Capitolo 15

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Credeva di non poter continuare a vivere, credeva che non avrebbe mai vinto quella partita senza di lui. Era persa, non sarebbe stata più la stessa.

Non poteva combattere più. L'unica cosa che serviva era lei e lui...non poteva cancellarlo dalla sua vita e non poteva accettare che era andato via. Continuava a pensare che non era giusto.

Sfilò dalla tasca della felpa la foto che teneva sempre sulla sua scrivania. Gli tolse la cornice e portò con se solo la foto. Si spogliò restando solo in intimo. Guardò la fotografia un'ultima volta e poi, stringendola al petto, si fece avanti verso il mare con gli occhi chiusi.

L'acqua saliva sempre di più. Era congelata. Faceva fatica a muoversi lì dentro con tutto quel freddo ma sarebbe stato proprio quello ad ucciderla.

Solamente le sue spalle non erano ancora state toccate dall'acqua. Si stava per immergere tutta quando...

-Fermati!-

Si bloccò immediatamente. Aveva riconosciuto la voce di Conan. Chiuse gli occhi in una piccola fessura. Perché proprio lui? Non voleva che Conan la vedesse in quel momento. Era solo un bambino.

Ma niente l'avrebbe fermata dal suo obbiettivo.

-Conan, vai via! Perché sei qui? Come hai fatto a trovarmi?!-

-Questo non importa! Devi uscire di lì! L'acqua è troppo fredda potresti avere dei problemi! Esci-

In quei giorni, Shinichi, aveva il continuo timore di quello che Ran avesse potuto fare, aveva messo una ricetrasmittende nella sua felpa. Così l'aveva trovata.

-Conan, lasciami stare qui...per favore-

-Ran, ti prego...vieni da me-

Finalmente Ran si girò a guardarlo perchè qualcosa nella sua voce l'aveva colpita particolarmente.

Lo vide stringere i pugni, lo sguardo basso verso la sabbia e le lacrime sul suo volto. Conan stava piangendo...non era una cosa che si aspettava di vedere.

Ma vederlo piangere non la convinse a tornare indietro. Alzò gli occhi verso il cielo e si immerse un po' più in acqua. Alzò una mano in aria iniziando a disegnare vari cerchi verso le stelle.

-Chissà se dietro quelle foschie si trova lui...stasera dolce amico mio io sto pensando a te-

Indicando ancora le poche nubi che sfocavano le stelle, si rivolgeva direttamente a Shinichi come se lo avesse davanti.

-A te che forse stai sentendo me. Sai, non è facile trovare le parole. Trovare la via giusta per scampare dal dolore. Mi chiedo sempre ma perché è capitato questo proprio a te. Hai lasciato solo rabbia e vuoti che non so riempire...-

Conan la guardava commosso e con tenerezza. E più ascoltava le sue parole, più si sentiva una merda. Come poteva averla ridotta così...

-Mi piace immaginare che tu ci sei,  sei sempre qui...ma so che, in 
realtà, non ci sei. Forse dove sei non hai bisogno più di me ma sono io che adesso sento il disperato bisogno di averti accanto...se hai deciso di lasciarmi sola allora sarò io a venire da te-

Dopo tutto il freddo preso, il colore della pelle di Ran era davvero pallido. Le sue labbra erano ormai diventate viola.

Improvvisamente, le sue gambe cedettero facendola svenire esausta.

-Ran!!-

Shinichi si buttò subito in acqua. Prese le bretelle e con la loro forza riuscì a trascinare Ran fino in riva. Fortunatamente non era riuscita a bere acqua.

Ma il suo corpo era totalmente gelato. Se avesse avuto i vestiti a proteggerla forse non sarebbe stato così. Chiamò subito Kogoro e un'ambulanza.

Arrivarono subito per portala immediatamente in ospedale. Anche Sonoko corse subito dall'amica.

Quando finì di controllare Ran, il dottore, uscì e andò immediatamente da Kogoro.

-Deve dire grazie a quel bambino se sua figlia potrà ancora utilizzare braccia e gambe. Se fosse rimasta altro tempo in acqua i suoi arti sarebbero andati in cancrena. Comunque si è svegliata...potete andare una alla volta-

Quando il dottore si allontanò dopo aver stretto la mano al detective,  Sonoko, si mise subito davanti la porta della stanza di Ran.

-Posso entrare per prima? Vi prego-

Entrambi le dissero di si senza alcuna obiezione. Quando entrò nella stanza e vide Ran così pallida le si buttò addosso. Ma Ran non reagiva. La guardò per un istante e poi si mise a piangere.

-Scusa Sonoko! Perdonami, ti prego! Ma adesso sto bene, è vero! Adesso mi sento davvero meglio-

Sonoko le poggiò la testa sulla sua spalla e le accarezzò la testa.

-Non lo fare mai più, siamo intesi Ran?-

Lei annui e smise di piangere.

-Ran, non puoi continuare così. Hai letto libri, hai visto la tv, quale via sia la migliore nessuno lo sa. Sei come ipnotizzata, qualunque cosa pur di togliertelo dalla testa ma non funzionerà. Neanche ucciderti funzionerà-

La karateka sapeva perfettamente che l'amica aveva ragione. In quel modo non sarebbe arrivata da nessuna parte. In quel modo non lo avrebbe riavuto.

-Stai facendo tutto ciò per disperazione. Hai bevuto un drink,  hai preso una boccata, hai osservato la tua vita andare in fumo-

Si soffermò a pensare a quelle parole Ran. La sua vita era proprio andata in fumo da quando era morto. Anzi, da quando era andato all'estero. Si, tutto aveva avuto inizio lì.

-Fingi un sorriso, menti e dici che stai meglio ora più che mai e la tua vita va alla grande. Ma non è proprio così, no. Lo fai solo per disperazione. Beh, sappi una cosa allora: non ci sarà nessun aiuto in tuo soccorso. Mi dispiace dirtelo ma non c'è modo di ricominciare. Se prima non chiudi un capitolo tu li riprenderai senza esitazione. Devi dimenticarlo se vuoi stare meglio!-

Dimenticarlo...il suono di quella parola rimbombava come eco nella testa di Ran.

Sonoko le aveva detto la stessa cosa anche quando lui era sparito nel nulla. Se non ci era riuscita in quel momento, come poteva adesso?

Non si trattava di dimenticare solamente una persona, ma significava dimenticare la sua vita...non poteva farlo.

Ma adesso quando pensava a lui l'unica cosa che gli veniva in mente erano i ricordi più brutti, quelli più tristi.

E più sarebbe passato il tempo e meno sarebbe riuscita a immaginarlo fisicamente.

Si ricordava il colore dei suoi occhi d'altronde come poteva dimenticarlo, si ricordava la forma delle sue labbra, i suoi capelli.

Ma quando voleva immaginarlo complessivamente non ci riusciva. Come se qualcosa la ostacolasse dal farglielo vedere di nuovo.

Forse era lei stessa inconsciamente.

Angolo autrice

Ei! Ragazzi non so come scusarmi ma purtroppo sono senza internet e non posso aggiornare costantemente. Non mi odiate! Cercherò di pubblicare il prossimo capitolo fra due giorni!
Vostra, Alice!

Ps: le copertine che mi state inviando sono magnifiche! 

~Un'ultima Volta E Altre Mille~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora