Capitolo 3 - L'appuntamento

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Il campanello suona e io esco, vedo Whalt appoggiato alla sua auto.
-Come hai fatto ad avere il mio numero e il mio indirizzo?-
-Ho una lunga amicizia col preside, dai salta su- e mi apre lo sportello della macchina
-Aspetta lascio un messaggio a mio padre- Entro in casa e scrivo un post-it da appendere al frigo.
"Papà sono fuori con amici, non mi aspettare"
Salgo in macchina e partiamo.
Non sono emozionata, Whalt è solo un amico, forse neppure quello, e mi avrà chiesto di uscire solo perché non aveva più nessun altro con cui farlo.
-Allora dove andiamo a mangiare?- Mi chiede e poi mi guarda attentamente da capo a piedi. Vorrei tanto avere qualcosa per coprirmi perché in questo momento mi sento come se mi stessero facendo i raggi-X.
-Menomale, pensavo fossi venuta con uno di quei minivestitini da Barbie e tutta truccata.- Mi guarda e sorride, ma la freddezza della sua voce e del suo sguardo non riflettono le sue parole.
-Già, comunque a me va bene qualunque posto-
-Eh no, io voglio che sia tu a decidere- Mi guarda con quei suoi occhi grigi.
-Allora...direi da Nando's-
-Cos'è Nando's?- mi chiede e per la prima volta nella sua voce non c'era quel muro impenetrabile di freddezza, solo curiosità e sincerità. Scoppio a ridere e lui dietro di me.
-Lasciamo perdere, io non conosco i posti di qui, quindi scegli tu-
-Okay, allora opterei per 'Luigi's', il ristorante italiano-
Arrivati faccio per scendere dalla macchina, ma lui mi precede e mi apre la portiera.
-Venga principessa- Mi dice con suo sorriso tanto smagliante quanto freddo.
-Non chiamarmi così- borbotto e a lui scappa una risata. Ci fanno sedere fuori e Whalt ordina il piatto 'Lily e Vagabondo'. Non so cosa sia.
-Allora- mi chiede -so che sei di Londra, com'è?-
Colta nel punto debole. Possibile che abbia già capito tutto questo di me, l'indirizzo, il telefono e ora anche questo?
-Londra all'apparenza è la città dove tutti sognano di andare. Ma io da lì voglio solo scappare- dico con voce acida mentre lui si fa serio e mi guarda con più intensità.
-Il mio sogno è sempre stato andarmene da là. Da piccole io e Jess parlavamo sempre di andare a Los Angeles insieme, e adesso continua ad essere un sogno molto importante per me... Ma non parliamo solo di me, tu cosa vuoi da questo?- dico girando le mani, come per coprire tutto il mondo.
-Hai sentito le voci che girano su di me?- gli occhi gli brillano,lo specchio che hanno dentro si appanna, rivelando qualcosa di sé.
-Cosa?-
-Si insomma, che sono scontroso e buio, misterioso. Bhè, lo faccio perché oggi tutto si basa sull'aspetto e io non potevo più fidarmi della gente che mi stava attorno solo per quello... Ma tu no, tu sei diversa- Si avvicina e mi fissa.
- Tu non cerchi di metterti in mostra, tu...- Il cameriere arriva e porta un piatto di spaghetti per due (lo ringrazio mentalmente per questo diversivo).
Spiega che dobbiamo mangiarlo insieme e mentre va via ci guarda e sorride (ha perso subito la mia stima).
"Che figura" penso e intanto divento rossa.
-E così, io dovrei mangiare questo con te?- chiedo dubbiosa. Ho visto Lily e Vagabondo e so come va a finire.
-Ehy, tranquilla un po' te ne lascio- ridacchia sorridendomi.
-Non mi preoccupo per me, ma per te! Sai, sono molto ingorda!- dico arrossendo alle parole che sono uscite incontrollatamente dalla mia bocca e guardando le mie mani giunte sotto il tavolo che ad un tratto sono diventate più interessanti di quei suoi occhi freddi. La serata passa veloce e parliamo della nostra vita, della famiglia e ... di Logan
-Quel ragazzo, non posso vederlo- dico e intanto faccio finta di schiacciarlo sotto la mia mano. Whalt ride e aggiunge
-Secondo me ci prova con te-
-Secondo me ci prova con tutte-
Paghiamo il conto, cioè Whalt lo paga, anche dopo che ho detto che se non mi avesse fatto pagare io non gli avrei più parlato e lui ha detto
-Allora non parlarmi, ma io non voglio passare da maleducato-
E il cameriere ci ha guardati e ha sorriso.
E la cassiera ci ha guardati e ha sorriso.
E, se non la smettono di non farsi gli affari loro, giuro li denuncio.
-Voglio portarti in un posto- dice. Dopo pochi minuti di macchina scendo e mi ritrovo su un picco che da su un grande lago.
-Ti piace?- chiede felicemente e si avvicina, ma non me ne accorgo, perché sono rimasta incantata. Quel posto è mozzafiato. Bellissimo.
-E'..E'.. E' stupendo- Mi prende la mano e quando automaticamente la scanso la gioia sparisce dai suoi occhi, dando il cambio alla solita freddezza.
-Scusa i-io.. non volevo- balbetto.
-Non ti devi scusare, forse sto correndo troppo, è solo che con te sto bene.- dice e finalmente il freddo dei suoi occhi sparisce,lo specchio si incrina sempre di più. Mi faccio coraggio e gli chiedo
-Perché tutti dicono che non sei mai stato con una ragazza? Cioè una ragazza di quelle che ti sbavano dietro. Potresti averne a milioni e....-
Lui ride mentre sto ancora parlando. Una risata amara. Intanto ci spostiamo e andiamo a sedere su una panchina.
-Hai freddo- nota mentre intanto io sto remando. Mi da la sua felpa ma io la rifiuto.
-Allora almeno accetta un abbraccio-. Non c'è malizia in questo suo gesto, solo amicizia e qualcosa che ancora non capisco, ma ha solo buone intenzioni.
Annuisco e lui mi circonda con due braccia forti. Subito divento rossa, menomale che è buio.
-Però non hai ancora risposto alla mia domanda signorino-
-Io... - risponde e così, ancora abbracciato a lui, lo guardo e vedo i suoi occhi rivolti di sotto dal dirupo. Evita il mio sguardo.
-...non stavo con nessuna perché nessuna era... quella giusta. Loro pensano solo ad 'apparire' e dentro sono marce. Mentre tu...- sospira e si volta a guardarmi, l'abbraccio si fa più debole
-... Tu sei diversa, non pensi cosa dice la gente di te, tu sei pura.-
Queste parole mi colpiscono come un machete.
"Ah, Whalt caro, se solo tu mi conoscessi non diresti più così"
Cambio subito argomento, mi alzo sciogliendomi dal suo abbraccio e vado sull'orlo del dirupo guardando il lago di sotto circondato dagli alberi.
-Emh... dì la verità, quante ragazze hai portato qui?- chiedo.
Lui ride divertito
-Due- Nota la mia faccia delusa
-Mia sorella... e te- Adesso si è avvicinato al dirupo e mi sta accarezzando una spalla, gioca coi miei capelli.
-Senti Whalt io...- mi volto e mentre lo faccio il mio piede scivola dal dirupo, portando giù anche il mio corpo.Urlo. Urlo con tutto il fiato che ho in corpo. Sono appesa solo per una mano mentre l'altra penzola inerme al mio fianco. Mi sento come paralizzata
-Talya!- grida Whalt e mi afferra la mano libera con uno slancio.
-Guardami negli occhi! Fidati di me, lascia andare l'altra mano e afferra la mia!-
Lo ascolto, tra i battiti accelerati del cuore che sento in gola. Faccio come ha detto, gli do la mia mano e la mia fiducia e intanto mi perdo in quegli occhi grigi, che adesso sembrano due lune. Mi tira su e io mi getto tra le sue braccia. All'inizio è sconvolto quanto me da questo gesto, poi mi stringe e comincia a calmarmi.
-Oggi è la seconda volta che ti salvo, quando finirai di metterti nei guai?- mi sussurra in un orecchio. Rido.
-Grazie-. Lo abbraccio di nuovo, poi accorgendomi di quello che ho fatto arrossisco e mi scosto da lui.
Da quando sono così dolce? Di solito con i ragazzi finivo per litigare oppure nemmeno ci parlavo, figuriamoci abbracciarli e ringraziarli. Cosa mi sta succedendo?
-Adesso dobbiamo andare, si è fatto tardi e mio padre sarà in pensiero- guardo l'orologio... 22:30.
-Emh... pensavo fosse più tardi- Sorrido come un bambino quando viene scoperta la sua marachella. Whalt ride, una risata sincera.
-Okey vieni, guarda cosa ho portato?- Tira fuori dalla macchina un pacchetto di marshmallow.
-Che ne dici di obbligo o verità?-

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