Domande e risposte

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CAP.12


Derek era andato alla villa, questa volta però era entrato dentro e si guardava intorno ricordando come fosse prima dell'incendio, ma neanche quei ricordi riuscirono a distrarlo dal giovane.

Salire al primo piano era impossibile per una persona umana ma, anche se le scale avevano ceduto ed erano a pezzi sul piano terra, di certo esse non avrebbero fermato un lupo. Con qualche salto si ritrovò al piano di sopra e raggiunse la sua vecchia stanza.

Derek conosceva il nome del mostro nel suo petto, e forse aveva capito cosa gli stava accadendo, però non avrebbe ripetuto gli stessi errori, non avrebbe permesso alla storia di ripetersi.

Non era un vero e proprio mostro, era un vuoto, la mancanza di un qualcosa che aveva perso e non aveva più ritrovato. Per ironia, era come se avesse dimenticato una parte della sua vita, rimossa completamente.

Era vero, la notte precedente gli aveva suggerito una risposta, ma era davvero quella?

Le dita del lupo accarezzarono un vecchio cassettone distrutto dal tempo più che dall'incendio. Era rimasto per quasi un anno in quella casa dopo essere tornato in città, però aveva sempre evitato la sua stanza, non per nostalgia o altro, ma per il semplice fatto che quella stanza aveva smesso di appartenergli anche prima dell'incendio, prima di completare la scuola, per essere precisi. Aveva smesso di essere la sua stanza nello stesso momento in cui i suoi occhi erano diventati blu.

Tu quale preferisci? Quale Stiles ti manca o ti mancherebbe se dovessi tornare il vecchio Stiles.... Sì beh, hai capito!

- Idiota! Non esiste uno Stiles vecchio o nuovo, sei sempre e solo tu! Il solito ragazzino idiota con mille paure, con una parlantina odiosa e con il vizio di fare domande che non dovresti. –

Nel sussurrare quelle parole si chiese se davvero avesse dovuto dargli una risposta, però si disse che se Stiles avesse voluto veramente una risposta sarebbe tornato da lui a chiederglielo.

Una volta, l'idea che quel ragazzino gli stesse fra i piedi lo innervosiva, lo agitava perché era il suo opposto. Conoscevano il dolore della perdita, ma avevano solo quello in comune ed era anche l'unico argomento di cui non si sarebbero mai messi a parlare.

Derek uscì dalla villa sapendo che le vacanze erano iniziate per i ragazzi e che probabilmente le avrebbero passate davanti ai videogiochi, quindi per lui sarebbe stata una settimana tranquilla, senza loro che gli piombavano in casa con qualche stupido problema adolescenziale.

Ogni suo pensiero fu distrutto quando vide la Jeep di Stiles parcheggiata sotto il suo palazzo. Si chiese se quella di presentarsi a casa sua fosse un' abitudine che stava tornando con la memoria.

Mosse un piede, però una paura improvvisa lo bloccò.

Stiles era nel suo loft, avrebbe dovuto dargli una risposta?

Non voleva affrontare quell'argomento, odiava dover parlare di un qualcosa che lo metteva a disagio in quel modo, lo faceva sentire debole e nudo.

L'immagine di Stiles che lo aspettava però lo sbloccò, non voleva deluderlo per l'ennesima volta, così fece un grosso sospiro e salì nel suo appartamento.

Quando aprì la porta sembrò che qualcuno gli avesse scoccato un dardo dritto nel petto: Stiles non era da solo, era insieme a Scott. Si diede dell'idiota per essersi sentito deluso. Aveva dato per scontato, forse aveva anche sperato, che Stiles fosse solo e che fosse andato lì per avere una risposta.

- Che ci fate voi due qua? – Derek si costrinse a tornare in sé.

- Derek! Indovina? – Derek aveva fatto qualche passo verso i due ragazzi seduti sul divano.

- Cosa Scott? – Guardò Stiles cercando di capire che cosa stava accadendo.

- Stiles ricorda che siamo lupi! – Scott si era alzato contento. Non dover condividere quel dettaglio lo stava davvero uccidendo dentro! Sbuffò ripensando che l'idea di non dire nulla era stata sua.

- Che cosa ricordi esattamente? – Lo sguardo andò nuovamente su Stiles che era rimasto seduto e non aveva ancora detto nulla.

- Poco e nulla. È accaduto mentre stavamo giocando, è stato un flash! So chi è cosa e basta. –

- Siete piombati in casa mia per questo? Non avete le vostre vacanze da vivere? –

- Quello che ho detto anch'io a Scott! Ha voluto smettere di giocare per venire qua a dirtelo! – All'ex Alpha non sfuggì il tono di Stiles. Era seccato di essere a casa sua?

Derek si era rilassato un po' di più. Si era reso conto che era stato un po' troppo nervoso e aggressivo nei loro confronti. Si sedette sul tavolino davanti al divano e cominciò a fare qualche domanda per capire esattamente quanti pezzi di memoria avesse realmente riacquistato Stiles.

Dopo una lunga chiacchierata e dopo varie teorie e discussioni su quale ricordo si era sbloccato in Stiles, i due ragazzi lasciarono l'appartamento del lupo.

Il morale dell'umano non era migliorato nemmeno un po' da quando aveva messo piede nel loft. Scott sembrava non notarlo e per una volta Stiles fu grato alla disattenzione dell'amico.

Aveva ricordato la verità su di loro e si era sentito tradito e ingannato. Come avevano potuto nascondergli una cosa del genere? Gli avevano anche dato del pazzo quando aveva detto di aver visto il colore degli occhi di Derek cambiare da verde a blu.

Il ricordo degli occhi del lupo gli fece perdere un battito.

Aveva riaccompagnato Scott a casa e senza pensare più a nulla, o almeno ci aveva provato, era andato dritto a casa sua. La giornata era iniziata bene ed era finita male. Una cosa normalissima nella vita di una teenager, anche se comprendeva ricordarsi che il tuo migliore amico è un lupo mannaro.

- Se tu eri seccato che noi eravamo in casa tua, come dovrei sentirmi io secondo te? – Stiles trovò Derek in casa sua.

- Sei seccato dalla mia presenza? – Derek non si era scomposto, era rimasto appoggiato alla finestra.

- Rispondi a una domanda con una domanda, sei evasivo sourwolf. –

- Non volevo nascondertelo, Scott mi ha pregato di non dirti nulla perché voleva proteggerti. – Stiles era rimasto fermo in mezzo alla stanza. Derek aveva capito il motivo del suo umore.

La rabbia, la delusione e la sensazione di tradimento erano spariti non appena Derek aveva detto quelle parole, sapeva che la motivazione dell'amico sarebbe stata un qualcosa con "l'ho fatto per proteggerti", sentirselo dire però cambiava un po' le cose.

- È proprio da Scott. – commentò Stiles. – sei venuto fin qua per dirmi questo? Potevi dirmelo domani o con un messaggio. –

- Eri arrabbiato. Un messaggio non ti avrebbe calmato e aspettare domani ti avrebbe solo fatto impazzire per tutta la notte. –

Quanto bene lo conosceva, Derek? Erano risposte che si sarebbe aspettato da Scott o dal padre, non da lui, non dall'uomo che lo aveva ferito profondamente. Ricordava ancora il dolore che aveva provato quella notte nel sogno.

- Sono i tuoi occhi vero? Quelli che ogni notte mi aiutano a dormire. Sei tu la mia ancora? – Stiles fece qualche passo verso la sedia della scrivania e si sedette.

- Odio le tue domande. – Sbuffò Derek.

- Ed io odio le tue mancate risposte. – Rise Stiles. – Mi devi ancora una risposta, ricordi? – Era tranquillo, aveva dato per scontato che non gli avrebbe mai ricevuto una risposta.

Il silenzio era diventato un loro compagno in quella stanza. Derek alzò lo sguardo per leggere qualcosa negli occhi di Stiles. Una scusa per non rispondere, una motivazione per poter lasciare quella stanza e tornarsene nel suo castello buio.

Negli occhi del ragazzo però non leggeva nulla, erano semplicemente illuminati dal tramonto che proveniva da dietro le sue spalle, la luce arancione sembrava danzare con quella dorata dei suoi occhi.

Nuovamente quella sensazione sgradevole nel suo petto si fece sentire. Il suo mostro aveva ripreso a graffiare, ormai aveva capito che era semplicemente l'eco di un vecchio ricordo.

- Per me sei solo tu, con i tuoi 66Kg di pelle pallida e fragili ossa. Il sarcasmo è la tua unica difesa. - 

It's hard to forgetDove le storie prendono vita. Scoprilo ora