CAPITOLO 3

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...provai anch'io a fissarlo ma non ce la facevo infatti mi abbassai nuovamente con le guance arrossate abbinate ai miei capelli.

Aspettai qualche minuto e riguardai nello specchietto e non mi stava più fissando, stava guardando la strada davanti a sé con uno sguardo assente ma con uno strano sorriso soddisfatto sulle labbra. Quel suo sorriso molto probabilmente era dovuto alla mia sconfitta alla precedente sfida, pensai.

Quindi anche quel ragazzo che sembrava tanto duro e stronzo aveva un sorriso, malefico, ma pur sempre un sorriso.

Non so come ma mi addormentai, ma quella bella sensazione durò poco perché fui svegliata dalle grida di Alessio "Cazzo ragazze, è da tre ore che parlate, state un po' zitte"

finalmente qualcuno era intervenuto; il silenzio assoluto nel van mi dava un senso di pace e tranquillità.

A scoppio ritardato Lorenzo si svegliò alzando la testa dalla mia spalla e mi chiese cosa fosse successo

io togliendogli gli occhiali da vista mettendoli nel vano portaoggetti "Shh, continua a dormire"

mi ascoltò come un cucciolo indifeso, infatti si riappoggiò alla mia spalla mentre io feci cadere la mia testa sulla sua.

Anche se non stavo guardando nello specchietto mi sentivo i suoi occhi addosso, ad ogni minimo movimento che facevo i suoi occhi penetranti erano lì, addosso a me, come se solo la mia presenza gli desse fastidio.

Mi riaddormentai e mi svegliai soltanto quando il suv si fermò in un vialetto pieno di alberi che conducevano a un appartamento isolato dal resto del paese; da ogni parte in cui mi giravo il bellissimo lago multicolore ci accompagnava. Mentre il mio corpo era ancora sul sedile la mia mente era già altrove, immersa nel magnifico paesaggio lacustre; uscii dal mio mondo soltanto quando sentii un forte e prolungato colpo di clackson.

Sobbalzai non per lo spavento dovuto al rumore improvviso ma per la reazione di Lorenzo, infatti si alzò dii colpo e la mia testa era ancora appoggiata alla sua

Lorenzo "Chi è sto deficiente"

guardai al posto del guidatore ma non vidi Riccardo, infatti lui era nel posto accanto; riconobbi subito i suo ciuffo quando si girò dietro

Alessio con lo stesso sorriso di prima "Siamo arrivati"

Lorenzo abbassando il tono di voce "Me ne sono accorto..."

Alessio aprendo la portiera "Lo so che in fondo mi ami Lorenzo"

scesero tutti, noi dietro per ultimi perché dovevamo aspettare che scendessero quelli davanti per alzare il loro sedile.

Mentre aspettavamo che scendessero pensai agli atteggiamenti di Alessio: si divertiva molto, secondo me, a fare lo stronzo; e per fortuna Francesco aveva detto che era un ragazzo timido...in testa io avevo un'altra concezione di timidezza e quella non lo era affatto.

Scendemmo dall'auto pure noi, le ragazze stavano svuotando il portabagagli dalle valigie; Francesco, accompagnato da Riccardo, stava andando ad aprire l'appartamento, Lorenzo e Alessandro erano appena scesi dal van e Alessio era rimasto a fissare il vuoto.

Andai anch'io a guardare il paesaggio veramente mozzafiato, nonostante fosse inverno il cielo era sereno e non si notava la differenza tra esso e il lago; si stavano aggiungendo sfumature rosse e arancioni, dovute al tramonto e all'imminente buio che non stava tardando ad arrivare.

Fui richiamata all'attenzione da una ragazza, se non sbaglio Giorgia; era sotto al portico

Giorgia "Ehi ragazzi, venite in casa"

mi avviai verso casa con Alessio dietro, cercai le valigie ma mi ricordai che erano già state portate dentro

Alessio "Ehi rossa..."

Occhi che si cercano fino all'impossibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora