Ricominciare

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CAP.3


La mattina la stanza del ragazzo era piena di persone felici di rivedere il loro amico nuovamente sveglio e sorridente, però nulla era cambiato dalla notte in cui si era svegliato.

Stiles aveva perso la memoria. Non ricordava nessuno. Non aveva riconosciuto nemmeno l'uomo che lo aveva cresciuto. Allo sceriffo poco importava, suo figlio era vivo e presto sarebbe tornato a casa.

Le ultime settimane erano state orrende, anche quella prima dell'incidente. Avevano smesso di parlare e tutto per colpa del loro orgoglio. Stare dietro la porta della sala operatoria, guardarlo steso in un letto di ospedale attaccato a delle macchine, osservare medici e infermiere che andavano e venivano per controllare i valori, l'odore dei disinfettanti e tutti quei rumori che gli erano maledettamente familiari, gli avevano fatto rivivere gli ultimi mesi di vita della moglie Claudia. Aveva rischiato di perdere il figlio, di perdere l'ultimo membro della sua famiglia. Temeva che le ultime parole che gli aveva detto erano "sei solo un bugiardo" e non "ti voglio bene".

Stiles era tornato a casa. Era immobile nella sua stanza. Si guardava intorno con aria spaesata e chiedendosi se lui fosse tipo da poster al muro, di fogli che indicavano posti in un bosco se tutto quello che vedeva davvero lo rappresentasse, però nulla gli fu familiare.

Scott e lo sceriffo si misero d'accordo su tenere Stiles all'oscuro del mondo del soprannaturale. Se avesse chiesto come mai la sua stanza fosse piena di appunti di qualche indagine avrebbero risposto che lui aiutava spesso il padre con qualche indagine.

Flash back

Derek aveva ascoltato il discorso fra lo sceriffo, e il neo alfa non era d'accordo sull'idea. Stiles doveva sapere tutto, lui sapeva sempre tutto, era impossibile nascondergli qualcosa.
- Stiles deve sapere. – Scott era rimasto solo, lo sceriffo era andato via con Stiles per riportarlo a casa.

- Tu non devi parlare! Se il mio migliore amico ha avuto un incidente quasi mortale, ha dovuto subire un intervento di ore ed ha perso la memoria è solo colpa tua! Credi che non abbia sentito cosa gli hai detto quando siete scesi giù? Finora me ne sono stato zitto, so che non volevi causargli tutto questo, però so che non si parla in quel modo ad una persona che prova qualcosa per te.

- Scott io... -

- Tu non ti avvicinerai a Stiles. – Scott aveva gli occhi rossi, quello che stava dando era un ordine da Alpha. Derek digrignò i denti e mosse la testa accennando un sì poco convinto.

Fine flash back

Non ci volle molto prima che Stiles ponesse quella domanda al padre che rispose prontamente quello che era stato stabilito ore prima.

- Stiles come mai non mi hai chiesto dov'è tua madre? –

Lo sceriffo si stava facendo quella domanda da quando il ragazzo aveva aperto gli occhi, qualsiasi ragazzo chiede sempre di entrambi genitori appena apre gli occhi in un letto di ospedale, ma Stiles non lo aveva fatto.

- Lei è morta quando io ero piccolo. – La risposta lasciò lo sceriffo di sasso.

- Ti ricordi di lei? Solo di lei? Perché? –

- Lo so. Come so come si scrive, si cammina o si parla... lo so. – Stiles non era riuscito a rendere l'idea di quello che nemmeno lui sapeva quale fosse l'idea che voleva esprimere.

- Capito. –

La giornata era stata lunga e quelle prossime sarebbero state peggio, Stiles lo sapeva. Doveva affrontare compagni e professori, visi che un momento prima erano familiari e quello dopo completi estranei. Sospirò rassegnato a quelli che per lui sarebbero stati giorni di una maratona estenuante.

Aprendo gli occhi quella mattina sapeva che sarebbe andato incontro a un gran mal di testa, e così fu.

Scott non era mai stato così puntuale. Era davanti la porta di casa Stilinski con un gran sorriso, pronto per portare a scuola il suo migliore amico e farlo sentire a proprio agio.

It's hard to forgetDove le storie prendono vita. Scoprilo ora