Capitolo Venticinquesimo

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Dopo essere riuscita a mandare via Gale, che non voleva lasciarmi sola fino al ritorno di Effie, mi sono seduta in cucina, ad aspettare.
Mi chiedo se Peeta abbia sentito qualcosa, e se si, cosa? Avrà visto me e Gale baciarci?
Il solo pensiero mi fa star male.
Sono un disastro, rovino sempre quello che tocco, chi mi sta vicino viene danneggiato, sempre; Peeta ne è l'esempio vivente.
Lo hanno depistato a causa mia, ha perso tutto e tutti a causa mia. L'unica cosa che potevo fare per ripagarlo era amarlo e sono riuscita a rovinare anche questo.
Il rumore della serratura si fa strada nel silenzio della casa con un vociferare, sempre più vicino, fino a che le figure di Effie e Haymitch si palesano sulla soglia della stanza.
"Dolcezza, che ti sei persa! Certa roba, ottima!" Biascica l'ex mentore che deve essere ubriaco fradicio.
Effie gli da un colpetto al braccio, a mo di rimprovero. "Scusalo, non ha un briciolo di tatto". Sorrido, tristemente. "Signore, vi lascio ciarlare, mi ritiro con la mia amica vodka", mostra la fischetta e ci da le spalle, barcollando verso casa. Sedendosi, Effie scorge i dolcetti nel piatto. "È passato alla fine!" Dice tutta allegra. "Sai mi aveva chiesto le chiavi di casa per portarti qualcosa da mangiare. Dovevi vederlo, è stato triste tutto il tempo! Vi siete incrociati quando è venuto?" Sussurro una risposta negativa, e lei continua il suo monologo. "Ecco perché quando è tornato era tutto scuro in viso! Che peccato Kat! Aveva scelto con cura tutto quello che ti piace di più." Sobbalzo.


- Sono un'ingrata! -

"Effie...- per un istante le parole mi muoiono in bocca- ho paura che Peeta non voglia più..." non riesco a finire la frase perché vengo soffocata dall'ammasso di stoffa del vestito della donna che si era precipitata ad abbracciarmi. "Non dirlo, tesoro! Gli serve solo un po' di tempo, lo sai!"
Restiamo così per un po', immagino che sia mia madre ad abbracciarmi e mi calmo, lasciandomi cullare dalla mia immaginazione. Mi stacco asciugandomi le lacrime con il palmo della mano. "Effie, scusa ma stiamo parlando sempre di me, raccontami qualcosa di te! Come va li a Capitol?" "Oh, bhe, in realtà al momento non ho un lavoro fisso, sai..." ci fu una lunga pausa. Non avevo mai pensato agli Hunger Games come portatori di lavoro per molta gente. 

"Ora girovago un po', godendo dei miei soldi, ma stavo pensando...oh Katniss sono cosi eccitata all'idea che devo dirtela, assolutamente". Scandisce quell'ultima parola lettera per lettera, e per un momento penso di essere ancora sul treno, quello che ci avrebbe portato all'arena. "Stavo pensando che, visto che voi, tu, Peeta e quell'ubriacone, siete una specie di famiglia per me, magari potrei comprare una delle case vuote qui, che ne dici?" Chiede euforica, lasciandomi completamente spiazzata.

Siete una specie di famiglia, sono le parole più profonde che sia riuscita a sentir dire ad Effie; mi rendo conto che è vero, nel male che quei giochi rappresentavano hanno fatto si che noi quattro diventassimo uniti, diventassimo una famiglia, che fosse a causa di una morte imminente o per il desiderio di sopravvivenza ; un legame del genere non si può cancellare. Mi apro in un grande sorriso e le prendo le mani. "Dico che ne sarei felicissima!". La sento emettere gridolini di gioia, mi unisco a lei, lasciandomi alle spalle per un momento i problemi, lasciandomi trascinare da quella contentezza che mi si stava spargendo in corpo.
Dopo tanto parlare di visitare case, di scegliere quella giusta, di dover prendere contatti con chi di dovere riesco a rintanarmi nella mia stanza.
Ho ancora il sorriso sulle labbra per la novella quando mi giro a guardare in direzione della casa difronte, spostando un poco le bianche tende, che ora sono illuminate solo dal debole chiarore lunare. Le luci sono tutte spente, tranne una, quella che so essere la stanza dove dipinge; mi volto a guardare l'ora dalla sveglia sul comodino, 01: 38. Starà dipingendo? Quali orribili immagini si sono proiettate nella sua mente? Starà dipingendo quello che ha visto oggi? Me e Gale?

La paura attecchisce nella mia mente e la voglia di spiegare freme nelle mie vene, con una smania tale che vorrei andare a bussare ora a quella porta e parlargli; ma non posso.
Così resto a guardare la luce che filtra dalla finestra, torturandomi, fino a quando la casa non diventa buia, la finestra della sua camera si apre leggermente; solo allora riesco ad andare a letto anche io.
La mattina dopo mi sveglio di buon'ora, tanto non sono solita a dormire granché quando sono sola nel letto, provando ad armeggiare tra i fornelli, per far trovare qualcosa di pronto e mangiabile per la colazione. Questa mattina casa Everdeen è piuttosto chiassosa, tra Effie ed Haymitch che si stuzzicano a vicenda.

"Cara, ti ringrazio tanto per la colazione" mi dice Effie regalandomi un sorriso. "Stai scherzando? Tra poco morirai per avvelenamento da cibo!" "Grazie per la fiducia!" Lo rimbecco. "Preferisco fare colazione solo se a cucinare è Peeta, lo sai dolcezza, non me ne volere" mi strizza l'occhio, ma stamattina non riesco a non irritarmi per la sua simpatia pungente.
Qualcuno bussa alla porta di casa ed è Haymitch a far da padrone andando ad aprire.
"Oh si, ora si ragiona!" Dice tornando con un piatto pieno zeppo di biscotti, a seguirlo, subito dopo, c'è Peeta.

"Buongiorno a tutti!" Dice con una finta allegria visibile a chilometri di distanza.4

Ci guardiamo, senza dirci niente, finché non si siede.

"Ehm grazie per i dolci di ieri" dico tanto per attaccare bottone in qualche modo; voglio vedere in che modo mi risponderà.
"Figurati." Fa spallucce.
Durante il resto della colazione rimango in silenzio; li ascolto parlare della sera precedente, senza intromettermi, senza chiedere. È Haymitch il primo a dire di dover andare via e invita la nostra ospite ad andare a vedere le sue oche; così noi due ci ritroviamo soli, freddi e silenziosi, seduti al tavolo.
"Forse è meglio se vado. Ci pensi tu a dare una sistemata?" Mi chiede tirandosi su. Annuisco.
"Bene. Allora ci vediamo."
Si volta per andare via e la frenesia della notte precedente ritorna a bussarmi nel sangue.
"Peeta aspetta, vorrei parlarti un momento".
Lui resta fermo, continuando a darmi le spalle.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 19, 2020 ⏰

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