Capitolo 6 - La festa

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Esco di fretta. Mentre cammino ripenso al sogno che ho fatto. Logan. Quel ragazzo ha il potere di farmi arrabbiare e sognare allo stesso tempo. Ma perché l'ho sognato? Mi piacerà forse? No, inpossibile, a malapena lo conosco e mi ha presa in giro per tutto il tempo. Dovrei parlarne con Whalt. Ma c'era anche lui nel sogno. Mi guardava con aria delusa.
Sogni del cazzo.
Suono il campanello e Jess, già tutta vestita a festa, mi apre.
-Muoviti pigrona, abbiamo cinque minuti per prepararti!-
Un turbinio di vestiti, trucco e scarpe mi circonda mentre Jess compie la sua 'opera'. Mi ritrovo un vestito mono spalla azzurro cielo semplice, stile impero, e delle scarpe con un tacco accettabile.
-E' perfetto... Questa sono io, non quella Barbie che avevi creato l'altra sera-
-Hai ragione, infatti ho visto le foto e non avevi il mio vestito- Mi guarda come per rimproverarmi.
-Ehy, chi ci ha fatto delle foto e perché?- chiedo subito arrabbiandomi.
-Cosa pensi, Whalt non è mai uscito con nessuna e d'un tratto arrivi tu e dopo neanche tre minuti vuole uscire con te... Certo che tutti vogliono avere le tue foto!- ridacchia. Ci avviamo verso la festa. Appena svoltiamo l'angolo sento un rumore infernale provenire dal fondo della strada.
-Penso che la festa sia là- urlo per sovrastare la confusione. Si è fatto buio e quando arriviamo il salotto è pieno di gente che balla, beve e si diverte. Il caos.
-Jess forse è meglio se...- Mi giro ma subito lei si è vaporizzata.
"Perfetto, tutta la sera da sola".
Cerco un posto tranquillo. Dentro le persone sono intente a ballare, strusciarsi, sbaciucchiarsi, a bere o a fumare (non chiedetemi cosa, non voglio approfondire).
Fuori c'è un'enorme piscina. Mi siedo sul bordo e ricomincio a pensare a Whalt. C'è forse un collegamento che non riesco a vedere tra lui, miei sogni e i miei sentimenti? No, lui ha tutto quel gruppo di ragazze che lo adorano, perché dovrebbe volere me? Ho frainteso tutto, così mi illudo e basta. Alla fine succederà come sempre: ci sarò io che mi innamorerò di un ragazzo impossibile e lui che nemmeno mi calcolerà.
Forse sta con me solo per colpa di una scommessa persa, del tipo: "Se perdi esci con la più sfigata della scuola".
E Logan? Non esiste un nesso loguco che comprenda me, lui e Whalt. E poi, lui ha le 'top', io sono solo un divertimento, un gioco. Sto perdendo il mio carattere da dura, non sono più la ragazza che i maschi indicavano dicendo "quella è Talya, meglio non avvicinarti o ti staccherà le palle". Tutte queste persone sono diverse da me, tutta questa gente... A volte mi sento proprio un aliena, diversa da tutti in un mondo sconosciuto.
-Come mai così bella e così sola?- Quei due occhi blu sbucano da dietro la porta.
-Non sono bella e poi non sono fatta per le feste. Forse è meglio se me ne torno a casa- Faccio per alzarmi ma lui mi blocca per il braccio. Mentre mi scanso da lui scivolo sul bordo della piscina. Mille aghi freddissimi trafiggono ogni centimetro del mio corpo e un velo cala sui miei occhi, appannando ogni riflesso o forma.
-Aiut...- Grido mentre l'acqua mi sommerge. L'ultima cosa che vedo è Logan che si toglie la maglietta e si tuffa mentre le persone attorno lo guardano confuse. Poi sprofondo per quelle che sembrano ore, tutto è blu scuro, azzurro e nero screziato da delle macchie colorate delle luci. L'acqua spinge sempre più forte e riesce a entrarmi nei polmoni. Una stanchezza e una pesantezza disumane mi sconvolgono e chiudo gli occhi.
Ad un tratto mi sento afferrare per la vita e dopo quella che pare un'eternità riemergo fuori dall'acqua. Apro la bocca e respiro, facendo uscire dalla mia bocca un fiotto d'acqua mentre i polmoni cercano ossigeno. La gente ci guarda ancora, ma Logan la ignora. Ha le pupille dilatate dal terrore e il suo petto si alza e abbassa velocemente, ma c'è qualcos'altro nel suo sguardo, qualcosa di opaco e lontano. Come se stesse ricordando una scena e la stesse rivedendo coi suoi occhi. Mi fa sedere su una sdrauo mentre la piccola folla attorno a noi si disperde.
-Ehy, tu stai tremando- mi fa notare. Non me n'ero neppure accorta, presa dal momento.
-Dai vieni su, ti do dei vestiti asciutti. Hai la stessa taglia di mia cugina.-
Rientriamo in casa e, facendoci largo tra la gente, saliamo le scale.
-Sei stanca?- mi chiede dopo il terzo sbuffo che faccio.
-No... non è per quello- borbotto fermandomi e lui fa lo stesso. Sono due scalini più in su di lui ed è lo stesso più alto di me di almeno cinque centimetri.
-E allora perché sei così irritata?- chiede allargando le braccia.
-Perché ne ho abbastanza di essere salvata. Prima Whalt, ora tu- Un'ombra passa sul suo sguardo quando dico quel nome -Non sono una principessa- Gli scappa una risata amara.
Entriamo in una stanza e l'unica cosa che riesco a pensare è "OH MIO DIO".
Le pareti sono di un risa confetto scuro, il letto a baldacchino è rosa, come anche le tende che lo circondano, e i cuscini bianchi e fucsia a strisce, l'armadio è rosa antico e invecchiato, come la scrivania. Una porta scorrevole (rosa) indica la presenza di una cabina armadio. C'è una sola persona che può arredare così la sua camera..
-Tua cugina... E' Michelle? Ma lei incarna ogni genere di stereotipo sulle bionde stronze che popolano questo Paese!- strabuzzo gli occhi. Lui ride sorpreso della mia reazione.
-Già, che fortuna eh?- E mima il gesto di strozzarsi. Trattengo una risata, ancora non mi fido di lui. Mi ha trattata male tutto questo tempo e anche se si è scusato e mi ha (diciamo) salvato nella piscina non sono convinta delle sue azioni. Sembra accorgersene, ma non ci pensa su molto.
-Questi sono i vestiti che metteva prima di diventare.. Quella che è ora, una 'top'- Fa una faccia disgustata.
-Se non ti piacciono così tanto allora perché ci stai?- sputo fuori acida.
Mi allontano da lui ed apro il gigantesco armadio. Prendo i primi jeans e maglietta che trovo ed entro nella cabina armadio, iniziando a spogliarmi.
-Perché ci sto? Sono loro a venire da noi, e poi, sono solo un divertimento, nessuna cosa seria.-
Adesso si che mi fa ancora più schifo. Usa le ragazze senza alcun rispetto. Esco e faccio per andarmene, ma lui mi ferma mettendomi una mano sulla spalla prima che giri la maniglia. Mi fa segno di sedermi sul letto accanto a lui con l'altra mano. Io rimango in piedi, così sospira e si alza. Si mette faccia a faccia con me, mi fissa con quei suoi occhi blu notte. Siamo a pochi centimetri di distanza, tre, due... Poi inaspettatamente mi prende per la vita e mi carica sulla schiena.
-Lasciami..- grido tempestando la sua schiena di pugni.
-Ho detto lasciami!- urlo scalciando. Credo di averlo colpito nei gioielli di famiglia. Ehi, che volete farci, mai far incazzare una White.
Mi mette di peso a sedere sul letto e si siede accanto a me.
-Te l'aveva detto di sederti, e visto che non l'hai fatto, l'ho dovuto fare io- sorride e mi fa l'occhiolino. Non ricambio e continuo a fissarlo.
-Senti so che non ti fidi di me-
"Mi hai letto nel pensiero, caro" penso tra me e me
-Ma io ci tengo a essere tuo amico-
I suoi occhi incollati sui miei sono quasi come delle calamite e posso notare il cambiamento di colore.
-Sei diversa dalle altre e per una volta penso di potermi fidare di una ragazza- Mi prende le mani tra le sue e quando cerco di spostarle le stringe con forza.
-Non sto scherzando Talya. Voglio che diventiamo amici. Ho sbagliato a dirti quelle cose e a trattarti così male, ma adesso voglio ricominciare.-
-Cos'è, ti ha mollato quella ragazza che hai baciato? Oppure le tue amiche si sono accorte che sei solo un donnaiolo? Anzi, forse hanno aperto tutti gli occhi e si sono accorti che non sei perfetto come dai a vedere e che...- Mi abbraccia di colpo senza lasciarmi finire. Non capisco. Cerco di staccarmi ma lui mi stringe a sé.
-Non ti ricordi ...?- mi sussurra nell'orecchio
-Non ti ricordi di quel bambino che tutte le estati faceva il giro del vicinato solo per vederti, quel bambino che di nascosto ti guardava giocare con Jess, quel bambino che voleva solo essere tuo amico, quel bambino che parlava fieramente di te a tutti i suoi amici, quel bambino che la notte tirava i sassolini alla tua finestra solo per vederti affacciare, quel bambino timido che non ti ha mai rivelato quello che provava, quel bambino che ti ha salvato dal fiume?- Si stacca dall'abbraccio e affonda nei miei occhi. Trovo una sorta di malinconia e di nostalgia nel suo sguardo.
-Quel bambino ero io-

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