Lo sei ancora?

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CAP.10


Stiles era seduto a mensa. Da qualche minuto osservava le persone intorno a sè e quelle sedute al suo fianco. Apprezzava lo sforzo che i suoi amici facevano per accettare la sua nuova situazione, dopo qualche mese era il minimo. Eppure ancora veniva paragonato al precedente Stiles!

Lo aveva capito perché ogni volta che diceva e faceva qualcosa di diverso, gli altri si guardavano imbarazzati o preoccupati per il gesto compiuto o per la frase detta o non detta.

Quello stesso sguardo lo vedeva anche nello sceriffo ogni tanto, però poi l'uomo scuoteva la testa e sorrideva sereno, si capiva che anche lui stava facendo un grande sforzo per accettare il cambiamento.

Cosa c'era di diverso fra me e lui? Stiles negli ultimi giorni si faceva questa domanda, soprattutto quando vedeva la sua immagine riflessa su uno specchio o su qualche superficie.

Aveva posto la domanda a Scott però l'amico aveva cambiato discorso, riuscendoci davvero male che alla fine il giovane umano scoppiò a ridere, così andò dall'unica che era sincera con lui, la dolce Lydia Martin. Quella ragazza sapeva davvero come trattare il ragazzo, con sincerità.

"Eri un disastro! Parlavi troppo e non stavi mai fermo, molte volte ti avrei gettato dalla finestra!" la risposta onesta della rossa. "Hai fatto questa domanda a Derek?" La ragazza pose la domanda quasi sussurrandola.

Derek. Stiles non lo vedeva da qualche settimana. Non lo stava evitando, solo che non aveva idea di come doveva comportarsi, non sapeva come avrebbe reagito il vecchio Stiles.

Magari anche Derek si aspettava un comportamento diverso da quello che il nuovo ragazzo stava avendo. Lo Stiles di adesso si era semplicemente allontanato, quello vecchio magari avrebbe fatto una maggiore pressione?

Anche gli occhi di Derek avrebbero avuto quello sguardo quasi sul deluso?

Iniziava ad odiare quello sguardo che diceva "Vabbè dai, non sei più in te."

Riceverlo da Derek sarebbe stata una pugnalata dritta nel petto. Forse per questo aveva preso le distanze? Per paura di essere compatito anche da lui? Probabilissimo.

Ringraziando il cielo Stiles accolse la fine della giornata scolastica con grande gioia e dando un saluto vago ai compagni scappò dall'edificio per ritornare a casa e chiudersi nella stanza fino al mattino dopo.

La casa era buia, il padre non era rientrato ancora. Memoria o no, quella sensazione di angoscia che la casa vuota trasmetteva doveva essere la stessa per entrambi gli Stiles. Con la testa bassa era salito direttamente nella sua stanza, con una mano lanciò lo zaino ai piedi del letto e con l'altra accese contemporaneamente la luce.

- Cristo! Che ci fai seduto sulla mia finestra? – Stiles fece un passo indietro spaventato per l'improvvisa figura del lupo che la luce della stanza aveva evidenziato.

- Ti aspettavo? –

- Lo stai chiedendo a me, sourwolf? Perché non sono io quello che è entrato da una finestra nella tua stanza. Un momento... Sei entrato dalla finestra? Come diamine hai fatto? Lascia stare... non mi risponderesti, che ci fai qua? - Stiles dopo aver parlato da solo e gesticolato per tutta la stanza, si sedette sul letto.

- Controllavo. – Rispose facendo spallucce.

- Cosa? – Stiles non capiva il significato di quel "controllavo".

- Se stavi bene, sono due settimane che non ti si vede in giro. –

Derek in quelle due settimane era stato per i fatti suoi, ne aveva bisogno.

Non perché era una cosa da lui quella di stare lontano da tutti, ma perché era stata una necessità.

Il peso di quel semplice e banale bacio pesava ancora sul suo petto.

Il ricordo gli graffiava l'anima.

- Era da me? Era da me "farmi vedere in giro"? Sembra che le persone intorno a me si aspettino un comportamento diverso da quello che ho. Lo riesco a vedere nei loro occhi. Si vede chiaramente la delusione e il dispiacere quando dico o faccio qualcosa che non sarebbe da me. Per te è anche così? – Stiles non lo guardava negli occhi, temeva che quel piccolo sfogo non era da lui.

Questo piccolo sfogo aveva dato un altro colpo al lupo. Per lui non era così, perché in qualche modo il vecchio Stiles usciva fuori quando loro due erano nella stessa stanza, anche se in piccole dosi. I piccoli gesti che faceva non gli erano sfuggiti: il torturarsi le mani, passare la mano fra i capelli, anche se erano nuovamente corti, il parlare tanto e dire cose senza rendersi minimamente conto del peso che potevano avere.

- No, per me non è così. Credo che tu sia sempre Stiles, qualsiasi cosa tu dica o faccia. Da te non mi aspetto niente di diverso. –

Stiles alzò la testa e lo guardò dritto negli occhi, poteva vedere la verità delle sue parole.

- Grazie! – Disse dopo qualche secondo di silenzio.

- Perché mi ringrazi? – Derek non era mai stato a suo agio con i ringraziamenti.

- Non lo so, il silenzio mi metteva a disagio. –

- Il solito idiota. – Stiles sorrise per "il solito".

- Dopo l'ultima volta che ci siamo visti, non sapevo come comportarmi. Ho ricordato quasi tutto dell'incidente, della piccola discussione e tu comunque mi avevi detto come stavano realmente le cose. Ho pensato che forse sarebbe stato meglio per entrambi se le nostre strade per un po' non s'incrociassero. Anche perché è un po' imbarazzante... voglio dire, tu hai un ricordo di me innamorato di te e se ho capito bene a te non andava bene e... -

- Lo sei ancora? – Derek interruppe quello strano discorso di Stiles, non aveva capito bene dove volesse andare a parare, ma non stava promettendo nulla di nuovo. Gli stava dicendo addio?

- Cosa? – Sembrò che Stiles scese dalle nuvole.

- Sei ancora innamorato di me, Stiles? –

Quel discorso a Derek gli stava mettendo qualche ansia. Il mostro che sembrava addormentato nel suo petto si era risvegliato. Interromperlo con quella domanda per lui non era stata una mossa intelligente. E se avesse risposto di sì? Lo avrebbe ferito nuovamente? Gli avrebbe fatto rivivere lo stesso dolore?

- Wow...che domanda diretta, non me l'aspettavo da te sinceramente. –

Stiles era nervoso, si era fatto anche lui quella domanda in quelle settimane, ma la risposta non era mai stata chiara, era confusa ed agitata. Provava qualcosa per Derek?

- Puoi anche non rispondere. –

Derek era tranquillo agli occhi di Stiles, però dentro di lui in realtà c'era agitazione e ansia. Si era pentito della domanda che era uscita fuori dalle sue labbra senza nemmeno rendersene conto. Con l'ultima frase che aveva pronunciato voleva dare fine a quel discorso. Voleva ma temeva la risposta.

- Non lo so, mi sono posto la stessa domanda e la mia risposta è sempre stata la stessa. Perché tornare ad innamorarmi di qualcuno che ha chiaramente detto che per me non proverà mai nulla? E' come conoscere il finale di un libro senza averlo mai aperto. No, non credo. –

- Già. – Aveva fatto una domanda ed aveva ottenuto la risposta.

Una risposta che lo aveva confuso perché i suoi sensi da lupo avevano percepito un cambiamento nella voce e nel corpo del ragazzo. La voce diceva di no, ma il corpo aveva detto di sì.

Il cellulare del ragazzo iniziò a suonare. Distolse lo sguardo da Derek per un solo secondo e il lupo sparì dalla stanza.

Il ragazzo si avvicinò alla finestra, guardò prima sotto e poi il suo sguardo si perse nella riserva.

Che fosse andato alla villa?

Preferì lasciar correre. Quella visita lo aveva risollevato dal morale nero con il quale era tornato a casa. Aveva mentito e temette che l'uomo se ne fosse accorto.

La sua risposta era sempre stata positiva ogni volta che si poneva la domanda.

It's hard to forgetDove le storie prendono vita. Scoprilo ora