Dire che ho la nausea è poco. La strada è stata tutta curve e ci siamo persi ben tre volte prima di incontrare un altro centro abitato (o, per meglio dire, "civilizzato"). Mi sento tutto sottosopra, tengo le mani strette allo stomaco e la bocca ben chiusa. Quando scendiamo dal taxi del pazzo maniaco pirata delle curve, gli diamo i soldi e subito ci allontaniamo in una coraggiosa ed eroica ritirata.
-Ragazze, il resto- urla l'uomo sventolando fuori dal finestrino alcune banconote.
-Se le tenga pure!- grida di rimando Jess.
L'auto riparte con una sonora sgommata e, quando le vertigini sono passate, alzo lo sguardo sulla mia amica. Ha la faccia di una malsana sfumatura verdognola e gli occhi spalancati. Io non devo avere certo un aspetto migliore.
-Che bel compleanno- sussurro, ma sembra che lei mi abbia sentita e mi guarda di sbieco.
-Talya, stai bene? Mi sembri un po' pallida?- chiede preoccupata.
-Tranquilla, sono sana come un pesce- dico.
Poi, come a voler sottolineare la mia affermazione, mi accascio a terra e vomito.
"Un pesce morto" aggiungo dentro di me.
Sento subito le mani di Jess sulla mia fronte, ma sono troppo scossa dai tremiti per rendermi contro di altro. Quando il dolore allo stomaco si ferma, mi scopro madida di una leggera patina di sudore ghiacciato. Mi alzo troppo in fretta e ricado nello stesso punto. Vedo la mia amica venire verso di me per sorreggermi, ma alzo una mano verso di lei come per respingerla.
-Sto bene- brontolo poco convinta mentre cerco di rialzarmi, stavolta più lentamente, mentre un'espressione di disgusto appare sul mio volto.
-Una che ha appena vomitato corpo e anima come te non può dire di "stare bene"- dice imitando la mia voce in un un falsetto stridulo. Mi tende la mano e mi aiuta a rialzarmi. Fruga nella sua maxi borsa e ne tira fuori dei fazzolettini umidificati e una bottiglietta d'acqua. Se mai esisterà un vero supereroe, beh, quella sarà la sua borsa.
Bevo un grosso sorso d'acqua e mi risciacquo bene la bocca, prima di ingoiarne una bella sorsata. Mi pulisco la faccia e le mani con i fazzolettini, mentre un odore di vaniglia e fragola mi riempie le narici e quasi risento i conati salire.
"Sono talmente acida che mi danno noia pure le salviette extra-dolci di Jess" ammetto amaramente.
Quando mi sento un po' meglio, la mia amica mi aiuta a camminare e insieme andiamo a casa sua.
-Jack! Mamma! C'è qualcuno in casa?- grida appena varcata la soglia. Niente. Nessuna risposta.
Mi trascina da una stanza deserta all'altra, in cerca di qualcuno, poi si lascia cadere sbuffando sul divano.
-Ci mancava questa! Son tutti fuori! E adesso cosa...- borbotta, ma in quel momento il suo telefono prende a squillare. La sua mano si muove agile e dopo pochi secondi ha già il dispositivo incollato all'orecchio.
-Si?- dice all'altro capo del telefono.
-Si, certo... A che ora?- altri secondi di silenzio.
-Ok, saremo lì- e chiude la chiamata.
-Chi er...-
-Indovina un po'?- esclama entusiasta senza nemmeno farmi finire di parlare.
-Ci hanno appena invitate a una festa! E' una festa segreta, ha detto che due ragazzi mascherati- dice tutto d'un fiato, fermandosi solo per aggiungere "uhuuu che romantico" poi riprende -ci verranno a prendere alle 21, qui a casa nostra!-
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Niente accade per caso ❤
Teen FictionUna ragazza come tante, una vita come tante, ma dentro di lei c'è il mondo. Non è la solita storia del cattivo ragazzo e della ragazza timida, o quella della ragazzina problematica e il suo salvatore. Non è la solita storia dei due innamorati bellis...