Vecchie ancore

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CAP.25

Derek era seduto al centro del suo loft, avevo chiuso gli occhi e respirava profondamente. Aveva bisogno di tutta la sua concentrazione, del silenzio e di aprire la mente al mondo che lo circondava, doveva focalizzare ogni minimo dettaglio, paragonare la sua vecchia vita con la nuova, aveva bisogno di capire quale sarebbe stato il suo nuovo appiglio, cercare quell'ancora che gli avrebbe permesso anche solo di poter stare nuovamente al fianco del ragazzo, senza la paura di ferirlo.

Da un paio di giorni erano iniziate le vacanze estive, dettaglio che gli era completamente passato per la testa. Derek aveva ormai dimenticato la vita scolastica, la frenesia degli ultimi giorni di scuola, aveva dimenticato cosa volesse dire essere un adolescente, vivere il mondo attraverso quegli occhi che non vedono l'ora di crescere per poter fare quello che si vuole e non dover ascoltare le regole dei genitori.

Quel giorno avrebbe cercato in quella parte della sua vita, avrebbe analizzato la sua prima ancora, quella che aveva trovato dopo Paige, cioè il desiderio di crescere e non dover avere paura della madre, non sottomettersi alle sue leggi e di poter fare da solo le sue scelte, all'epoca la sua ancora era "la crescita".

Per un nato lupo cercare l'ancora sarebbe dovuta essere una cosa semplice, una cosa che viene insegnata dalla nascita, però era sempre un discorso molto soggettivo, o almeno per lui lo era. Non è mai stato bravo, le sue scelte erano sempre molto personali, e per questo in quel momento si trovava in difficoltà nell'individuarla, doveva essere un semplice lavoro di visualizzazione, doveva trovare la ragione per la quale doveva tenere sotto controllo il lupo.

La sua prima ancora era andata in frantumi con l'incendio, in qualche modo si era anche realizzata, si era trovato costretto a crescere, ad affrontare quell'amara realtà che Kate Argent gli aveva "donato", quando tutta la sua famiglia era stata bruciata viva. La crescita era diventata rabbia.

Rabbia che lo aveva accompagnato fino a quel momento, che lo aveva spinto a vivere e a lottare per quello che credeva giusto. In alcuni momenti temeva che si fosse anche trasformata in vendetta, il desiderio di uccidere una persona con le proprie mani per vendicare qualcuno, quel fuoco che ti brucia dentro fino a consumarti, però l'incontro di Scott e gli altri in qualche modo lo avevano frenato.

Scott. La prima volta che lo aveva incontrato lo aveva visto come strumento per arrivare a scoprire chi avesse ucciso sua sorella, poi lo aveva visto come un fastidio, era sempre nel mezzo a pestargli i piedi. Era stato proprio in quel periodo che la sua ancora vacillava da rabbia a vendetta, però poi quel ragazzino gli era stato in qualche modo d'aiuto e soprattutto gli era stato vicino da subito, nonostante lo avesse odiato e maltrattato.

Avrebbe dovuto capirlo dal loro primo incontro, era da quando le loro vite si erano incrociate che la sua ancora aveva iniziato a vacillare, la rabbia stava svanendo e lui nemmeno si era accorto di quel cambiamento. Alla fine era accaduto l'inevitabile e lei era del tutto sparita lasciandolo scoperto, per questo il lavoro sarebbe stato davvero lungo.

Quel piccolo viaggio lo aveva riportato ad analizzare nuovamente la sua prima ancora. Era cresciuto negli ultimi anni, era diventato un Alpha e poi aveva perso quel potere per salvare un membro della sua famiglia, una sorella che aveva sempre creduto morta. Aveva nuovamente scoperto i valori della vita, li aveva riscoperti nel peggiore dei modi, perdendo dei membri del suo branco. Tornare beta gli aveva aperto gli occhi su molti aspetti della sua vita, sulle lotte che stava affrontando e su come lo stava facendo.

Però non era solo come quando era un ragazzo, il suo branco era stato al suo fianco, adolescenti che avevano rinunciato a vivere le loro vite che dovevano essere piene di capricci, feste e delusioni amorose. Avevano messo da parte quella che doveva essere la parte più divertente della vita di una persona: l'adolescenza.


Stiles stava guidando verso l'abitazione di Derek, finalmente erano iniziate le vacanze estive e il tempo che poteva dedicare al lupo era aumentato. Non pensava di doverlo trascorrere in quel modo, ma non aveva nemmeno immaginato che l'avrebbe trascorso con lui, in qualche modo era una cosa inaspettata e benvoluta.

Negli ultimi giorni stavano combattendo l'ennesima battaglia per le loro vite, almeno era così che il ragazzo l'aveva definita. Tecnicamente trovare l'ancora di Derek serviva alla loro sopravvivenza, non come persone, ma come coppia. Accettare quella relazione per il lupo aveva significato molto, tanto da lasciarsi dietro il passato e con esso la sua vecchia ancora.

Più volte l'uomo gli aveva detto di non andare, che sarebbe stato pericoloso, ed era vero, lui stesso aveva visto cosa succedeva quando uno di loro perdeva il controllo. Lo aveva visto con Isaac alla centrale, le prime volte con Scott, ma aveva sempre avuto un'enorme fiducia, la stessa che lo spingeva a non lasciare solo Derek, a costo di passare tutte le vacanze estive dietro la porta del loft.

Aveva parcheggiato la Jeep nel solito posto, ormai era stato etichettato come suo e questo pensiero lo faceva sorridere, ma non si perse in sciocchi pensieri e senza perdere altro tempo salì all'ultimo piano.

- Non entrare, Stiles. – Derek aveva ascoltato ogni piccolo rumore da quando il ragazzo aveva parcheggiato.

- Nemmeno oggi? – sbuffò seccato.

- La luna piena è vicina, sai che potrei perdere il controllo a causa della tua semplice vicinanza. –

Stiles si era messo a sedere poggiando la schiena all'enorme porta di ferro e lo stesso fece il lupo, anche il giorno prima aveva preferito fare così. – Ti avevo detto di non venire, Stiles. – In qualche modo nemmeno Derek credeva alle sue parole, sperava davvero che il ragazzo non lo stesse a sentire, aveva imparato ad aspettarlo, a calcolare le sue giornate in base all'orario di arrivo di lui, per potergli dedicare più tempo possibile.

- Ed io ti avevo risposto che non ti avrei lasciato solo. Come va la ricerca dell'ancora perduta? – il ragazzo non poté vederlo, ma era sicuro che il lupo avesse alzato il sopracciglio, seccato per la battuta che aveva fatto.

- Va. Non è passata nemmeno una settimana, però percepisco qualcosa. – spiegò il lupo poggiando la testa alla porta.

- È snervante, vero? Sai che c'è, ma non riesci ad afferrarla, è come quando sogni di rincorrere qualcuno ma non lo raggiungi mai e ti senti stanco e perso. – Stiles parlava e rigirava le chiavi nelle sue mani.

- È così che ti sentivi quando non ricordavi nulla? – era la prima volta che toccavano quell'argomento, in qualche modo il giovane lo aveva sempre evitato con tutti.

- Si. – fece un lungo sospiro e si scrollò di dosso quei ricordi. – Non ho capito perché non mi fai entrare, se diventi lupo non diventi stupido... mica non riusciresti ad aprire la porta, al contrario, la sfonderesti. –

Derek fece un piccolo sorriso, quello che il ragazzo aveva detto era vero, però puntava tutto sul suo, anche se minimo, autocontrollo. I sogni che faceva la notte erano diversi, uno per ogni notte, ma finivano sempre nello stesso modo: le sue mani erano sempre coperte di sangue e il corpo senza vita di Stiles era stretto fra le sue braccia, illuminato da una luna rossa. Non avrebbe mai permesso che diventassero realtà.

Avrebbero adottato quel metodo ancora per qualche giorno, giusto per essere sicuri che la luna non li dividesse per sempre, che i suoi raggi candidi e bianchi non si trasformassero in rosso sangue come nei suoi sogni.

Quando si avvicinava l'ora di cena il ragazzo salutava il lupo e tornava a casa per dedicarsi ad un'altra persona importante per lui, doveva evitare che lo sceriffo preparasse per cena qualcosa che gli era vietata. Mentre premeva il bottone dell'ascensore, il ragazzo aveva sussurrato una piccola frase che aveva fatto perdere un battito al lupo.

- Mi manchi, sourwolf. – non era sicuro che Derek avesse sentito, ma sentiva il bisogno di dirlo.

Quando il lupo aveva sentito il motore della Jeep allontanarsi, quasi come se aspettasse di essere solo, sicuro che nessuno lo ascoltasse, come se quello che avrebbe detto fosse un segreto e nessun'altro dovesse venirne a conoscenza, rispose alla frase del ragazzo.

- Anche tu. -

It's hard to forgetDove le storie prendono vita. Scoprilo ora