CAP.11
Derek si chiese se Stiles gli avesse mentito spontaneamente o se veramente non era a conoscenza della risposta che il suo corpo e i suoi gesti gli avevano dato.
Non importava molto, la risposta che aveva ottenuto non rendeva la situazione più semplice.
"Perché tornare ad innamorarmi di qualcuno che ha chiaramente detto che per me non proverà mai nulla?"
Davvero aveva pensato una cosa simile? Questa era la domanda che Derek si pose.
Non importava, quella risposta lo aveva in qualche modo deluso e amareggiato. Non si chiese il perché di quelle amare sensazioni, fece un grosso respiro e raggiunse il suo loft. Quel posto era come il castello nero di una bestia, illuminato solo durante il giorno tramite l'enorme finestra. Più volte aveva pensato di prendere delle tende e coprire quella luce calda che lui non meritava.
Nei giorni successivi quella frase continuò a tormentarlo. L'impressione di averlo perso definitivamente era quasi diventata una certezza.
Quasi come se avesse accettato l'idea di una vita senza Stiles, Derek proseguì per la sua strada, certo che il ragazzo stesse facendo lo stesso. Magari un giorno si sarebbero incontrati nuovamente, magari dopo che Stiles avesse completamente riacquistato la memoria si sarebbe precipitato da lui per mandarlo al diavolo ufficialmente.
Rientrò nel loft dopo essere andato a comprare qualcosa da mettere sotto i denti, e non appena aprì l'enorme porta di ferro quello che vide e sentì lo fece rimanere bloccato sulla soglia.
- Stiles? –
- Scott mi ha detto che casa tua è sempre aperta e aspettare fuori mi seccava. –
Ogni volta che la sua mente dava per scontato che le loro strade non si sarebbero mai incrociate, quel ragazzo faceva qualcosa che distruggeva le sue poche certezze.
- Perché stai sulla pota? È casa tua Derek. – Stiles l'osservava confuso.
- Perché sei qua? – Derek chiuse la porta ed avanzò verso Stiles che era appoggiato alla scrivania. Posò la busta e si mise poco distante dal ragazzo.
- Sono passati un paio di giorni e non volevo farti preoccupare, sai... "farmi vedere in giro" ricordi? –
- Hai ricordato altro? –
- Qualcosa. – Stiles fece spallucce.
- Tipo? – Derek era solo curioso dei progressi del giovane, quello che temeva era stato ricordato in parte.
- "Questa è proprietà privata" – Stiles lo aveva citato imitandolo goffamente.
- Ti strappo la gola con i denti? Non l'hai ricordato? Perché sono sicuro che non mi prenderesti in giro! –
- Oddio no! Lo faresti davvero? – Il sopracciglio di Derek alzato e lo sguardo serio avevano risposto per lui e avevano zittito il giovane. – Se io ricordassi tutto, cambierebbe qualcosa? Voglio dire...tutti non aspettano altro che io ricordi, una parte di me non desidera altro, ma l'altra mi dice che è meglio così, che in fondo non c'è fretta, è come se per la prima volta posso rispondere sinceramente "sto bene". Però poi arriva la paura... -
- Paura? – Derek era stato in silenzio ascoltando pazientemente che Stiles finisse, però quella parola lo spaventò in qualche modo.
- Paura che quel poco di buono, di pace e di rapporti che in qualche modo ho "ricucito", saltino. –
- Rapporti ricuciti? In che senso? –
- Ricordo che prima con mio padre non mi parlavo, non so il motivo però ora è tutto cancellato e siamo nuovamente uniti. Anche con te, dubito che prima fra noi funzionasse così. –
Derek si perse per un attimo nei flash e nei ricordi di quello che era il loro rapporto. Per quanto le cose fossero cambiate la fiducia c'era, il prendersi una pallottola l'uno per l'altro anche, però non era lo stesso di quello che si stava creando in quei mesi. – no, non era così. – il lupo alla fine diede ragione al giovane.
- Tu quale preferisci? Quale Stiles ti manca o ti mancherebbe se dovessi tornare il vecchio Stiles.... Sì beh, hai capito! -
Derek rimase bloccato da quella domanda. La bocca non si apriva per dare una risposta sensata semplicemente perché non ne aveva una. Non esisteva una risposta.
Stiles lo osservò per alcuni secondi, quasi compiaciuto del panico che aveva creato nell'uomo e se ne andò dicendo che gli avrebbe dato del tempo per trovare una risposta.
Stiles era nella sua Jeep e serenamente stava rientrando a casa. Quella sera toccava a lui cucinare e il menù che aveva in testa era rigorosamente leggero e al vapore. Lo sceriffo aveva provato ad approfittare della mancata memoria del figlio, ma fallì.
Per tutto il tempo che era stato ai fornelli Stiles, era stato anche al telefono con il suo migliore amico. La loro amicizia sembrava quasi che fosse diventata ancora più solida in quei mesi.
- Va bene Scott, domani ti aiuterò con chimica! – Stiles era rassegnato alla strana voglia di studiare di Scott, aveva ricordato che non era il suo forte, ma che aveva promesso alla madre che si sarebbe impegnato.
- Grazie amico! Questa sera devo uscire con Kira! –
- Mi raccomando per la luna piena! – Stiles lo disse senza riflettere.
- Come? – Scott perse qualche battito.
- Non so come sia uscita questa frase. A domani, Scott. –
Il giovane chiuse la chiamata ripensando alla frase senza senso che aveva detto, ma non ebbe molto tempo per rifletterci, lo sceriffo rientrò proclamando la sua enorme fame e lamentandosi subito dopo aver visto il menù.
Dopo aver cenato e ripulito la cucina, la meta di Stiles fu il letto. Quel giorno non aveva fatto molto però la stanchezza si fece sentire come se avesse giocato una partita di basket professionale.
La notte non fu sua amica. Ogni tanto a tradimento qualche incubo lo andava a trovare, ma non era parte dell'oscurità, erano frammenti di memoria, quei momenti in cui si era trovato faccia a faccia con la morte. Quella sera era toccato al periodo del Kanima, un flash di tutte le volte che se l'era trovato davanti, la scena della piscina in qualche modo lo aveva confortato, la presenza di Derek gli donava sempre una sorte di calore. Il ricordo slittò alla centrale, anche lì era in pericolo ma non dal Kanima, Isaac aveva perso il controllo e anche lì Derek lo aveva salvato.
Erano ricordi frammentati, Stiles li catalogava come incubi e non pezzi di un puzzle che si stava lentamente ricostruendo.
Per alcuni troppo velocemente e per altri troppo lentamente, le vacanze di primavera erano giunte. Sarebbe stata una sola settimana senza vedere professori e libri, per i ragazzi era davvero una magra consolazione, per loro però erano delle vacanze che anticipavano quelle estive che sarebbero state più lunghe.
Scott e Stiles avevano già un programma loro personale per come trascorrere quelle brevi vacanze, programma che non era ben visto dai loro genitori, questo però non interessava ai giovani.
Derek nel suo castello nero e stava ancora pensando alla sua risposta. Dopo che Stiles era andato via lasciandolo in pedi alla scrivania, il lupo aveva preso la busta e seccatamente aveva consumato la sua cena.
Durante la notte il suo sonno era stato agitato, la domanda gli ronzava nella testa, anche a lui dei flash del loro passato fecero visita, ricordandogli cos'era prima per lui Stiles e cos'era diventato dopo.
Quando aprì gli occhi il giorno dopo, per la prima volta dopo tanto tempo, la notte gli aveva davvero portato consiglio.
Derek aveva la risposta.
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It's hard to forget
Fanfiction(CONCLUSA) DAL CAP.1 Da quando si era scoperto chi fosse il Darach, da quando Scott era andato via con Deucalion, da quando il padre era stato rapito da quella pazza e lui aveva dovuto accogliere l'oscurità nel suo cuore per salvarlo o semplicement...