Capitolo Sedicesimo

354 24 0
                                    

Restiamo abbracciati per un poco. Lui non chiede nulla, io non parlo, mi lascio semplicemente accarezzare la testa, un po'come si fa con i cani, ma mi sento al sicuro.

Forse tutto questo è un brutto sogno, deve esserlo.

"Che succede, Kat?" mi chiede.

"Non ho voglia di parlarne" rispondo secca ma Gale non è il tipo che lascia stare facilmente.

"È per quello che ho detto prima?" Chiede con cautela. "Non proprio" "È per Peeta, vero?".

- Perché sono cosi prevedibile? -

Annuisco piano rimanendo incollata alla sua camicia e lo sento stringermi di più.

"Perché ti fai questo?" Lo sento dire ma non capisco a cosa si riferisce. Mi scosto per guardarlo in faccia, vorrei decifrare la sua espressione ma non ho molto successo. "Perché vuoi tirare fuori da lui una persona che non c'è più? Ti fai solo del male". Sono così stordita da quelle parole che mi ci vuole un po' per elaborarle per bene. "Lui c'è!" "Sei tu che vuoi disperatamente vederlo! Perché non riesci a capire quanto sia sbagliato per te?".

Non riesco davvero a capire dove voglia andare a parare. Questa conversazione ha preso una brutta piega, ma come al solito sono io ad averlo incoraggiato.

"Non credo tu sia nella posizione di poter giudicare! Non mi sembra che di dolore tu me ne abbia causato poco, anzi!" Esplodo, riferendomi a mia sorella, ovviamente. La sua espressione però si fa più dura, tanto che stento a riconoscere quel ragazzo che veniva a caccia con me.

"Questa è un'altra storia! E non so quanto ancora dovrò scusarmi, colpevolizzarmi e mettermi in croce per avere davvero il tuo perdono".

Non si può avere perdono per una cosa del genere, non si può perdonare a cuor leggero chi, forse, ha ucciso tua sorella, ma non ho il tempo di replicare perché sento qualcosa di umido farsi strada tra le mie labbra.

- Gale mi sta baciando! -

Un bacio veloce e quasi neanche ricambiato.

"Katniss, io sono tornato per te" mi dice prima di andare via.

Il ritorno verso casa è vuoto di immagini, di saluti, di persone, l'unica cosa che mi fa compagnia è il pesiero di Gale che mi bacia. Le sue labbra erano ruvide e fredde, molto diverse da quelle che ricordavo; un bacio prepotente e veloce, completamente diverso da quelli soffici e delicati di Peeta.

Mi tocco le labbra e non sono certa di cosa stia provando, un tremore, ma non distinguo se è passione o ribrezzo.

Arrivo davanti la porta di casa mia, incerta su cosa fare, se entrare o rimanere la fuori a riflettere ancora, a capire, o magari andare da Haymitch, potrebbe meravigliarmi con qualche consiglio dettato dalla saggezza che gli esce fuori grazie alla bottiglia.

Opto per quest'ultima soluzione e mi incammino verso casa sua, ma non è alla sua porta che mi ritrovo a bussare.

Cosa resta di noi?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora