CAP.9
Quando Stiles riaprì gli occhi era notte, il padre doveva averlo lasciato dormire. La sua pancia brontolava per la cena che non aveva ricevuto. La fame lo aveva fatto scendere, sperando che l'uomo gli avesse lasciato la cena nel forno o in frigo. Mentre raggiungeva la cucina, Stiles ripensava al sogno che aveva fatto, era molto reale e non era la prima volta che sognava un ricordo.
Aveva sognato il giorno dell'incidente, o meglio, lo aveva visto come uno di quei passanti che erano lì, l'immagine dell'auto che gli andava addosso gli fece venire qualche brivido di freddo di terrore, riviverlo lo aveva spaventato. Un'altra cosa che lo faceva riflettere era la discussione con Derek, non l'aveva capita, parlavano di sentimenti e cotte, perché parlare di quell'argomento con Derek poi? Lui non era certo il tipo con il quale confidarsi.
Nel forno aveva trovato il piatto di carne con delle patate come contorno, dopo avergli dato una breve riscaldata lo ripulì come uno che non mangiava da giorni. Dopo aver mangiato tornò nella sua stanza e si mise al computer, però qualcosa non andava bene. Stiles sentiva che mancava ancora qualcosa a quel ricordo incompleto, l'idea di andare a chiedere all'Hale gli aveva sfiorato la mente ma era sicuro che l'uomo non gli avrebbe detto nulla, per il suo migliore amico era lo stesso, era certo che non avrebbe parlato.
La mattina il padre lo aveva trovato seduto al computer a giocherellare con una penna. I tic nervosi erano aumentati dalla perdita di memoria, solo perché il ragazzo aveva fretta di ricordare: riacquistata la memoria sarebbe tornato ai suoi normali livelli di iperattività.
Stiles aveva trovato una scusa perché per quel giorno non aveva voglia di andare a lezione, l'emicrania era diventata un'ottima amica e, soprattutto dopo l'incidente, aveva imparato ad usarla come scusa per non andare a lezione e restare a casa a giocare con qualche videogame.
Non appena lo sceriffo uscì per andare a lavoro, Stiles attese qualche minuto per sicurezza ed uscì da casa anche lui, non aveva voglia di stare chiuso dentro. L'estate ormai era alle porte e le belle giornate ti strappavano dalla monotonia del pigiama e delle console.
Sapeva dove andare, nel luogo che stranamente lo faceva sentire in pace con il mondo: la vecchia villa Hale. Quella parte del bosco fungeva da tranquillante per lui e la sua testa, la prima volta che era andato aveva trovato Derek e aveva incontrato gli occhi blu, le altre volte invece era stato solo con se stesso.
Derek non aveva chiuso occhio per tutta la notte, la presenza del giovane si faceva ancora sentire per il suo loft. Ripensare alla conversazione lo agitava.
Stiles lo aveva davvero perdonato? No, non era il vero Stiles a parlare, era il ragazzo gentile che non lo conosceva davvero.
Il vero umano si sarebbe infuriato e gli avrebbe urlato contro tutto quello che pensava realmente, com'era successo con la Blake, quello che gli aveva sempre sputato addosso la verità dei suoi pensieri, quello che aveva imparato ad amarlo per quello che era e che lui aveva ucciso.
Qualcosa continuava a muoversi nel petto del lupo, sembrava che una qualche strana creatura si stesse facendo strada per poi uscire squarciandoglielo, in alcuni istanti poteva sentire un dolore fitto e intenso.
Infastidito si alzò dal letto per raggiungere la sua vecchia villa, quel posto era un toccasana per la sua anima, sembrava che i suoi demoni si quietassero in quel posto, forse perché incontravano i demoni del suo passato.
Non si sorprese nel trovare il ragazzo seduto lì, sembrava quasi che l'avesse dato per scontato. Sapeva che quella pseudo confessione lo aveva scosso e per un primo momento aveva pensato di tornare dietro, Stiles non lo aveva ancora visto, ma s'impose di non scappare e raggiunse l'umano sedendosi al suo fianco.
Stiles non disse nulla riguardo la presenza dell'uomo, in fondo quella era la sua vecchia casa e faceva parte di un passato che non gli apparteneva più. Anche lui aveva una situazione simile, intorno aveva volti e dettagli di una vita che non gli apparteneva più.
- Ho sognato l'incidente. – Stiles aveva sentito il bisogno di dirglielo, di essere sincero nei confronti di Derek. – però non ho capito la lite, ho sentito il dolore che ho provato quel giorno però non capisco, perché abbiamo litigato? –
I battiti di Derek avevano accelerato, l'aria intorno a lui era diventata pesante, nemmeno prima di una battaglia si sentiva così ansioso.
- Dovrai scoprirlo da solo. –
Derek si era alzato e stava scappando un'altra volta, poteva ordinarsi di non farlo tutte le volte che voleva, però le sue paure erano più forti, vincevano sempre su di lu. Si stava odiando ancora e sempre di più, poteva rivedere lo sguardo di delusione che aveva quel giorno Stiles, poteva rivedere la delusione sul suo volto.
Una mano lo aveva afferrato, Stiles lo aveva fermato e costretto a girarsi per guardarlo dritto in faccia.
- Non so cosa sia accaduto o cosa io ti abbia fatto per farti scappare da me, però adesso abbiamo una possibilità per ricominciare da zero. –
- Non possiamo Stiles, io non posso. –
- Cazzo... perché? – Stiles aveva stretto la presa sul braccio del lupo e quella domanda l'aveva ringhiata.
Derek afferrò la testa del ragazzo e fece congiungere le loro labbra. Stiles sgranò gli occhi, però non riuscì a muoversi. Ad un certo punto il suo corpo da rigido si sciolse, la mano che stringeva il braccio del lupo lasciò la presa per scivolare via.
- Perché tu desideravi questo ed io non sono capace di dartelo. –
Aveva sussurrato Derek dopo aver interrotto quel contatto. Non se ne accorse o diede la colpa al momento, ma staccarsi dal ragazzo gli era costato molta forza, subito dopo Derek lo aveva lasciato andare e dandogli le spalle era ritornato verso la sua auto.
- Non mi pare che tu ora abbia avuto difficoltà. –
Stiles credeva di averlo detto fra sé, non pensava che Derek avrebbe potuto ascoltarlo e che le sue parole avrebbero alimentato la creatura che si stava facendo strada nel suo petto.
Il ragazzo rimase fermo a guardare il lupo sparire fra gli alberi, quel gesto lo aveva fatto sentire come se fosse appena uscito da un incontro di pugilato, ovviamente lui era quello che era stato sconfitto.
Quello che rimane steso a terra, che ascolta la voce dell'abito contare fino a dieci, che non ha più le forze per lottare, che se anche volesse farlo non potrebbe perché tutto il corpo è dolorante a causa dei colpi e di scosse di dolore, gli occhi gonfi che non sopportano nemmeno la luce.
Alla fine tornò a casa riflettendo su quello che era accaduto. Era uscito sconfitto da una battaglia che lui neanche ricordava di aver lottato, nonostante adesso alcune cose gli fossero chiare, come il comportamento di Derek che lo allontanava sempre, o il fatto che il suo ricordo lo tranquillizzasse la notte, altre non le capiva. Domande nuove nascevano nella sua testa confondendolo ancora di più.
Derek era tornato nel suo loft, nonostante il sole lo riempisse di luce e di colore, lui si sentiva avvolto da un buio freddo.
Stiles aveva ragione: non aveva avuto nessuna difficoltà nel compiere quel gesto, gli era venuto naturale. Non sapeva come spiegargli che lui non poteva dargli quello che voleva, che non ne era capace e che era la persona sbagliata alla quale dedicare i suoi sentimenti, sarebbe stato capace solo di bruciarli.
Avrebbe bruciato la purezza di quell'anima.
Baciarlo era stato avventato, però era servito a chiarirgli cosa esattamente fosse accaduto fra loro e perché lui temeva i suoi ricordi, però da quel momento si sarebbero messi entrambi l'anima in pace, sarebbero andati entrambi per le loro strade e le loro vite sarebbero state divise.
Che quel bacio fosse stato un addio? Forse.
La notte aveva avvolto la città, le stelle cominciavano ad apparire nell'oscurità per portare un po' di luce e calore in quel manto nero e freddo che era il cielo notturno.
Stiles non riusciva a dormire, come poteva farlo? Le labbra di Derek erano ancora vive sulle sue.
Se Derek l'avesse baciato prima dell'incidente, avrebbe dimenticato il bacio? Questa domanda era nata spontanea mentre il ragazzo continuava a guardare lo spicchio di Luna che sembrava sorridergli timida.
Derek era fuori dal loft loft, appoggiato al muretto di quello che teoricamente sarebbe dovuto essere il balcone dell'appartamento, ogni tanto dimenticava di averlo.
Anche lui stava guardando la Luna, però a lui non sorrideva, aveva smesso di sorridergli da tanto tempo, da quando le sue mani avevano iniziato a macchiarsi di sangue e il colore dei suoi occhi era diventato blu acciaio.
Non era la Luna a tormentarlo in quel momento, erano le labbra del giovane, il loro calore bruciava ancora sulle sue.
Se lo avesse baciato prima dell'incidente, lo avrebbe ricordato come il colore dei suoi occhi? Derek scacciò la domanda scuotendo la testa.
Due persone stavano guardando la stessa Luna che appariva diversa ai loro occhi, o meglio, alla loro anima.
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It's hard to forget
Fanfiction(CONCLUSA) DAL CAP.1 Da quando si era scoperto chi fosse il Darach, da quando Scott era andato via con Deucalion, da quando il padre era stato rapito da quella pazza e lui aveva dovuto accogliere l'oscurità nel suo cuore per salvarlo o semplicement...