La parola 'divertimento' non può esprimere quello che stiamo provando questa sera.
Film, popcorn, marshmallow, cioccolata, (si, sono una tipa ghiotta e adesso la NASA mi riconoscerà come nuovo pianeta) e ancora film, obbligo o verità, carte e altre cose di cui ho perso il conto.
Stavo giocando la mia mano vincente quando la vista comincia a annebbiarsi, tutto si fa più nitido e sento un piacevole tepore espandersi nel mio corpo.
-Ehy, Talya, stai bene?- mi chiede preoccupato Jack notando la mia reazione.
-Forse ha solo bisogno di dormire, come tutti noi umani, su portiamola a letto- conclude Jess e insieme al fratello mi sollevano e mi aiutano a stendermi nei due materassi uniti dove dormiamo tutti insieme, proprio come da piccoli.
Ricordo ancora i nostri posti: Jess a sinistra, Jack al centro e io a destra. Mi piaceva restarmene accoccolata nelle braccia del mio fratellone e non avere paura di Bubu (lui lo chiamava così il mostro che io immaginavo sotto il letto pronto a tendermi un agguato ai piedi).
-Ragazze, io me ne vado di là, almeno potete prepararvi. Quando avete finito fate un fischio- dice Jack uscendo dalla stanza.
Mi infilo il pigiama mugolando qualcosa che potrebbe essere 'sono stanca' come 'viva i waffle'. Jess si spoglia, si mette il suo pigiamone rosa e chiama il fratello, già pronto con indosso una maglietta a mezze maniche blu scura e dei pantaloni di tuta grigi. Mi lascio cadere a peso morto sul materasso e i due sono costretti a farmi rotolare a destra per poter entrare sotto le coperte. Sento due braccia forti che mi stringono da dietro.
-Whalt, smettila, voglio dormire- brontolo stancamente con voce roca al contatto di quelle grandi mani sui miei fianchi.
-Cos'è, non hai più paura di Bubu?-
Mi giro e vedo che invece di Whalt, dietro di me c'è Jack.
-Eh si- dice leggendo la mia espressione stupita -l'amore gioca brutti scherzi! Dai su, vieni e fatti abbracciare come ai vecchi tempi. Mi sei mancata molto-
Mi distendo nuovamente e ancora più confusa. Sento ancora le braccia che mi tirano a sé e mi ritrovo la schiena premuta contro un petto grande e tonico. Mi sembra proprio di essere tornata piccola, solo con una piccola differenza: prima ero segretamente innamorata di questo ragazzo, adesso per lui provo un'amore più da sorella, e soprattutto sento che lui prova questo affetto fraterno anche per me. Adesso la bambina che c'è in me salta di gioia canticchiando per questo abbraccio e spera che da un momento all'altro si giri e mi confessi che mi ama. Ma io mi accontento di essere tra le braccia della persona che mi ha protetta per tanti anni dai bulli, che spaventava Bubu e lo rispediva sotto il letto, che mi stringeva forte e mi faceva dimenticare tutti i problemi.
"Ma cosa sto dicendo? Sto diventando dolce? Whalt mi ha cambiata, non mi riconosco più... Devo smetterla di torturarmi con questi pensieri, nella vita si cresce e si cambia"
"E tu sei cresciuta in fretta e cambiata troppo"
"Sta' zitta tu!"
Dopo aver litigato un'ultima volta con la mia piccola mente contorta, mi addormento dentro questo abbraccio infinito, non prima di sentire la frase di Jack che è quasi un sussurro.
-Dormi Talya, che domani sarà una giornata moooooolto lunga-
Mi sento scuotere per un braccio, ma non ho nessuna voglia di alzarmi.
-Ancora cinque minuti, mamma- dico con la voce ovattata, visto che ho affondato il viso nel cuscino prima di parlare. Sento dei passi e delle voci, poi silenzio.
"Cos'è questo silenzio? Si saranno nascosti dietro la porta e vorranno saltarmi addosso appena mi alzo. Okay, accontentiamoli!"
Di malavoglia apro lentamente gli occhi, ma la luce che esce dalla finestra me li fa subito richiudere. Piano piano sollevo le palpebre e quando metto a fuoco la vista scatto in piedi urlando. Jess e Jack si erano messi con la faccia a tre centimetri dalla mia e quando ho aperto gli occhi mi hanno fatto perdere un battito.
-Ma siete impazziti per caso?! Mi volete morta?- chiedo mentre loro si stringono le mani sulla pancia e ridono sguaiatamente.
-Nono, non il giorno del tuo compleanno! Ci penseremo domani- dice tranquillamente Jack.
Già, il mio compleanno.
"Wow! Il mio compleanno! Nah, non riesco a fingere che questo giorno mi piaccia" penso amaramente. A Londra non avevo molti amici, preferivo restarmene da sola in disparte e farmi gli affari miei. Per questo gli altri mi consideravano timida o forse incerta, mentre non mi importava proprio niente di loro o di cosa loro pensavano di me. Così passavo tutti i miei compleanni insieme a mia madre e ai vecchi della casa accanto. La torta poi era una vera tortura (anche quando dentro non c'era la dentiera della vicina) . Mettevano il solito vecchio striscione dei miei 5 anni e ogni volte ci scrivevano sopra la mia nuova età, finché la scritta non divenne incomprensibile. La torta era una crostata per due presa al supermercato, le candeline venivano conservate ogni anno per essere riutilizzate. Questo era il compleanno tipo con mia madre. Per questo motivo io non sono entusiasta di festeggiare il mio compleanno, perché in fondo, è quello che hanno sempre dimostrato tutti: nessun interesse. Mentre, quando ero ancora in Canada, mio padre organizzava feste pazzesche, invitava tutti i miei amici e ricevevo ogni tipo di regalo e vestiti da favola.
Ogni bambina si aspetta regali stupendi, milioni di amici e una torta stupenda al suo compleanno. Io voglio che questo giorno passi in fretta. E anche molta,
-Ah già. Il mio "compleanno"- dico poco entusiasta mimando le virgolette con le dita.
-Su dai, 'Miss deprimente', andiamo a fare shopping!- urla felice come una Pasqua Jess e mi trascina fuori dal letto mentre io guardo implorante Jack perché mi tolga dalle grinfie di sua sorella in modalità 'pazza scatenata per la moda'. Mentre mi tira per un braccio trovo a malapena il tempo di sfilarmi il pigiama, mangiare due biscotti, infilarmi i jeans, la felpona grigia di lana, il cappotto e le scarpe ( che non ho allacciato) e mi porta già fuori nella sua auto rosa (molto discreta) mentre ho ancora i capelli spettinati in stile 'Heinstein che si è alzato col piede sbagliato'. Non ho nemmeno ripreso il fiato che preme sull'acceleratore e parte a tutta birra come se non ci fosse un futuro davanti a noi (peccato che ci sia il marciapiede, che evita con un 'aggraziata' manovra a 180° da Formula Uno).
-Ma dove mi porti? C'è per caso uno sconto al negozio di scarpe?- scherzo guardando fuori mentre le case sfrecciano accanto a noi.
-SCONTI? Dove? Ah, no scusa, è l'abitudine. Non so.. Dove vuoi andare?-
-Andiamo giù al centro commerciale e vediamo i negozi che ci sono lì?-
-Okay, signora festeggiata- ridacchia sotto i baffi.
Sbuffo e mi accascio contro il sedile. Da qui al centro commerciale ci vuole almeno un'ora, considerando il fatto che siamo in una cittadina sperduta nel mezzo al nulla. Mi preparo a una delle mie dormite da viaggio ma sento il telefono di Jess vibrare nella sua borsa. La guardo. Lei è tutta concentrata a guidare mentre canticchia l'ultima canzone di successo alla radio e non si è accorta di niente. Prendo il suo cellulare e vedo che le è arrivato un messaggio da Logan:
"Ehy Jess, cerca di farla stare il più lontano pos..."
Leggo la frase ma non riesco a finirla che l'autista mi strappa di mano il telefono.
-Oh! Ecco la spioncella! Co-cosa hai le-letto?- chiede mentre il suo tono si fa più incerto e il volto sbianca a mano a mano ce legge il messaggio.
-Niente! Ho visto che avevi ricevuto un messaggio e ho letto le prime frasi!- mi giustifico allargando le mani.
Pare sollevata dalla mia spiegazione e ritorna a cantare (o meglio, latrare) la canzone di prima. La guardo di soppiatto. Perché stava parlando con Logan e soprattutto, perché doveva tenermi lontana da nemmeno so cosa?
"Tu mi stai nascondendo qualcosa, Jessica Minard, e io lo scoprirò"
Spazio Autrice:
Ciao, vi piace come sta andando la storia? Commentate e fatemi sapere cosa ne pensate
-Leti-
STAI LEGGENDO
Niente accade per caso ❤
Teen FictionUna ragazza come tante, una vita come tante, ma dentro di lei c'è il mondo. Non è la solita storia del cattivo ragazzo e della ragazza timida, o quella della ragazzina problematica e il suo salvatore. Non è la solita storia dei due innamorati bellis...