Occhi

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CAP.4

I sogni di Stiles non andavano bene, sembrava quasi che qualcosa lo perseguitasse nel buio della notte. Più volte si era risvegliato urlando e tremando, lo sceriffo era sempre corso ad abbracciarlo per fargli percepire la sua presenza e che in quel momento fosse al sicuro.

Credeva fosse a causa della perdita di memoria e che quello che sognava fosse normale, però sentiva che c'era qualcosa che non quadrava, sembrava che quell'ombra lo perseguitasse anche da sveglio. Si era ritrovato spesso a non veder bene le scritte e a confondere la realtà dal sogno.

Lo sceriffo sapeva cosa stava accadendo al figlio, aveva già passato tutto quello e non sapeva com'era riuscito a risolverlo, sapeva solo che in un modo lui e Scott avevano chiuso la porta dell'oscurità. Come poteva spiegare una cosa del genere a uno Stiles ignaro di tutto?

Scott percepiva il cambiamento nell'amico e il volto dello sceriffo quella mattina a scuola gli diede la conferma di cosa stava accadendo. Parlò con Deaton a proposito del rituale e della perdita di memoria di Stiles. Doveva solo fare quello che aveva fatto precedentemente. Questo fu il suggerimento del dottore, era anche l'unica soluzione, tutto dipendeva da Stiles.

Stiles. Per Scott era un mistero cosa il suo migliore amico avesse fatto per affrontare i suoi incubi, non glielo aveva mai chiesto, e ora si malediceva per non averlo fatto. Cos'era stato per Stiles? Per lui era stato aiutare Malia, per Allison la vicinanza di Isaac, per Stiles? L'aiuto di Lydia?

La rossa in quel momento forse era l'unica che avrebbe potuto capirci qualcosa, e provarci non costava nulla.

- Lydia, devi aiutare Stiles! – Scott si mise affianco della ragazza che era intenta a passarsi il lucidalabbra.

- A fare che? Sono una banshee, non mago Merlino! Non posso fargli tornare la memoria. –

- Ha nuovamente problemi con l'oscurità. – Lydia smise di ripassarsi il trucco e chiuse subito il suo armadietto.

- Non ha memoria, il rituale però è rimasto, quindi gli effetti si stanno rimanifestando, però non sa cosa potrebbe nuovamente bloccarla. –

- Tu sai qualcosa? Voi due eravate insieme quel giorno nel bosco. –

- Mi ha aiutata con una trappola Scott, però non so cosa gli abbia dato realmente fiducia. Solitamente è una persona cara o che ti è vicino. –

- Capito. Puoi provare a parlarci? – Lydia fece di cenno di sì con la testa, anche lei era preoccupata per il ragazzo.

Stiles stava guardando fuori, nei parcheggi della scuola. Sembrava che mancasse qualcosa, si aspettava come di vedere qualcuno lì fermo ad aspettarli. Scosse la testa cacciando quella sensazione di ricordo mancato che da tempo lo perseguitava. Ogni volta che stava per ricordare, una forza lo bloccava, come se fosse un brutto ricordo.
Lydia lo affiancò con uno dei suoi migliori sorrisi che il ragazzo ricambiò serenamente. Quella ragazza gli emanava una luce di conforto che lo rilassava.

- So che stai facendo dei brutti sogni. –

- Scott... credo siano qualcosa di più che degli incubi. –

- Secondo me tu hai un edema celebrale, ovvero, la tua diagnosi è tanto fisiologica quanto psicologica. – Stiles la guardava, però non capiva cosa esattamente la ragazza gli stesse dicendo. – non dipende tanto dalle tue lesioni è come se la tua mente si fosse chiusa, è una difesa per reagire al trauma. Puoi ricordare, ma non vuoi farlo per paura. –

- Logico. – Non ebbe il coraggio di ribattere una sola parola.

- Cosa vedi nei tuoi sogni? Immagina come se i tuoi sogni facessero parte di una stanza della tua testa e che per farli smette devi solo chiudere la porta. –

It's hard to forgetDove le storie prendono vita. Scoprilo ora