Ai.

-Tutti pronti? Dottore, mamma, papà?-

-Si!-

Risposero all'unisono.

-Dottore, può andare da Ran. La prego, so che sarà difficile dire una menzogna del genere, ma sia il più delicato possibile. Si tratta di Ran. Tenga questa ricetrasmittente, così potrò sentire quello che le dirà-

Il dottore mise una mano sulla spalla di Shinichi e lo guardò negli occhi.

-Shinichi andrà tutto bene-

Il dottore Agasa salutò tutti e si diresse in macchina per andare da Ran. Durante tutto il tragitto pensava alle parole giuste da usare ma non arrivavano.

Dunque, capì che la cosa migliore da fare sarebbe stata quella di dire le parole che sarebbero arrivate in quel momento.

Posteggiò la macchina sotto l'agenzia Mouri e salì. Erano le due del mattino e dovette bussare più volte per farsi sentire.

In fine venne ad aprire Ran un po' spaventata.

-Dottor Agasa, come mai qui a quest'ora? È successo qualcosa?-

-Ran, devo dirti una cosa molto importante. Forse è il caso che chiami anche tuo padre-

La karateka fece accomodare Agasa in salone mentre andava a chiamare Kogoro. Perse un po' di tempo nel chiamarlo a causa del suo sonno pesante.

Dopo dieci minuti tornarono insieme in soggiorno dal dottore. Si sederono di fronte a lui.

-Mi scusi dottore Agasa, le vado a fare una bella tazza di thè oppure preferisce del caffè?-

-Tranquilla Ran. Adesso ti chiedo di sederti per favore-

Ran si preoccupò sentendo il tono di voce estremamente serio del dottore Agasa.

-Ci dica dottore, non ci tenga sulle spine. Di cosa si tratta?-

Agasa prese un bel respiro e guardò la tranquillità nel viso di Ran e sapeva che fra poco non ci sarebbe stata più.

-Vedete Shinichi...-

Subito Ran scattò in piedi appena sentì quel nome uscire dalla bocca del dottore. Kogoro la guardò confuso. Le disse di sedersi di nuovo ma lei non ascoltava.

-Cos'è successo a Shinichi?!-

Le lacrime aveva già riempito gli occhi di Ran. Il dottore già voleva andare via senza dirle quella odiosa bugia ma non poteva. Gli era stato affidato questo compito e doveva portarlo a compimento.

-Ran, Shinichi...Shinichi è stato ucciso-

Il dottore si portò le mani in testa con l'istinto di strapparsi i capelli che non aveva. Anche lui aveva voglia di piangere pur sapendo che era tutta una farsa.

La sola idea di Shinichi morto lo faceva stare male e davanti a lui c'era una Ran sconvolta che in quel momento credeva proprio alla sua morte.

-Dottore sta scherzando vero? Scommetto che Shinichi le ha chiesto di dirmi questa bugia per il litigio di due giorni fa, vero?-

Ma neanche Ran credeva a quello che aveva appena detto. Il barlume del speranza si era totalmente spento in lei quando il dottore non le diede risposta e quando il padre alzò lo sguardo per osservarla.

Si lasciò cadere a terra a peso morto. Le lacrime uscivano dai suoi occhi ma lei non faceva alcun tipo di lamento. Poi i suoi occhi si chiusero in una fessura e le sue grida si sentirono in tutto il vicinato.

-Nooo!! Shinichi noooo!!-

Continuava a urlare sempre quelle parole mentre si contorceva a terra come se stesse provando del dolore fisico.

Kogoro cercò di sollevarla ma si fece pesante e non riuscì proprio a prenderla.

-Figliola ti prego basta!-

Niente da fare, non lo sentiva nemmeno. Nel frattempo, Shinichi, grazie alla ricetrasmittente stava sentendo tutto.

E le urla della ragazza che amava lo stavano uccidendo. Yukiko gli prese gli auricolari e li posò sul tavolo di fronte a loro.

-Shinichi, basta così-

Si alzò dal divano su cui era seduto e scese giù in laboratorio per stare un po' da solo.

Ran continuava a piangere e non smetteva di gridare. Continuava a chiedersi il perché, continuava a dire che Shinichi non le avrebbe mai fatto una cosa del genere.

Agasa avrebbe così tanto voluto dirle la verità. Avrebbe voluto dirle che era tutto uno scherzo e che il suo Shinichi la stava aspettando a braccia aperte.

Ma la consapevolezza di non poterlo fare lo costringeva a state zitto a guardare quella scena così dolorosa di una ragazza di soli diciassette anni che grida a terra in lacrime per il ragazzo che ama, per l'amico di una vita.

~Un'ultima Volta E Altre Mille~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora