Capitolo 18

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Sonoko andò via decidendo di non vedere Ran. Aveva lasciato Shinichi sotto l'agenzia. Con quelle poche parole che si erano scambiati lei le aveva affidato la sua migliore amica.

In fondo si fidava di Shinichi. Era la prima volta che vedeva quel moccioso con occhi diversi. Forse perché adesso sapeva veramente chi era però non riuscirà ad essere delusa.

Sonoko si sentiva arrabbiata e forse infastidita da Shinichi ma lo stimava e lo ammirava tanto. Aveva sbagliato solo perché aveva cercato di fare del bene.

Tuttavia, era sempre rimasto con Ran senza abbandonarla neanche un singolo momento. La proteggeva e quando si cacciava in qualche pericolo lui era sempre pronto a salvarla.

No, non poteva essere delusa da quel comportamento. Adesso lo ammirava solamente di più.

Però, proprio come gli aveva detto qualche minuto prima, non sapeva se lei personalmente l'avesse perdonato o se piuttosto avesse continuato ad avere quella rabbia dentro.

Ma non era una domanda che la toccava più di tanto perché la protagonista di quella favola un poco complessa non era lei.

E forse le dispiace un po'. Era felicissima col suo Makoto ma le sarebbe piaciuto avere il loro tipo di amore.

Quel misto di odio e di passione, di bugie e di mezze verità, di dolcezza e arroganza, di altruismo ed egoismo.

Era un mix di imperfezioni che davano vita alla più grande perfezione. Davano vita semplicemente a qualcosa di sublime.

Proprio così, è un ossimoro perfetto, due parole con un significato totalmente opposto che stanno bene insieme. Semplice e sublime. Loro erano proprio così.

Adesso, Sonoko, sapeva che il continuo della storia era pienamente nelle loro mani.

Infatti, Shinichi, era davanti la porta di Ran a bussare. Non rispondeva, bussò di nuovo dicendole che era lui. Ma continuava a non rispondere.

Quando si stava allontanando dalla porta, la karateka, aprì permettendogli di entrare.

Aveva gli occhi lucidi, aveva pianto e chissà quanto si sentiva ferita e presa in giro. Si sedette sul letto e Shinichi si mise davanti a lei. Si guardavano senza dire niente.

Poi il giovane detective aprì la mano e le fece vedere la capsula con l'antidoto.

-Cos'è Shinichi?-

-Non sono stato lontano da te per capriccio. Non ti ho detto tutte quelle bugie per farti soffrire. Tengo troppo a te per farti una cosa del genere...ricordi il giorno in cui siamo andati a Tropical Land?-

Ran fece cenno di sì con la testa e lui iniziò a raccontare.

-Sono stato costretto a prendere un veleno mortale che però mi ha ridotto così-

Gli raccontò degli uomini in nero, di Shiho Miyano quindi anche di Ai Haibara e di tutto quello che era successo in tutto quel tempo.

-Ti ho mentito solo per proteggerti da quei criminali...non abbiamo mai trovato un antidoto per quel veleno. Fino ad oggi. Quello che vedi nella mia mano è la soluzione ai miei problemi. Almeno ad una parte di essi. Ran, ti chiedo perdono...mi dispiace. Adesso prenderò questa pillola e quando sarò quello di una volta voglio dirti una cosa che non ti ho mai detto apertamente e mi ero ripromesso di dirtela solamente con la mia voce vera-

Si mise i suoi vestiti da adulto addosso in modo da non restare nudo e davanti a Ran ingerì la pillola di antidoto.

Il cuore iniziò a battete velocemente e la sua temperatura corporea aumentò improvvisamente. Ran si spaventò e prese una pezza fredda per mettergliela sulla fronte ma non servì a molto.

In poco tempo Shinichi era tornato quello di una volta! Tutto sembrava immobile. Ran era rimasta assolutamente sconvolta e forse sbalordita da quello che aveva appena visto.

Ma quando Shinichi alzò gli occhi e la guardò con un sorriso a trentadue denti lei non poté fare altro che provare una gioia immensa.

Vedere finalmente il suo Shinichi lì davanti dopo averlo creduto morto, beh, la rendeva la persona più felice al mondo.

Il giovane detective si avvicinò a lei, le prese le mani e dolcemente la sollevò dal letto.

Si trovavano uno di fronte all'altra mentre Shinichi le stringeva ancora le mani.

Le guance di Ran si colorarono un po' mostrando timidezza.

-Cos'è che devi dirmi?-

Le sorrise di nuovo poi le lasciò una mano e portò la sua nel fianco di Ran avvicinandola a sé. Dopodiché le sussurrò quello che aspettava di dirle ormai da tempo.

-Ti amo-

La guardò di nuovo negli occhi e le accarezzò il suo bel viso. Si avvicinò delicatamente alle sue labbra e la guardò negli occhi come per chiederle il permesso.

E, quando lo trovò, le loro labbra furono finalmente una cosa sola per la prima volta.

E, come in una favola, con un bacio l'aveva risvegliata da tutto il dolore,  la tristezza, la sofferenza che si era portata dentro per molto ma molto tempo.

-Vorrei dirti che è troppo tardi per scusarsi ma sai Shinichi, io ho troppo bisogno di te-

Shinichi appoggiò la sua fronte su quella di Ran e le disse che da quel giorno niente più li avrebbe separati. 

Ma purtroppo un problema restava. L'organizzazione era ancora in agguato e tutto poteva succedere.

Anche se molti avevano detto a loro che Shinichi era morto, sicuramente, stavano ancora facendo ricerche ed era rischioso per tutti.

Perfino per chi, come Ran, non c'entrava niente in questa storia. E, come un fulmine al ciel sereno, a Shinichi tornò in mente una cosa.

Prese Ran e la fissò negli occhi ma preoccupato.

-Ran, sono venuti degli uomini a cercarti? Non so, magari hanno parlato con tuo padre-

Ran rifletté un attimo. In quei giorni era stata così male da non accorgersi di niente. Ma ricordò due uomini che le avevano destato particolare curiosità.

-Ora che mi ci fai pensare, due giorni dopo che avevo saputo della tua "morte" sono venuti due uomini. Li ricordo solo perché uno di loro aveva i capelli molto lunghi e argentati. Ma perché me lo chiedi?...non mi dire che...-

-Si Ran, sono loro. Sicuramente ti avranno chiesto di me. Cosa hai detto?-

-Mi domandarono se ti conoscevo ed io risposi di si è poi mi chiesero il tuo numero di telefono. Ovviamente io risposi loro che eri morto qualche giorno prima-

Shinichi si bloccò all'istante. Se Ran aveva detto in quel modo allora sicuramente avevano capito che era tutta una bugia.

Shinichi secondo loro risultava morto da quasi un anno. Il dottore aveva confermato quello che pensavano loro ma Ran aveva dato una risposta completamente diversa.

Il dottore Agasa era in pericolo e non solo lui.

~Un'ultima Volta E Altre Mille~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora