capitolo 8

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"Oh my God, look at that face
You look like my next mistake"

« Ti piace così tanto venerarmi? » sogghigna « Ogni volta che mi vedi, casualmente, ti ritrovo a terra che mi guardi. »
« Smettila, Drew. Non sono dell'umore. » lo incenerisco con lo sguardo e lui sbarra gli occhi.
« Che cosa ti è successo, Bon.. cioè, Elena? » si corregge e corruga la fronte.
« Niente che ti possa interessare. Ci vediamo, Drew. » lo sorpasso a passo veloce e non vedo l'ora di tornare a casa.
« Elena! » grida e si avvicina a passo veloce verso di me. « Hai qualcosa nei capelli. » afferma, indicandomi i capelli.

« Cosa? » chiedo, portando la mano sui capelli, ma lui mi dà un piccolo schiaffo sulla mano.

« Meglio se non tocchi. » serra le labbra e cerca di trattenere una risata.
« Drew? Cosa diavolo ho nei capelli? Dimmi che non è un insetto. » lo guardo con faccia supplichevole.
« No. In realtà, un piccione viaggiatore, probabilmente, ha fatto i suoi bisogni...» non conclude la frase, perché scoppia a ridere.
« Guarda che me ne sarei accorta! » esclamo.

Oh, perfetto. Ci mancava solo questo.
Nonostante la sua risata divertita, io resto seria. Guardo per terra, e improvvisamente mi sento immersa nel vuoto. Mi sento completamente al buio, e cerco solo una piccola luce per uscirne fuori. Mi gratto la fronte e gli sorrido in modo forzato.
« Hai intenzione di camminare con la cacca di uccello nei capelli? » chiede.
In effetti, ha ragione. Mi sento sporca, dentro e fuori.
« Ti porto a casa mia, ti lavi i capelli e poi ti porto a casa. » mi prende la mano e mi trascina verso la sua auto.
« Oppure potresti semplicemente portarmi a casa, ho anche io un bagno, sai? » mi libero dalla sua stretta.
Mi ha detto di fidarmi di lui, e l'ho fatto. Mi odio con tutta me stessa, e mi sono promessa che questa sarà l'ultima volta che lo avrei visto. Alla fine, non è stato proprio Dylan a ferirmi. Sono triste perché io, a differenza sua, ho baciato davvero un altro ragazzo. Anche se, l'idea che lui abbia visto un'altra ragazza nuda, e che l'abbia trovata attraente, mi dà fastidio. Sono gelosa, arrabbiata con me, con lui, e con il mondo intero.
Ogni tanto sento Drew che mi parla, e gli rispondo sempre e solo a monosillabi e con un finto sorriso. È una cosa folle. Non posso e non voglio, essere attratta da due ragazzi. Drew ha quei capelli neri, che vorrei toccare anche io, quegli occhi verdi che ci faccio l'amore solo a guardarli, e quelle ciglia folte e nere, che accentuano di più il colore meraviglioso dei suoi occhi.
Lo sento mentre spegne il motore e mi fa notare di essere arrivati. Scendo dalla macchina con cautela, e guardo verso di lui.
« Drew, perché non mi sento i capelli sporchi? Voglio dire, in macchina almeno sarebbe dovuto sentirsi un po' la puzza. » arriccio il naso e faccio una smorfia.
« Su, entra in casa. » mi spinge verso l'entrata e all'improvviso mi ricordo che sia il figlio del mio ex professore di matematica.
« Drew..tuo padre? I tuoi? » sento i polmoni bloccarsi.
Lui diventa serio e contrae la mascella. « Mio padre torna fra due giorni, mia madre non penso che la vedrai. Ora, aspetta qui. » mi dice, e si avvia in un'altra stanza. Rimango qui, imbambolata, e ammiro le foto appese al muro. Ad un tratto sento qualcosa di molle e appiccicoso sui miei capelli. Mi giro di colpo e vedo Drew che mi ha appena sbattuto un uovo in testa.
« Che cazzo di problemi mentali hai? » sbraito.
« Non avevi cacca di uccello in testa, quindi l'ho fatto affinché tu..» fa mezzo sorriso «.. ti lavassi i capelli. Ti ho portata qua perché voglio parlarti, e così ho la sicurezza che non scapperai conciata così. »
Evito di ribattere. La rabbia ribolle dentro di me. È un gesto infantile. Chi diavolo rompe un uovo in testa ad una persona? Mi fa vedere dove è il bagno.
Tolgo attentamente la maglietta e mi lavo i capelli. Inutile dire di aver represso i conati di vomito. Quando metto l'asciugamano in testa, Drew spalanca la porta. « BonBon se hai bisogno di qualc...» mi guarda e fischia.
«Accidenti, che bel costume » ride e solo dopo mi ricordo di essere senza maglia.
« Drew, vattene!» gli lancio la maglietta in faccia. La prende in mano e mostra uno dei suoi sorrisi sexy.
« Grazie..per il souvenir.» mi mostra la maglietta ed esce dal bagno con essa in mano.
Va bene, non posso essere più stupida di così.
Trovo un accappatoio e me lo metto addosso, nonostante stia morendo di caldo.
Mi fermo davanti ad una stanza, e vedo Drew coricato sul letto che sta... odorando la mia maglietta?
« Ma cosa fai? Dammela! » gli punto il dito contro.
« Veramente dovrei dirtelo io..» si alza in piedi e viene verso di me.
« Sei un maledetto porco. » cerco di dargli uno schiaffo in faccia, ma mi afferra il polso e poi mi butta sul letto.
Mi guarda intensamente negli occhi e per poco non mi sta venendo un attacco al cuore. Non mi piace guardare la gente negli occhi, lo faccio solo quando sono sincera oppure quando lancio sguardi di sfida. Ma, quando sono così fragile, ho paura che le persone possano leggermi dentro. Mi sento imbarazzata e distolgo lo sguardo. Evito il contatto con i suoi occhi, e chiudo i miei. All'improvviso Drew esce dalla stanza e lascia sul letto la mia maglietta. Mi tolgo l'accappatoio e l'asciugamano dai capelli e m'infilo la maglietta. Guardo fuori dalla finestra e noto che si sta facendo buio. Riporto l'accappatoio e l'asciugamano in bagno, e trovo Drew in salotto mentre sta bevendo una birra. Gli chiedo di portarmi a casa, per poco non lo supplico, ma lui appoggia la sua birra sul tavolino e mi fa segno di sedermi accanto a lui, sul divano.

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