Capitolo 18

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Il sangue gelato nelle vene. I peli ritti e la pelle d'oca su tutto il corpo. Gli occhi spalancati e le pupille dilatate. Quel grido. Disperazione, sorpresa. Paura.

-TALYA! NOO!- urla Jess, ma non mi fermerò per niente al mondo. Come si può ignorare una richiesta d'aiuto così esplicita?

Il rumore veniva dal pet-shop. Sento un gran trambusto da fuori e sto per aprire la porta del negozio quando sento una fitta lancinante al braccio sinistro. Mi volto giusto in tempo per vedere il volto rosso di Jess e la sua mano stretta intorno alla mia in una presa mortale. Strattono il braccio ed entro dentro furiosamente. La scena che mi si presenta davanti agli occhi mi fa venire ancora più brividi. Roy tiene tra le braccia una signora sulla mezza età, gli occhi sbarrati e la bocca socchiusa.

Appena ci vede entrare si trascina verso di noi con la donna.

-Grazie al cielo Talya! Questa signora si è avvicinata alla teca di Rifen mentre lui dormiva. Lui ha sentito la sua presenza si è svegliato di colpo, facendola spaventare e svenire. Ha la pressione molto bassa. Tienila, io chiamo l'ambulanza- dice e sparisce dietro il bancone. Rivolgo lo sguardo alla faccia sorpresa della mia amica, poi guardo la signora che ho tra le braccia: non è molto alta, ma ha un fisico asciutto per la sua età, capelli biondi e occhi azzurri, che sminuiscono ancora di più i miei insignificanti occhi e capelli scuri. Mi da l'idea che da giovane sia stata una ragazza fresca e bella.

"Cosa che io non sarò mai"

Roy torna e cammina nervoso intorno alla gabbia di un povero criceto terrorizzato e io lo convinco a calmarsi e sedersi sull'unica sedia del negozio, poi vado a vedere come sta il serpente. Incontro di nuovo i suoi occhi e scorgo una punta di divertimento. Che colpa ha lui se quella donna non regge la vista di un povero rettile?

"Vuoi divertirti, eh?" penso amaramente sorridendo a Rifen. Lui in cambio striscia verso di me dentro la sua teca e fa guizzare la lingua fuori dalle labbra sottili.

"Non con me bello" rispondo secca al mio conversatore immaginario.

Adesso che ci penso, tutto il terrore che si era impossessato di me era inutile e insensato. Era solo svenuta una donna, e per la vista di un serpente. Niente di che. A Londra avevo visto anche di peggio, come scippi, rapine o atti vandalici in corso. Sento le sirene suonare in lontananza e quando arrivano portano via la donna, che da un po' mormora nel sonno parole sconnesse come "bestia", "serpenti" o "Waffles". Non capisco la causa di quest'ultima.

-Adesso dobbiamo andare- dice freddamente Jess dopo che gli infermieri se ne sono andati.

-Cosa? Oh... Ok- risponde triste Roy, poi mi si avvicina e mi abbraccia. Io rimango lì immobile, freddata, senza sapere esattamente cosa fare mentre le sue braccia quasi mi stritolano, poi sciolgo l'abbraccio.

-Per ringraziarti Talya- sorride e cammina fino a delle vasche piene d'acqua.

-Emh.. Di nulla- concludo imbarazzata e mentre esco dietro la mia amica lo vedo dare da mangiare ai pesci.

-Che tipo strano- ammetto mentre saliamo in macchina. Chiudo lo sportello e guardo il posto del conducente... vuoto. Perché Jess non è salita? Riapro lo sportello e appena metto piede a terra sento la sua fragorosa risata.

-Non ti ricordi, stupidella? La macchina non parte!- riesce a dire tra una boccata d'aria e l'altra.

-Già, è vero!- esclamo e mi sbatto la mano sulla fronte, scoppiando a ridere a mia volta.

-Ok, ma adesso basta risate, è una cosa seria- interrompe lei e finalmente mi calmo (un po').

-Chiamiamo un taxi?- chiedo incerta mentre ci avviciniamo al cofano della macchina e ci sediamo sopra.

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