Capitolo 10

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...a quel punto vidi Giorgia sorridere mentre guardava qualcosa dietro di me; mi voltai e vidi correre Francesco verso di me e che si abbassava. 

Non sentii più il pavimento sotto i piedi: mi aveva preso in braccio per non lasciarmi a Riccardo...erano peggio di due bambini

Francesco sorridendo a Riccardo "Ora è mia"

e mi portò fuori dalla porta in braccio con dietro tutti gli altri.

Mi sentivo molto osservata, qualcuno mi sorrideva mentre qualcun'altro mi guardava male.

 Devo ammettere che avere un ragazzo muscoloso sempre a disposizione che ti porta in braccio quando indossi i tacchi sarebbe proprio comodo; ma mi sembrava di averlo sfruttato troppo, quindi gli chiesi di scendere. 

Si fermò e mi mise in terra, restammo così in fondo al gruppo; mi porse il braccio e camminammo per il resto della serata a braccetto. Parlammo un po' per conoscerci meglio fino all'entrata in discoteca; più volte avrei voluto scompigliargli i suoi stupendi capelli ricci ma ogni volta i suoi occhi dolci mi bloccavano.

In discoteca entrammo tutti insieme ma pochissimi secondi dopo ci perdemmo di vista; anche Francesco visto che ci eravamo staccati appena fuori dall'entrata. 

Mi guardai varie volte intorno per vedere se trovavo qualcuno, mi sentivo una stupida a stare lì in mezzo da sola. Feci spazio tra la gente per avvicinarmi al bancone del bar dove c'erano altri "single".

Mi sentivo come una bambina che si era persa al supermercato e cercava la sua mamma, con l'unica differenza che cercavo qualche mio conoscente.

Stavo guardando gli altri che ballavano, sempre con la speranza di vedere qualcuno, quando un ragazzo mi afferrò la mano e mi portò a ballare. Era il classico principe azzurro che tutte cercano, tranne me: alto, biondo e occhi azzurri. 

Mentre ballavamo lui continuava a strusciarsi sul mio corpo e cercava di baciarmi, più lo allontanavo più lui si avvicinava e continuava. Avrei voluto che arrivasse qualcuno, non mi importava chi, a portarmi via da quel ragazzo.

Anche se non volevo cominciò a baciarmi con la lingua; mi ero arresa, dopotutto non era la prima volta che trovavo uno così in discoteca.

Quando meno me lo aspettavo sentii un profumo a me familiare, anche se non mi ricordavo a chi appartenesse; poi una mano mi strattonò lontano dal ragazzo. Mi staccai completamente da lui e mi voltai, era l'ultima che mi aspettavo di trovare: il moro

Alessio al ragazzo "Ma che stai facendo?"

Ragazzo con accento bresciano "E te chi sei?"

Alessio aggressivamente "Il suo ragazzo"

non feci in tempo a capire cosa fosse successo che mi trovavo fuori dal locale tra le mani di Alessio. 

Il silenzio ci accompagnava, nessuno dei die osava dire una parola

io timidamente "Grazie Ale"

mi guardò dritta negli occhi e poi gli spuntò un sorriso...ma che gli era preso? Dov'era il solito ragazzo stronzo che conoscevo?

Quella era solo una delle domande che mi passavano per la testa, l'altra era perché mi avesse portato via da quel ragazzo?

io "Perché l'hai fatto?"

Alessio "Ho visto che non volevi farlo, saresti scappata via"

io "Sesto senso?"

Alessio "Diciamo di sì..."

nessuno dei due voleva rientrare nel locale e degli altri non c'era traccia; andammo a passeggiare sul lungolago e ci fermammo sulla stessa piaggia del pomeriggio, al buio aveva tutto un altro effetto.

Camminare sui piccoli sassi gelati non era per niente facile coi tacchi; provai a toglierli e a a camminare scalza ma erano troppo freddi per i miei piedini delicati; per questo mi fermai in piedi sul marciapiede guardando il moro avvicinarsi all'acqua...

Occhi che si cercano fino all'impossibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora