CAPITOLO 1

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Capitolo 1

Le favole iniziano sempre da "c'era una volta" e finiscono immancabilmente con "e vissero per sempre felici e contenti". Questa favola inizia da metà...immaginate Cenerentola. La conoscete tutti no? Qui non ci saranno le sorellastre e la matrigna ma...la vita vera...quella fatta di giornate da dimenticare o da archiviare come " giornate di merda". Cenerentola sarà una ragazza..anzi una donna che ha già avuto le sue batoste dalla vita. Il principe azzurro non avrà un cavallo bianco e non indosserà un buffo cappello ed una calzamaglia ma un completo da calcio. Ricordate i topini e gli uccellini che aiutavano Cenerentola? Qui avremo le amiche...quelle vere...quelle che non ti giudicano mai...quelle che qualsiasi cosa tu dica non ti volteranno mai le spalle..e poi ci saranno due protagonisti speciali...
Io sarò la voce narrante...a volte mi odierete...a volte non ve ne fregherá nulla di quello che avrò da dirvi ma...io avrò il compito di tirare le fila di questa storia... una storia fatta di gioia, dolore, amore e rinunce, di "ti amo" sussurrati ad una stanza buia e di "ti amo" gridati al vento, di seconde possibilità, anzi di terze possibilità per essere felici...una favola moderna...
Ora come tutte le favole che si rispettino dobbiamo conoscere i protagonisti...lei si chiama Marzia...un nome che non le è mai piaciuto più di tanto. Abita a Roma...ha 30 anni e una vita fatta di molti bassi e pochi alti. Due genitori che l'hanno sempre adorata ma a volte l'hanno soffocata. Tante amiche, alcuni amori passati ed un amore platonico nel presente...si potrebbe definire una ragazza normale. Ma di normale la sua vita negli ultimi anni ha avuto ben poco...dal luglio 2005 la sua vita è stata stravolta dall'arrivo di un ragazzo. Lei sperava fosse quello giusto...lei "innamorata dell'amore" ci si è buttata a capofitto. 6 anni dopo, a febbraio 2011, ha gettato la spugna. Troppo dolore, poco amore, molta delusione e due figli dopo Marzia ha chiuso...ha ricomiciato da capo..per lei e per i suoi due amori. Si è ricostruita pian piano..con fatica e sudore può dire di avercela fatta. La sua vita ora è normale? Si forse...
È felice? Certo perché i suoi figli sono la sua gioia più grande. È completa e appagata? No..perché per una che sogna l'amore..vivere senza amore...è come vivere a metà. Può immaginarlo, sognarlo, scriverlo, quasi quasi se chiude gli occhi ne può sentire il calore e l'odore ma..non è accanto a lei. Non è reale...non può abbracciarlo in quelle serate grigie e fredde che mettono tristezza..non può passeggiare mano nella mano con lui, non può vederlo sorridere né amarlo nella penombra della sua stanza. Non può fare nulla di quello che in realtà vorrebbe fare. E poi lei non è certo quella adatta a lui..a parte gli otto anni che li dividono, Marzia non è nulla di speciale..vorrebbe almeno 10 cm in più, qualche chilo in meno, qualcosa di più interessante che possa attirare uno come lui.
Vabbe è ora di dirvi chi è LUI...non vi dico il nome...se conoscete un pó la scrittrice saprete...non troppo alto, fin troppo per lei che si sente una nana vicino a lui, capelli castani e occhi color smeraldo, due labbra da baciare e un fisico da paura..almeno per lei...
Le loro strade non si sono mai incrociate fino a qualche mese fa....vite parallele...vite che un giorno si scontrano....quasi che il destino abbia voluto scompigliare le carte della vita ridisegnando destini che fino ad allora sembravano già tracciati.
Ma anche se i desideri sembrano a portata di mano a volte la paura la fa da padrona. Perché quando hai desiderato per cosi tanto tempo una cosa averla lì, a pochi centimetri fa dannatamente paura. Partiamo da qua...dal loro secondo scontro...forse quello decisivo..per abbattere le paure e vivere finalmente appieno la propria vita.

MARZO 2017
Andare al centro commerciale non era mai il mio massimo divertimento. Soprattutto con due bambini. Ma quel giorno avevo promesso a Sara e Cristian di comprar loro due regalini. Era il 19 marzo, la festa del papà. Visto che loro un papà non lo avevano, avevo preferito sviare la cosa e avevo promesso di portarli dopo la scuola a comprare qualcosa e poi a mangiare da MC Donald's. Avevamo appena messo piede nel centro quando Sara sfuggì alla mia presa e si precipitò in braccio a qualcuno. Il fratello naturalmente la seguì a ruota. Io mi immobilizzai..
Sceglievo sempre quel centro commerciale perché era il più vicino a casa, potevo andarci in tram ma il rischio era quello di vederlo "Ciao"
"Ciao" com'è che una mia amica aveva definito la sua voce un giorno? Ah si...ferma..dolce..e melodiosa...io l'avrei sempre descritta come quella che mi dava i brividi. Come ogni cosa che lo riguardava era tutto troppo per me...troppo bello..troppo dolce...troppo perfetto...in realtà lui era giusto in ogni cosa...quella sbagliata ero io.
"Mamma possiamo andare a giocare sugli scivoli?"
"Certo...ma fate piano... E Sara tieni d'occhio tuo fratello" Sara scese dalle sue braccia dandogli un bacio sulla guancia e poi prese per mano suo fratello "Cavolo fra un pó sarà impossibile prenderla in braccio"
"Io c'ho rinunciato da parecchio"
"Come stanno?"
"Bene...come ti rispondo ad ogni messaggio in cui me lo chiedi..."
"Mi hai detto tu che potevo mandarti qualche messaggio ogni tanto...sai che ci tengo"
"Lo so che tieni a loro"
"E a te"
Scossi la testa e guardai altrove "Tu come stai?"
"Stanca...ma tiro avanti... tu?"
"Abbastanza bene"
"Bene..." mi sedetti sulla sedia dietro di me e iniziai a fissare dappertutto tranne che nella sua direzione.
Quando lui mi prese il mento fra le mani e  girò il viso verso di lui mi irrigidii all'istante "Sicura vada tutto bene?"
"A meraviglia..." appoggiai una mano sul tavolino cercando di fermare la tremarella che mi prendeva ogni volta che lui era nei paraggi.
"La finisci?"
"Di fare che?"
"Di far finta che non te ne freghi un cazzo"
"Di cosa esattamente scusa?"
"Di tutto...sono due mesi che hai chiuso e non ho ancora capito il motivo"
"Mi sembra che non te ne importasse molto l'altra sera"
"L'altra sera?"
"Alla cena..."
"Avrei voluto andarci con te a quella cazzo di cena...sei gelosa?"
"Io? Figurati...ci siamo lasciati no? Tu puoi fare quello che vuoi...puoi uscirci a cena..farci le foto assieme..baciarla.. scoparci assieme...puoi farci tutto quello che vuoi...non sono affari miei. Te l'ho detto due mesi fa...ho sbagliato a pensare che potessero essere affari miei di quello che fai nella tua vita...è stato uno sbaglio dall'inizio alla fine. Dal primo caffè all'ultima volta in cui siamo stati assieme..."
"Cinque mesi da dimenticare praticamente"
"Da archiviare"
"Tu hai solo paura"
"E di cosa?"
"Di quello che stavamo diventando...di quanto stessimo diventando dipendenti l'uno dall'altra. Di quanto la tua felicita dipendesse dalla mia e la mia dalla tua. Di quanto ci amassimo..soprattutto di quanto io amassi te"
"Non sono..."
"...quella giusta...me l'hai ripetuto 300 volte. E per la trecentesima volta ti rispondo che non è vero...se non fossimo giusti tu non mi avresti regalato i cinque mesi più belli della mia vita. E io non sarei qua a dirti che io ti amo ancora...a dispetto di tutto quello che mi hai detto"
"Te lo ripeto per l'ennesima volta. Quello che siamo stati è stato bellissimo..fantastico...ma non è quello di cui hai bisogno. Tu hai bisogno di una ragazza il cui problema massimo siano i chili da perdere per entrare nel costume in vista dell'estate..non una che fatica a tirare a fine mese e che a volte è cosi stanca che non ha voglia neanche di preparare la cena alla sera"
"Pensi che a me serve una ragazza che sta con me solo per i soldi o per chi sono? Che me ne faccio? Ce lo siamo detti una sera di cosa abbiamo bisogno...te lo ricordi?"
"Certo"
"Dimmelo"
"Di qualcuno che ci ami per quello che siamo..casini compresi...di qualcuno che ci dia la tranquillità necessaria per affrontare quello che la vita ci mette davanti"
"Quel qualcuno sei tu"
"No...è la ragazza che era con te alla cena l'altra sera.." mi alzai e richiamai i miei figli. Quando loro si avvicinarono naturalmente la loro prima domanda fu "Ceni con noi?" lo adoravano ma la mia risposta fu negativa "No...domani mattina ha gli allenamenti.. salutate che andiamo"
"Ma mamma.."
"Sara...per favore...andiamo a prendervi quel regalino e poi a cena...e poi a casa che domani c'è scuola..dai" i miei figli ci misero almeno dieci minuti per salutarlo ed io lo guardai malissimo quando diede a Sara due euro per lei e due per suo fratello da mettere nel loro salvadanaio. Quando Sara e Cristian si allontanarono per andare a spartirsi un pacchetto di caramelle io mi girai verso di lui "Ciao..." avevo la mano ancora appoggiata al tavolino. Prima che potessi spostarla intrecciò per un secondo le sue dita alle mie "Vedo che lo porti ancora il braccialetto"
"Già"
"C'è ancora una possibilità allora" poi si sporse verso di me e mi diede un bacio sulla guancia prima di allontanarsi. Mia figlia mi guardò con un sorriso a 32 denti prima di prendermi per mano. Dopo quell'incontro avevo decisamente bisogno di parlare con Sara e Silvia ..una chiacchierata su Skype quella sera ci voleva.

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