Capitolo 4

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...io voltandomi verso di lui "Annalisa, è questo il mio nome"

ed ecco che un deja-vu mi passava per la mente, non mi piaceva per niente quando mi chiamavano rossa; sembrava a scuola quando i professori che non ricordavano il tuo nome ti chiamavano col colore dei capelli o della felpa che indossavi, era una cosa che odiavo

Alessio "Me lo ricordo il tuo nome...ma rossa mi piace di più"

io "Bé, a me no quindi usa il mio nome"

Alessio "Bo rossa, non lo so"

io sbuffando "Fai un po' come vuoi moro"

se avesse continuato a chiamarmi rossa avrei fatto lo stesso con moro, speravo soltanto che quel nomignolo le desse fastidio.

Entrando lo stupore mi pervase, appartamento non era la parola giusta per descriverlo; l'esterno non lasciava intravedere la bellezza all'interno: aperta la porta un grande atrio con grandi vetrate accoglieva chi entrava, c'era una scala che portava ai due piani superiori e su ognuno tre camere da letto e un bagno; mentre al piano terra la cucina, un bagno-lavanderia, la cucina e due camere da letto.

Francesco che sapeva la disposizione delle stanze assegnò a ognuno la propria: Antonella e Riccardo al piano terra; lui, Alessandro e Giorgia al primo mentre io, Lorenzo e Alessio all'ultimo.

Tutti partirono alla ricerca della propria stanza, io salii per ultima visto che non mi importava granché di che camera avessi.

Arrivai al mio piano ed entrai nell'unica stanza con la porta ancora chiusa, vicino a quella di Alessio. Accesi la luce e mi diressi verso le ante per aprirle, come immaginavo il lago faceva da sfondo a un lungo balcone che passava da tutte e tre le camere. 

Uscii dalla portafinestra e iniziai a camminare verso quella di Lorenzo; le ante di Alessio erano ancora chiuse, tra me e me pensai "adesso passo e me le becco in faccia"

Dovrei smettere di pensare certe cose perché, proprio come nella mia testa, tutto quello si realizzò

io indietreggiando "Cazzo! Ma non è possibile"

Alessio ridendo "Guarda chi si rivede...la rossa"

passai oltre la portafinestra e bussai al vetro di Lorenzo, anche se stava sistemando le sue cose non tardò ad aprirmi

io sfiorandomi il naso e la fronte, dove avevo preso le ante "Cominciamo bene le vacanze"

Lorenzo "Che è successo?"

io velocemente "Anta in faccia"

Lorenzo, come sempre molto comprensivo nei miei confronti, cominciò a ridere sotto i baffi

io "Vabé, vado a mettere a posto la mia roba"

Lorenzo "Ah, mi stavo dimenticando...tra mezz'ora noi andiamo giù a fare un giro. Vieni anche te?"

io "Tra mezz'ora? Certo che vengo"

mi diressi verso la porta per uscire, non volevo prendermi altre ante in faccia

Lorenzo ironico "Stai attenta alle porte"

feci una breve risata ironica e tornai in camera mia passando lontana dalla porta chiusa di Alessio.

Entrando in stanza mi soffermai a guardare come era arredata, cosa che prima non avevo fatto: un grosso letto da una piazza e mezza al centro della stanza contro il muro, una grossa libreria colma di libri e dvd, un capiente armadio nascosto nella parete con le ante scorrevoli a specchio e una scrivania accanto alla portafinestra.

Misi la valigia sul letto e la svuotai mettendo i vestiti nell'armadio e le varie trousse sulla scrivania; la mezz'ora passò velocemente infatti appena finito corsi in cucina dagli altri che mi stavano aspettando.

Uscimmo di casa e percorremmo il vialetto insieme ma in piazza prendemmo due strade diverse: i ragazzi andarono sul lungo lago mentre noi ragazze restammo nei pressi della piazza...

Occhi che si cercano fino all'impossibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora