La voglia di alzarsi era pari a zero, sentiva le testa pesante e i muscoli intorpiditi, e anche quando suonò la sveglia non riuscì a muovere un muscolo. Sentiva un peso caldo addosso che quasi le impediva di respirare e, aprendo un solo occhio, fece per distanziare Julio. Aveva ancora i vestiti della sera precedente che sentiva scomodissimi... e aveva il corpo intorpidito. Dopo abbondanti minuti decise di alzarsi a camminò barcollando. Fece il suo ingresso in cucina con un sonoro sbadiglio beccandosi subito un'occhiataccia dalla madre.
«Ti ha dato di volta il cervello? » esordì quest'ultima.
«Buongiorno anche a te, mamma»
«Portare un ragazzo nel tuo letto, Martina! Sei impazzita per caso?»
«E' solo Julio.» disse versandosi dell'acqua. Sentiva ancora il sapore forte dell'alcol.
«Non ha importanza, c'è Matías, cavolo!»
«Che ha dormito con te, quindi...»
«Sai cosa intendo Martina, non fingere di non capire.»
Sbatté il bicchiere sul tavolo dopo averlo svuotato, «Okay, questa conversazione finisce qua.»
«Oh non credere che la scamperai!» le urlò contro sebbene Martina fosse già uscita dalla cucina.
Prese le prime cose che trovò nell'armadio, scosse Julio dalla spalla per svegliarlo.
«Uhm...» brontolò nascondendo il capo sotto il cuscino.
«Tornatene a casa se vuoi dormire.» disse prendendo dal cassetto mutande e reggiseno.
Martina uscì sbattendo la porta, impedendo a Julio di ribattere. Si alzò i capelli in una crocchia ed entrò in doccia quando l'acqua fu regolata. Le sarebbe servito molto di più, per riprendersi dalla sbronza della sera precedente, ma doveva arrangiarsi. Uscì e indossò l'accappatoio; applicò un trucco semplice giusto per coprire le occhiaie terribili che si era ritrovata quella mattina.
Ma chi me lo fa fare?!
Indossò appena l'intimò che sentì bussare.
«Martina? Dovrei almeno cambiarmi questi vestiti.» mormorò Julio dall'altra parte con voce assonnata.
«Be'? Non hai più vestiti oltre ad una casa?» applicò un rossetto nude sulle labbra. Poi le schioccò.
Non poteva vedere, ma sentì comunque la solita risata di Julio, «Be', allora passeremo da casa mia prima...»
Guardò un attimo il cellulare, «Passerai.» lo corresse.
«Gesù, Martina! Non posso mica presentarmi così, in camicia sgualcita e pantaloni sporchi di vomito »
Vomito? Non ricordava che fossero arrivati a tal punto.
Farò tardi, di nuovo. Indossò velocemente la maglietta prima di aprire la porta e superare Julio per tornare in stanza. Lui piegò la testa di lato fissandola e deglutendo a vuoto. Non era carino fissarle il didietro come un maniaco pervertito, ma in quel momento era proprio ciò che si sentì e il tanga che indossava le stava troppo bene per non essere guardato. S'immaginò a toglierglielo lentamente mentre la riempiva di baci sul basso ventre. Neanche si rese conto quando Martina gli passò un paio di jeans e maglietta, ma quando lo guardò accigliata aspettando una sua reazione Julio scattò come fosse stato colto il flagrante.
«Oh.. ehm... sono puliti?»
«No, tengo della roba sporca nell'armadio, non lo sapevi? Certo che sono puliti!»
«Ma come ti trovi dei vestiti da uomo?»
«Li avevo e basta. Datti una mossa, hai dieci minuti!»
Sculettò fino al bagno e Julio ebbe la certezza: lo faceva di proposito. E ciò non fece che eccitarlo di più.
Furono pronti in tempo; avevano anche il tempo di bere un caffè veloce.
«Mamma che ci fa Matías sul divano?» domandò pulendosi gli angoli della bocca.
«Vi sta aspettando.» disse neutra.
Martina sapeva che ce l'avesse ancora con lei. Le passerà. Le passa sempre.
«Come?»
«Visto che vi trovate di strada potete accompagnarlo.»
Martina si trattenne, ma ringhiò: «Mamma! C'è un maledetto traffico a quest'ora, arriveremo tardi! Aspetta, ma non devi lavorare oggi?» la squadrò nel suo pigiama.
Orrendo. Chi superati gli –anta continua a comprare pigiami con pupazzetti? Mia madre, ovviamente.
«Sì, ma il mio turno inizia più tardi.» scrollò le spalle, con superiorità.
«E va bene. Va bene! Al diavolo.» sbraitò uscendo. «Matías prendi lo zaino e andiamo. Veloce.»
«Martina? E' chiaro che sei in punizione.»
Ma che cazzo...? Sbatté così tanto forte la porta che il rumore rimbombò nelle orecchie di Isabel.

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Amor omnia vincit?
RomanceSpagna, precisamente nella capitale: Madrid. Martina Gonzàlez, una giovane donna il cui pensiero principale è lo studio. In realtà è l'unica cosa che le interessa, oltre alla sua famiglia certo, una famiglia piccola ma buona. La sua vita proc...