CAPITOLO 23

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Capitolo 23

"Cosa ci fai qua?"
"È un evento aperto a tutti...o il tuo fidanzato non vuole che i tuoi ex ti girino intorno? Ha paura che tu possa tornare sui tuoi passi?"
"Tu sei malato..io non tornerei mai sui miei passi..." il suo sorriso strafottente mi fece salire il nervoso. Chi cazzo si credeva di essere? Non mi aveva più cercata per tre anni..ora me lo ritrovavo troppo attorno per i miei gusti. Quel giorno Stephan presenziava ad un evento al Roma Store, dato che era infortunato e non convocabile per la trasferta di Genova. Il programma era qualche foto e un pomeriggio da passare in maniera spensierata.
Tra la marea di persone che attendevano ne vidi una che avrei preferito cancellare dalla faccia della terra. Il sorriso mi morì in viso e lo fissai. Andai verso di lui e lo presi per il gomito. Lo trascinai verso l'esterno, chiudendo la porta dietro di noi. Quando lui sfoderò quel sorriso da schiaffi, nonostante il freddo pungente di dicembre soprattutto visto che ero in maglioncino, mi salì l'istinto omicida con la temperatura che mi schizzò alle stelle "Cosa sei venuto a fare? Eh? I tuoi figli non ci sono tanto"
"Sei troppo impegnata a scoparti il ragazzino per badare ai nostri figli?"
"Scusa? Ripeti che non ho capito... ti ricordo che sono tre anni che non ti interessi di Sara e Cristian..tre fottuti anni che te ne freghi altamente di loro. Quindi ora non venire a fare il padre modello. Non venire a dire a me cosa deve fare un buon genitore perché per quasi quattro anni ho tirato su due figli da sola..."
"Tu mi hai impedito di vederli"
"Tu hai oltrepassato il limite quando hai provato ad alzare le mani su Sara...e ti sei sempre rifiutato di seguire il percorso terapeutico... Ora io potrei pure denunciarti per altre trecento cose fra cui i 12000 euro di arretrati di assegni familiari che ti rifiuti di pagarmi... ma passo oltre.."
"Tanto adesso fai la puttana per vivere"
Rimasi impietrita fino a che sentii un "Che cazzo hai detto?" poi una figura mi passò velocissima vicino per spingere il mio ex spalle al muro. Il suo sorriso strafottente vacillò anche se cercò di mascherarlo. Stephan era alto 10 centimetri più di lui, il fisico allenato più del suo naturalmente e 10 anni in meno. Avrei tanto voluto che arrivassero alle mani ma non volevo che il mio ragazzo passasse guai per colpa di un coglione così mi riscossi dallo stato di trance e avanzai verso di loro. Per fortuna eravamo dietro ad una colonna e lì i curiosi non erano ancora arrivati ma presto l'avrebbero fatto ed io volevo evitare guai peggiori
"Lascia perdere"
"Ti ha dato della..non lo ripeto neanche"
"Lo fa solo perché ha paura, l'hai detto anche tu. Non ne vale la pena..torniamo dentro"
"Si ascolta la tua ragazza...prima di farti male" dubitavo fortemente che il mio ex l'avrebbe passata liscia se fossero venuti alle mani. Nello sguardo di Stephan c'era un tale odio e disprezzo che probabilmente non si sarebbe fermato ad un semplice schiaffo. Fissai per un momento i due ragazzi che fino a quel momento erano state le due figure più importanti della mia vita, quelle che in un modo o nell'altro mi avevano insegnato cosa fosse l'amore puro e cosa invece rappresentasse quello malato.
Il mio ex aveva voluto darsi una parvenza da bravo ragazzo, con un maglione blu portato a pelle e dei jeans classici, scarpe da ginnastica e un piumino nero lasciato aperto. Ma i capelli rasati e lo sguardo che ben conoscevano non mi ingannavano...era sempre lo stesso..
Il mio ragazzo indossava il mio abbigliamento preferito.. jeans e maglietta sportiva che disegnava perfettamente le spalle e mi faceva già pregustare il momento in cui quella maglia gliela avrei sfilata. Due ragazzi diversi come il giorno e la notte...tanto stronzo uno cosi dolce l'altro, tanto cattivo il primo tanto amorevole il secondo ..per fortuna io non sarei mai tornata sui miei passi. Mi avvicinai e misi le mani sul petto di Stephan cercando di allontanarlo dal mio ex...lui continuava a tenerlo incollato al muro con le mani e non accennava a volerlo lasciare. Quando lo toccai sentii quanto trattenesse a stento la rabbia che gli era montata dentro..
"Amore..guardami..non farlo. Torniamo dentro..."
Quando sentii la tensione nei suoi muscoli scemare tirai un sospiro di sollievo. Lasciò andare il mio ex che sorrise soddisfatto. Nel momento in cui Stephan si girò verso di me con la coda dell'occhio vidi che quel deficiente aveva avuto la bella idea di voler contrattaccare. Vidi che fletteva le dita della mano ma prima che potesse farlo Ste si girò verso di lui e gli assestò una ginocchiata nelle parti basse.
"Questo per ricordarti che non ho paura di te" poi si girò verso la guardia che stava sopraggiungendo "Non si deve avvicinare...chiaro?"
"Me ne occupo personalmente"
"Ah e non permetterti mai più di chiamarla in quel modo..la prossima volta altrimenti saremo io e te da soli" poi si allontanò prendendomi per mano. Mi portò verso il retro "Come stai?"
"Bene...sul serio" ma il tremito alle mani e lo sguardo allucinato che sapevo di avere contrastavano con le mie parole "Ho solo bisogno di un attimo da sola" mi mossi verso il bagno e mi chiusi dentro dando libero sfogo alle lacrime.

Love me like you doDove le storie prendono vita. Scoprilo ora