Capitolo 26

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Lorenzo "Pensi sempre male te"

io "Non dirmi che non l'hai pensato" scosse il capo "Sono cose che posso sapere oppure sono troppo sconce?"

Lorenzo "Poi sono io quello che pensa male...stavo pensando a come farmi perdonare"

io "Mi hai sconvolto Cantarini...ti ricordavo molto più orgoglioso; da quando chiedi scusa?"

Lorenzo alzando il sopracciglio "Posso sempre cambiare idea"

io "Da un testardo come te so già che non lo faresti: quando hai in testa qualcosa non te la toglie nessuno. Comunque si può sapere cos'hai intenzione di fare?"

Lorenzo "Rovinerei la sorpresa in questo modo"

io "E che sorpresa è che mi hai già detto che ma la fai?"

Lorenzo marcando l'ultima parola "Infatti non ti ho detto cosa voglio fare...non per niente è una sorpresa"

io "e quanto devo aspettare ancora?"

ignorò completamente le ultime mie parole e alzandosi dal letto trovò la più banale delle scuse per non rispondermi: aveva fame.

Poteva semplicemente dirmi che non aveva progettato ancora nulla

io "Non c'è molto da mettere sotto i denti oggi"

Lorenzo "Vorrò dire che mi accompagnerai a fare la spesa"

io "Ai suoi ordini capo"

uscì dalla stanza e andò a fare colazione, vista la sua assenza ne approfittai per curiosare qua e là, era un vizio che avevo da sempre. Non trovai nulla di interessante in quel suo ordine quasi maniacale: vestiti, la sua solita chitarra che si portava ovunque, vari oggetti tecnologici e dei fogli impilati sulla scrivania fermati da una penna.

Iniziai a sfogliare i vari fogli: parecchi erano usati come spartiti; su altri c'erano delle frasi scritte dal moro, probabilmente erano i testi di alcune canzoni e tra le tante scritture un foglio mi saltò all'occhio.

A metà del plicco di fogli in mezzo a innumerevoli bianchi; erano soltanto poche righe scritte di suo pugno. Lo stavo sfilando per leggere ma fui richiamata all'attenzione da un colpo di tosse.

Velocemente alzai le mani dal foglio e mi voltai verso la porta; per fortuna non era Lorenzo, essendo geloso delle sua cose gli dava fastidio quando qualcuno gliele toccava

io tirando un sospiro di sollievo "Ehi Giorgia..."

Giorgia "Hai un minuto di tempo? Ti devo parlare"

io "Certo, dimmi"

Giorgia "Preferirei non qua in corridoio, andiamo in camera mia"

la seguii.

Si sedette sul letto mentre si arricciava nervosamente una ciocca di capelli che teneva in mano; era successo qualcosa di grave, non era da lei essere così nervosa.

Notai subito un suo strano gesto: appoggiò la mano sulla pancia, non poteva essere quello che stavo pensando

io "Non dirmi che sei incinta!"

si accovacciò su se stessa e cominciò a piangere, alzò il viso e mi rispose "Forse, non lo so. Non mi arriva il ciclo da due mesi e il periodo corrisponde ad una volta che l'ho fatto con Ale"

io "Hai detto qualcosa ad Alessandro?"

Giorgia "Preferisco non dirgli niente finché non sono sicura, non voglio stressarlo inutilmente...nel caso non fossi incinta"

io "Il test l'hai fatto?"

Giorgia "No. E non ho neppure il coraggio di andare a comprarlo"

io "Ho già capito, ti accompagno"

accennò un sorriso "Grazie...però entri te"

senza nessuna possibile opzione accettai

Giorgia "Andiamo pomeriggio"

mi ricordai che avevo accettato anche di andare con Lorenzo a fare la spesa

io "Presto però, devo uscire anche con Lorenzo"

mi immedesimai nella sua situazione, anche se non era ancora sicura: cosa farei se scoprissi di essere incinta?

Panico, panico, panico...ecco la mia risposta

...


Ma buonasera ragazzuole. Ne approfitto pure qua per augurare un buon onomastico al Nostro Lorenzo

Occhi che si cercano fino all'impossibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora