10.

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Molte volte mi sentivo così, stanca.
Ma la mia non era nemmeno stanchezza, forse non era niente ma io sentivo di non stare bene dentro di me.
Non volevo fare nulla e se invece volevo fare qualcosa, mi risultava o troppo faticoso o non ne avevo proprio voglia m allo stesso tempo ne avevo voglia.
Quindi avevo solo due soluzioni per questi miei brutti momenti:

Suonare la chitarra lontana da tutto e da tutti, senza sentire nessuno che mi dica ciò che devo fare, perché lo devo fare e se no perché è sbagliato o per qualsiasi altra cosa a mio parere stupida.

oppure andare da lui che riusciva sempre a tenermi a bada ma non potevo cadere proprio ora.

Così mi alzai dal mio letto e impugnai la mia chitarra correndo al piano inferiore ed uscendo velocemente di casa senza dire niente a nessuno.
Non volevo parlare con Luke e Ashton per dargli spiegazioni inutili.
Arrivai in una strada deserta, forse anche un po' inquietante ma avevo una certa attrazione per il paranormale anche se in fondo mi spaventava.

Presi la chitarra ed iniziai a suonare delle note totalmente a caso che però formarono una bellissima melodia, sarebbe potuta diventare una buona canzone.
Continuai a pizzicare delicatamente le corde dello strumento che avevo tra le mani e sorrisi leggermente.

-"Diventerà una bellissima canzone, sai?" Sentii dire e sobbalzai vedendo davanti a me Christian.
Lo guardai attentamente per poi posare la chitarra accanto a me e scrutarlo, quasi esaminarlo, da testa a piedi.

-"Che fai? mi segui? " chiesi solamente alzandomi dal posto in cui ero seduta e lui ridacchiò scuotendo la testa ed indicando un enorme villa dietro di noi.

-"Caso mai sei tu che segui me, quella è casa mia" disse lui avvicinandosi a me e guardandomi.
-"Scusa ma devo andare." affermai velocemente prendendo la chitarra e correndo verso il parco.
Presi un foglio ed una penna ed iniziai a scrivere una canzone.

Una canzone per lui.

Era quasi se gli chiedessi di ritornare quelli che eravamo perché ne avevo bisogno e avevo capito che anche lui ne aveva la necessità.
Così finii di scrivere quelle parole dopo un bel po' di ore e mi ritrovai davanti a Calum dandogli la lettera e "scappando" via da lui.
Entrai in casa mia e guardai Luke e Mike sul divano a guardare un film e il loro sguardo balzò su di me che ero seduta all'ingresso con la mia schiena contro la porta.

**

Avevo fatto un enorme cazzata a dargli quella canzone, non doveva leggerla assolutamente.
Per questo ero lì e Bussai alla porta di casa sua.
Mi aprì sua madre che molto sorpresa mi sorrise.
-"Salve signora, c'è Calum per caso?" chiesi.
-"Eh no, è uscito da un po' " disse e sospirai di sollievo.
-"Potrei salire in camera sua per prendere degli appunti che gli avevo dato? " chiesi e la signora mi sorrise annuendo.
-"Non devi nemmeno chiederlo, conosci bene ormai la mia casa e sai che sei sempre la benvenuta. dai sali tesoro" disse e le sorrisi per poi correre al piano superiore e dover affrontare uno dei miei più grandi ostacoli.
Rientrare nella camera di Calum.
Aprii piano la porta e mi guardai intorno quasi sorridendo vedendo che era tutto uguale.
Le chitarre fuori posto, il letto disfatto, vestiti dappertutto, foto attaccate alle pareti insieme ai poster.
Tutto esattamente confuso e disordinato come Calum.
Mi avvicinai alla scrivania e subito trovai la mia canzone così la presi e mi girai a riguardare la stanza mentre tenevo stretto il foglio tra le mani.
Guardai il letto e sospirai sdraiandomici sopra e stringendo il cuscino di Cal.

CALUM POV'S :

Entrai in casa mia dopo essere andato a far le prove con i ragazzi e trovai mia madre sorridente che preparava la cena.
La guardai attentamente prima di salire velocemente in camera mia.
Aprii la porta frettolosamente perché volevo sapere cosa ci fosse scritto nella lettera di Madison ma rimasi sbigottito nel vedere la ragazza sul mio letto che dormiva beata.
La guardai meglio e notai la lettera che teneva stretta tra le sue manine e mi sedetti accanto a lei prendendola e leggendola.

Era una canzone meravigliosa...
Era una confessione dei suoi sentimenti meravigliosa.
Lasciai la lettera chiusa sul letto e le accarezzai i capelli guardandola.
La vidi aprire gli occhi e balzò subito sul letto.
-"Sc-scusa è che ero venuta per te e il letto era qui ed ero stanca..." disse lei e sorrisi prendendole il viso tra le mani e baciandola.
La vidi irrigidirsi per poi subito ricambiare il bacio e appoggiare la sua delicata mano sulla mia nuca.
Ci staccammo subito dopo e ridacchiai guardandola posando la fronte sulla sua e mostrandole la canzone.
-"Mi concedi di cantarla?" chiesi e lei sorrise annuendo e posando la testa nell'incavo del mio collo.

Non avevo ancora capito se io e Madison fossimo di nuovo una coppia ma ero sicuro che era indubbiamente mia, almeno dopo questa canzone ne avevo la certezza.

-"Non ci ho pensato molto quando ho scritto quella lettera e quando te l'ho data. Ecco forse perché c'ero riuscita. Ero tornata per riprenderla però ovviamente tu sei sempre e dicasi sempre più veloce di me, Cal." disse e ridacchiai annuendo e stringendo la ragazza forte a me.
-"Mi sa che dovrai fermarti a mangiare, mia madre non ti lascerà andare facilmente anche perché vedrà che sei dimagrita e poi è felicissima di rivedermi a casa nostra" dissi e Madison mi guardò ridacchiando nervosamente, quasi avessi detto qualcosa che non andasse o che si sentisse in imbarazzo.
-"Beh Calum non volevo dirtelo ma tua madre ha detto che è casa sua, quindi resto solo se lei me lo chiede" affermò Mad e risi accarezzandole il viso per poi riprendere a darle miliardi di baci, perché ne avevo davvero ma davvero bisogno.

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