Capitolo Quinto

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  Il calore dell'acqua mi da un po' di conforto, aiuta a calmarmi+ ma la mia mente non riesce a dimenticare quel bacio così velocemente. Il solo pensiero mi fa tremare, mi fa sentire bene e confusa al contempo. Continuo a sentire le labbra morbide di Peeta, le sue mani, il suo sapore. Mi immergo completamente nella vasca, chiudendo gli occhi, fino a lasciare che l'acqua mi copra completamente il viso ma l'unica cosa che ottengo è il ricordo ancora vivo nella mia mente dell'orologio che comincia a girare vorticosamente e io che finisco in acqua senza riuscire a tornare a galla. Quella sensazione di soffocamento attecchisce nelle mie viscere e scatto seduta in un battito di ciglia. Respiro velocemente. Respiro. Respiro. Respiro regolare.
- Kat sei nel tuo bagno, non in mezzo al finto mare dell'arena!-

Se Peeta fosse stato qui sono sicura che mi avrebbe accolto tra le sue braccia e cullata fino a quando la paura non fosse scomparsa.
Esco senza neanche essermi risciacquata.
In camera da letto trovo Ranucolo accovacciato sul davanzale.

Solo dalla morte di Prim sono riuscita ad apprezzare questo strano gatto, in fondo è di compagnia e ora come ora averlo vicino mi fa sentire un po' meno la mancanza della mia dolce sorellina.
Anche lui guarda verso le rose.

"Manca anche a te, vero?" Gli dico accarezzandogli quel pelo non troppo morbido.
La mattina seguente scendo al piano di sotto e come sempre Sae è già li.
"Tesoro, ma ieri non hai toccato cibo?" Mi chiede senza aspettarsi una risposta che la contraddica, in realtà.
Mi passa la ciotola del latte e basta.

Peeta non è passato neanche questa mattina, ma stavolta taccio. Non voglio chiedere a nessun'altro che non sia lui.
Butto giù quel latte con una tale velocità che sento Sae borbottare qualcosa come "non hai toccato cibo ieri, certo che adesso mandi giù quel latte in un secondo" e le lascio credere che il motivo sia quello. Esco immediatamente senza dare spiegazioni e mi dirigo verso quella casa che conosco come fosse la mia.

Busso ma non sento passi; nessuno che venga ad aprire. Provo a girare il pomello e la porta scatta aprendosi lievemente. Entro.
Sento un vociferare ma senza appizzare l'orecchio buono non riesco a distinguere le parole. Proseguo. Seguo la direzione del suono ed entro in cucina.
Il mio cuore perde un battito, o due.

"Kat, come sei entrata? " mi chiede Peeta sorpreso e sembra anche quasi essere leggermente imbarazzato. Resto in silenzio per qualche secondo, le guance rosse. "Scusa, ehm la porta era aperta".
Delly guarda da me a Peeta e uccide quel silenzio prendendo parola. "Ops, forse entrando l'ho lasciata aperta io" "scusate, davvero non volevo interrompere la -mi fermo, ma cerco di continuare così posso scappare via- vostra colazione" volto i tacchi e a passo svelto cerco di raggiungere la porta ma qualcuno mi afferra la spalla e mi chiede di aspettare. Cerco di mantenere la calma, ma non sono pronta a voltarmi perché forse vedrebbe i miei occhi lucidi.

Mi spinge delicatamente fuori la porta di casa e poi la socchiude dietro le sue spalle. "Kat, è venuta a portarmi delle cose che si era offerta di lavarmi,sarebbe stato scortese lasciarla andare così" mi dice giustificandosi.
"Peeta non devi giustificarti, dico davvero - adesso che ho ripreso fiato posso voltarmi ma non a guardarlo negli occhi - ho solo pensato che potessi stare di nuovo male" mi ficco le mani nelle tasche dei pantaloni e continuo a guardare il cemento a terra. "Ah, ehm no, sto bene. Grazie per l'interessamento, comunque" "meglio se torni dalla tua ospite, sarebbe scortese lasciarla dentro da sola, no?" Non aspetto che risponda né che si muova e vado verso casa di Haymitch.
- Grazie per l'interessamento - quella frase così fredda e formale mi risuona martellante nelle orecchie.

Arrivo davanti casa del mio ex mentore ubriacone ma ci ripenso, torno a prendere arco e frecce e vado verso i boschi.

-Oggi sarà una lunga, lunghissima giornata di caccia-

Non condividere questo luogo con Peeta mi fa tornare la nostalgia dei giorni passati qui con Gale. Per un attimo mi chiedo come se la stia passando lui, con la sua nuova vita, lontano da tutti e insieme all'odio mi pervade anche un senso di gelosia. Sarebbe stato bello ricominciare in un posto dove il dolore era solo dentro di me e non anche nei visi familiari delle persone e nelle cose. Ma io sono la Ghiandaia Imitatrice, in nessun posto sarei stata davvero in pace e libera da tutto.

Scocco la freccia. La vedo andare dritta e sicura verso lo scoiattolo. Preso. Morto. Quando lo vedo cadere a terra stecchito non posso impedire alla mia mente di rimandarmi l'immagine di Rue che mi guarda implorante prima di cadere a terra colpita da una lancia. Una lacrima scende involontariamente. Cosi lascio lo scoiattolo a terra e proseguo.

Non so quanto tempo sia stata nel verde ma quando inizio a sentire la leggera pioggerellina scendere mi incammino di nuovo verso casa. Al mio arrivo trovo Peeta seduto sulle scale. Cerco di restare indifferente e senza dirgli nulla apro la porta ed aspetto che mi segua dentro.

"Sei tutta bagnata! Togliti subito quei vestiti prima di beccarti qualche malanno!" Mi dice avvolgendomi in una mantella che si trovava buttata sul tavolino all'ingresso.
"Anche tu sei un po' bagnato" rispondo.

- chissà quanto tempo è stato seduto sul portico ad aspettarmi-

Sorride. "Vai forza! Intanto io accendo il fuoco, ok?". Lo guardo dirigersi verso il soggiorno, quando il freddo si impossessa di me arrivando a toccare le ossa, mi costringo ad andare al piano di sopra per cambiarmi velocemente.  

Cosa resta di noi?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora