Capitolo 8
La partita di Domenica 5 ottobre contro il Chievo ce la gustammo dalla tribuna VIP. Non avevo mai portato i miei figli all'Olimpico se non durante un tour organizzato, naturalmente quando non c'erano partite. Sara non la smise un attimo di saltare e Cristian batté le mani tutto il tempo facendo ridere la gente attorno. Mia figlia sapeva i nomi di tutti i giocatori ma il suo preferito era uno, il cui cognome era stampato sul retro della maglietta che indossava, la numero 22. Quando avevo mostrato i biglietti all'addetto in giacca e cravatta lui ci aveva squadrati per poi farci un sorriso. Mi sentii in soggezione per tutto il tempo, anche perché non ero abituata a seguire le partite su poltrone ultra comode e con i camerieri che ti chiedevano se volevi qualcosa da bere. Ero abituata a stare in piedi in Curva con l'unica alternativa di sedermi su una seggiola dura come il marmo e scmodissima. L'ultima volta che ero stata all'Olimpico era stato nel 2007, all'epoca ero incinta di Sara...poi la vita mi aveva allontanata da quella che era stata la mia seconda casa da sempre. Ci rientrai quel giorno con gli occhi sgranati e la mano che tremava.
"Mamma"
"Si amore"
"Ma...poi possiamo andare giù?"
"Giù dove?"
"Negli spogliatoi"
"Non credo proprio...dobbiamo tornare a casa che domani c'è scuola"
"La nonna mi ha detto che domani faccio doposcuola"
"Si io...ho un impegno e farò un pó tardi"
"Dove vai?" gli occhioni scuri di Sara messi in risalto dagli occhiali con la montatura fucsia mi fissavano "Con chi?"
"Esco con un amico"
"Con Stephan?"
"Chi?"
"Mamma...." io mi lasciai sfuggire una risata e abbassai gli occhi "La zia Sara me l'ha detto per telefono stamattina"
"La zia Sara non doveva dirtelo...cioè... usciamo solo da amici"
"Siiii ma poi possiamo andare negli spogliatoi?"
"Dopo vediamo amore mio" i miei figli fecero i piccoli ultras in tribuna attirando le occhiate e le risate di tutte le persone attorno a noi. Io sorrisi imbarazzata anche perché dovunque mi girassi vedevo ragazze vestite in jeans effetto "se faccio un respiro muoio" e tacchi a spillo. Io invece ero con uno dei miei jeans "da battaglia" e una maglietta a tre quarti semplicissima dato che il clima era molto clemente e si stava ancora bene. Rischiai di collassare sulla seggiola imbottita soprattutto nelle 4 o forse furono 5 occasioni in cui Stephan guardò verso la tribuna e mi sorrise. Dalla visita a Trigoria ci eravamo sentiti ogni giorno anche se io in realtà mi aspettavo da un momento all'altro di sentirmi dire "per Lunedì lasciamo stare". Ma era domenica pomeriggio e lui mi sorrideva dal campo quindi il nostro appuntamento a quanto pareva era ancora valido.
La Roma vinse 2 a 0 e quando mi alzai applaudendo insieme agli altri spettatori per la bella vittoria un addetto mi si avvicinò " La Signorina Marzia?"
"Si...sono io"
"Ecco tre pass per la zona spogliatoi...c'è anche una zona bar vicino" alla parola "bar" i miei figli batterono le mani anche se avevano già fatto fuori una quantità impressionante di patatine e cioccolatini. "Simona vi accompagnerà".. Simona si rivelò essere una ragazza bionda e vestita con un tailleur nero degno di una sfilata di alta moda, ai piedi delle vertiginose décolleté di vernice rossa più adatte ad una festa privata che alle gradinate dello stadio. La ragazza si mostrò molto cordiale soprattutto con Sara e Cristian e alla domanda dove andiamo rispose semplicemente "Il Signor El Shaarawy ha chiesto di raggiungerlo..."
"Il fidanzato di mamma"
"Il che?? Sara...quante volte ti ho detto di non dire in giro cose non vere? Ci conosciamo e basta"
"Ma la zia Sara ha detto che vi siete ba..."
"Sara!" Simona si lasciò scappare una risata e poi continuò "Bhe se fosse così la mamma è molto fortunata"
"Dici?" non sentii la risposta della bionda e fui molto tentata di sopprimerla all'istante. Le sarebbe piaciuto...ma lui non era sul mercato...in realtà non sapevo quale fosse la situazione in cui ci trovavamo io e Stephan. Ok ci eravamo scambiati due baci a stampo e lui mi aveva detto delle cose ma non mi sentivo la sua ragazza e non avevamo sfiorato l'argomento per telefono o via messaggio. Con Simona che teneva per mano Sara e Cristian ed io dietro di loro ci incamminammo verso il cuore dell'Olimpico, la parte più nascosta che avevo visitato solo durante il tour guidato, quindi in un momento in cui l'attività era pari a zero e non dopo una partita dove c'erano in giro tremila persone. Ci fermammo davanti ad un bar "Allora...potete aspettare qui...prendete qualsiasi cosa, offre la società naturalmente..." i miei figli non se lo fecero ripetere due volte e si diressero correndo verso il bancone. Io mi sedetti su una sedia e guardai Simona ancheggiare verso una nuova meta. Il più possibile lontano da Stephan, naturalmente. Non ero mai stata gelosa ma quando pensavo a lui lo diventavo anche se in realtà lui non era certo mio. Lo vedevo più vicino ad una come Simona piuttosto che vicino ad una come me..
Guardando Sara e Cristian ridere felici giocando a nascondino fra le colonne realizzai che da lì a poco avrebbero conosciuto Stephan. In realtà l'avevano già visto in occasione di due eventi ma lui in quei casi era stato semplicemente il giocatore della Roma a cui chiedere la foto e l'autografo. Ero immersa nei miei pensieri quando sentii Sara urlare "Stephan!" come se fosse un ragazzo che vedeva un giorno si e l'altro pure. Lui la sollevò da terra senza difficoltà e le diede una bacio sulla guancia. Mi alzai dalla sedia e lo fissai...divisa della Roma elegante, camicia bianca, giacca e pantalone scuro...un sorriso tutto riservato a mia figlia e Cristian che gli tirava il lembo della giacca per farsi prendere in braccio anche lui. Non sentii cosa si dissero lui ed i miei figli ma il loro sguardo mi fece venire il magone. Quando loro schizzarono via in direzione di una stanza laterale li guardai stranita "Tranquilla....ho preparato due regali per loro"
"Non dovevi dai"
"Non sono niente di particolare..."
"Bhe ma...non dovevi comunque"
"Smettila Marzia...non li voglio mica " comprare " con i regali. A proposito Sara mi ha chiesto se sono il tuo..."
Lo stoppai con una mano "Non dirlo per favore"
"Perché?"
"Perché... è una cosa che si è messa in testa lei..aiutata da Sara" Stephan mi prese per mano e mi portò dietro una delle colonne. Potevo tranquillamente sbirciare quello che stavano facendo Sara e Cristian. Lei giocava con due peluche raffiguranti il lupacchiotto giallorosso, la mascotte della Roma e lui giocava con tre palloni "Allora...posso salutarti come si deve?"
"Che...?" avrei voluto dire "Che vuol dire come di deve?" ma il resto della frase fu inghiottito dalle sue labbra che sfiorarono le mie. Non fu molto diverso dai baci che ci eravamo già scambiati se non fosse stato per la sua mano alla base della mia schiena che mi avvicinò pericolosamente a lui fino a che fra di noi non ci fu neanche spazio per far passare uno spillo. Avrei dovuto spostarmi...allontanarmi...avrei dovuto avere paura..invece alzai le mani e gliele intrecciai dietro al collo. Aprii leggermente la bocca perché non potevo fare altro che abbandonarmi a quello che il mio cuore mi diceva. E quando lui sfiorò le mie labbra con la lingua feci lo stesso....dio che sapore divino aveva...le nostre lingue si incontrarono ed iniziarono a giocare insieme...la testa mi girava e anche se eravamo imboscati dietro una colonna nella zona spogliatoi dell'Olimpico non mi importava "Era decisamente" come si deve" questo saluto" mi disse quando ci staccammo. Aveva gli occhi che brillavano e un sorriso bellissimo "Non vedo l'ora che sia domattina"
"Anche io"
"Devo andare in mix zone per le interviste. Fuori c'è una macchina che vi aspetta per portarvi a casa.. siete venuti con i i mezzi giusto?"
"Si e possiamo fare il percorso inverso"
"Marzia. ..per favore"
"Va bene"
"8 e mezza dove domattina?"
"Vicino alla scuola di Sara...Via San Giacomo"
"Perfetto.." mi prese il viso fra le mani e mi diede un casto bacio prima di andare da Sara e Cristian "Allora...fuori c'è una macchina che vi porterà a casa...."
"Una limousine?"
"No...ma vi piacerà comunque" mi allontanai di qualche passo perché il magone si stava trasformando in un vero e proprio groppo in gola. Poco dopo Stephan scomparve dopo avermi fatto l'occhiolino ed io ed i miei figli trovammo un'Audi fiammante ad attenderci all'esterno. Ok la mia vita stava decisamente prendendo una piega inaspettata.
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Love me like you do
FanfictionMarzia ha 31 anni, due figli, un ex della peggior specie. Stephan ha 8 anni in meno, fa il calciatore e potrebbe avere tutte le ragazze che vuole... Torno a trattare il tema della violenza sulle donne in una ff che è molto autobiografica... Perché n...