Sostava sull'uscio della porta, gli occhi puntati verso il corridoio deserto. Lo stridere dei compagni non faceva che innervosirla. Andava sempre così quando si assentava un insegnante, o semplicemente se questo facesse ritardo.
«De Leon, vuoi chiudere il becco!» intimò a Nicolas.
Lui sorrise malizioso, «Non ci riesco da solo, ti va di aiutarmi Ginzàlez?»
Martina dal canto suo roteò gli occhi tornando nella postura di prima con la schiena contro la porta. Fu in quel momento che tornando a guardare davanti a sè vide avvicinarsi una figura piuttosto familiare. Il cappuccio della felpa gli copriva gran parte del viso, ma la postura dritta e la camminata erano riconoscibili tra mille; con lo zaino su una spalla e l'aria annoiata. Perfino il suo stesso orgoglio le urlava quanto fosse dannatamente bello.
Cacciò il cellulare dalla tasca, fingendo di mostrare più interesse alla home di facebook. Ma le sue orecchie non sentivano che i passi di lui, il corpo percepiva il contatto con quello di Julio più intenso e la mente riportava immagini di giorni addietro.
«Buongiorno»
Il solo suono di quella voce fece tornare alla mente di Martina i gemini che quella notte erano usciti da quella stessa bocca.
Rispose al saluto con un cenno del capo, impassibile e senza neppure alzare gli occhi. Quelli di Julio, invece, la fissava con insistenza, poi la superò.
«Nicolas ho detto non sul mio banco, diamine!»
«Dolcezza ti ricordo che è anche il mio.. e ci faccio quel che voglio»
Nicolas ignorò lo sguardo di storto che gli fece Martina, e prese a palpare Raquel che era poggiata al banco.
«Lo uccido. Lo uccido, quanto è vero che mi chiamo Martina. Brutto pezzo di merda...» borbottava tra sè.
«La signorina sembra nervosa... che novità...» Julio si guardò a destra e a manca gesticolando in maniera teatrale, quasi stesse narrando ad un pubblico.
«Sembrava strano che fossi rimasto zitto.» ribattè.
«Io?»
La mano di Julio si poggiò intorno al giro vita di Martina. La spinse -fuori dalla classe- contro la parete adiacente alla porta.
«Preferisci che io stia zitto?»
«Decisamente.»
Si fece più vicino e incastrò Martina, non per la presa che esercitava su di lei -piuttosto leggera-, gli bastavano gli occhi.
«Uh, carina la sciarpa.» la sfioró con le dita, poi provò ad allentare il nodo,
«solo... ti preferisco senza.»
«Non ci provare! Serve a nascondere i lividi.» lo frizzò con gli occhi.
Julio piegò le labbra in un sorriso, «Ehi ce l'hai con me?»
«Ti ho detto che odio i succhiotti. Come giro senza far notare prima i segni della mia stessa persona?»
«Io non li trovo male,» mormorò interpretando un tono convincente «Vedila così: almeno hai i capelli lunghi.»
Alzò le sopracciglia e Julio abbassò il cappuccio.
«Sei sempre così aggressiva?»
Martina mutò l'espressione sul volto, fissò le chiazze rosse ed evidenti sulla clavicola e al centro del collo di Julio.
«Devi prendertela con chi sei andato il week end scorso. Di certo non ti ricordi neppure cos'è successo.»
«In realtà sono quasi convinto di essermeli procurati da solo, sai»
«Ne ero certa! Solo Raquel può trovare entusiasmante venire a letto con te. Be', lei trova entusiasmante andarci con chiunque.»
Lanciò un'occhiata nella direzione di prima, adesso Nicolas e Raquel stavano limonando senza pietà.
Julio fece un risolino per nulla spontaneo, segno che il commento sarcastico di Martina non gli era affatto garbato. Mollò la presa rientrando in aula. Un momento di terrore attraversò Martina.
Dove crede di andare?
«Dove vai?»
«A vendere meringhe» proferì piatto di spalle.
Mmh, okay...
Gli andò dietro tormentandosi le mani «Pensi di passare in osservato conciato in quel modo?»
«E chi ti dice che non sia proprio quello il mio obbiettivo?!» rincarò con la stessa superbia usata da Martina.
È fuori di testa. Del tutto fuori di testa. E io gli darò il colpo finale... imparerà che mettersi contro di me non è cosa.
Rimase alle sue spalle finché Julio si fermò davanti Nicolas, il quale gli aveva intimato di raggiungerlo.
«Raquel fatti un giro» disse con un ghigno e le molló una pacca sul sedere.
Raquel fece quanto detto, urlò ad Ashley di prendere tutto l'occorrente: rossetto, mascara e blush e corse insieme all'amica in bagno.
Julio e Nicolas si scambiarono una stretta di mano, quindi tra qualche chiacchiera quest'ultimo gli propose della buona roba a buon prezzo. Julio lo ascoltava con attenzione e di tanto in tanto negava con il capo interrompendo i tentativi dell'amico di raggiungerlo. Annoiata dalla situazione Martina prese posto sulla sedia più vicina è spulciò le notifiche sul cellulare. Era sul punto di addormentarsi quando una voce stridula la distrasse dal sonno imminente.
«Una bellissima festa! Quando pensi di farne un'altra, Julio?» cinguettò Raquel.
Ma quando è tornata?
«Mio fratello ne organizza una questo fine settimana, ci sarà della musica.»
Diego...
Qualcosa le diceva che quella notte aveva fatto molto più di andare a letto con Julio.
«Ci sarò di certo!»
«Per ridurti come l'ultima volta?» rammentò la bionda a Nicolas.
«Non rompere Raq.» lei sbuffò ma non aggiunse altro, «È stata una sbronza con i fiocchi, ad un certo punto ero convinto di vedere le stelle.»
«Certo che le vedevi, era notte» disse Julio tra le risate.
«Oh.» si grattò il capo, «A te è andata meglio eh?!» si scambiarono un'occhiata maliziosa. Poi Nicolas si avvicinò a Julio e con tono più basso aggiunse: «Me lo sono sempre chiesto: com'è a letto?»
Julio sentì d'un tratto il sangue ribollire quando con un cenno l'amico indicò Martina seduta lì vicino. Si girò ad osservarla, se ne stava, del tutto indifferente, con le gambe accavallate davanti lo schermo dello smartphone.
«Nicolas!!»
Liquidò Raquel con un gesto della mano riprendendo a parlare: «È evidente che è una tipa frustrata. Se impiegasse le stesse energie che usa per urlare contro alla gente sotto le coperte sarebbe una bomba.» si massaggiò la barba allusivo, «Fosse meno rompipalle me la farei.»
Julio non mosse gli occhi da Martina. Era bella, anche con un filo di trucco, altrettanto imbronciata e infantile. Pure quando faceva la stronza. All'ultima frase di Nicolas, però, i suoi muscoli si erano irrigiditi.
«I tuoi desideri sessuali mi sono del tutto indifferenti. Almeno provaci sul serio a non farti sentire.» gli occhi di Martina si alzarono, guardando prima Julio e dopo puntarono Nicolas.
Lui rise, tutt'altro che a disagio «Era un complimento Gonzàlez. Devi giusto migliorare quella vena polemica.»
«Mm...» si alzò in piedi, «Il fatto che quanto parli sei veramente convinto di ciò che dici è grave. E il giorno in cui verrò a letto con te sarà perché in un momento di noia ti voglio abbindolare per poi metterti nei guai.»
Raquel rideva in silenzio, Julio la guardava serio e Nicolas non dimostrava affatto di essersela presa.
«Però... hai fantasia.»
«Che ne sai, magari è tratto da una storia vera.» parlò guardando per tutta la durata della conversazione Julio, e quasi come se quelle parole in realtà fossero indirizzate a lui. Si risedette riprendendo a fissare il telefono.
«Che guardi di così interessante?»
«I cazzi tuoi, Julio?»
Seppure il tono indisponente Julio notò un accenno di sorriso comparire sul viso di Martina. Si aggrappò a quel piccolo segnale quando prese una sedia e si mise al suo fianco e quando intrecciò le braccia intorno alla sua vita. Sentì i muscoli tesi di Martina rilassarsi mentre si appoggiava con la schiena a Julio, il quale strofinò il naso dietro il suo orecchio.
«Martina..?»
«Mmm..»
Il palmo della mano di Julio premette sul mento di lei, la costrinse a ruotare il viso e guardarlo negli occhi. Martina ebbe impresso quello sguardo supplichevole mentre chiudeva con forza gli occhi e lasciava che Julio premeva le labbra contro le sue.«Non dicevi sul serio prima, non è così?»
«Io dico sempre sul serio.» sbuffò facendo uscire il fumo.
Infilò la mano libera in tasca, «Sei venuta a letto con me.»
«Sul serio?» lo scimmiottò portando la sigaretta alle labbra.
«Te lo ricordi almeno questo sì?»
«Mi prendi in giro?»
«È una semplice domanda Martina.» passò la mano tra i capelli nervosamente.
«Una domanda del cazzo, non credi?!» si parò di fronte a lui, il braccio di Julio che le cingeva il collo ricadde dritto.
«Sto solo... cercando di capire.»
«Capire.. cosa c'è da capire?» lo guardò con riluttanza. «Ho fatto sesso con te perché mi andava. E andava anche a te, no?» aspirò l'ultima volta e gettó la cicca.
Il gesto di Julio la colse completamente impreparata: la bloccò tra il muro e il proprio corpo riducendo al minimo le distanze, accostò il bacino al suo e le mordicchiò appena il collo. Poi si distanziò.
«Che... perché...» biascicò appena Martina.
Alzò le spalle «Mi andava.»--
BUONA VIGILIA❤
Avevo il capitolo pronto e ve lo lascio qua, approfittandone per augurarvi in generale buone feste!
A presto, con il nuovo anno💕
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Amor omnia vincit?
RomansaSpagna, precisamente nella capitale: Madrid. Martina Gonzàlez, una giovane donna il cui pensiero principale è lo studio. In realtà è l'unica cosa che le interessa, oltre alla sua famiglia certo, una famiglia piccola ma buona. La sua vita proc...