~CAPITOLO 22~

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Il giorno dopo a scuola Alex non mi rivolse parola e questo mi innervosì parecchio. Decisi che al suono della campanella gli avrei parlato.

-Ehi...Perché così di fretta?- domando io fermandolo per il polso...

-Vai pure con il tuo "amichetto"- rispose bruscamente

-Ma che cazzo ti prende, scusa? Elia è solo un amico che lo conosco da ben nove anni è ovvio che gli parlo alcune volte, eh!- dico io arrabbiata e tutto d'un fiato.

-Delle volte?! Stai sempre insieme a lui e sembra che ti sia dimenticata del tutto che hai un ragazzo. Prova a pensarci su- e con questo conclude andandosene.

Non mi aspettavo una reazione del genere da lui... Pensavo capisse la situazione e che stavo solo cercando di aiutare Elia ad ambientarsi nella nuova scuola. Devo risolvere questa situazione presto prima che le cose peggiorino.

Finita la ricreazione entro in classe e vedo che Alex non è al solito posto vicino a me, ma che si è spostato. Non starà prendendo seriamente la nostra litigata, spero.

Quando mi siedo inizio a prendere i libri dallo zaino, ma una voce mi interrompe.

-Hei, posso sedermi qui?- domanda Elia...

In fondo è Alex che si è spostato perciò ho tutto il diritto di avere vicino chi mi pare e piace.

-Sì...Certo..- rispondo prendendo le ultime cose dallo zaino.

Quando Elia si siede Alex ci vede e lo fulmina con lo sguardo.

Elia, notando il cambiamento di Alex, mi chiede

-Perché Alex si è spostato?-

Quando decido di rispondere entra la prof di italiano.

Prendo una penna dall'astuccio e inizio a scrivere qualcosa su un foglietto.

'' Ti dico dopo, alla fine''

''Okay:)''


13.00

Al suono della campanella io ed Elia ci incamminiamo verso l'uscita.


- Alex si è arrabbiato con me perché dice che noi due stiamo sempre insieme.- inizio


-Beh, non ha tutti i torti- risponde lui ridacchiando. Il solito stronzo.


-Parlo seriamente.- rispondo io fermandomi e mettendo le braccia incrociate fingendo di essere offesa.


-Scusa- dice lui ritornando serio.


- Non so che fare...c'è... Sei nuovo in questa scuola ed è ovvio che ti faccio compagnia...Anche perché ci conosciamo da tanto e non parliamo tanto le poche volte che ci vediamo.


-Hai ragione. Infatti non c'è motivo di arrabbiarsi. Però noi maschi siamo fatti così, vogliamo le nostre ragazze tutte per noi e se ero al suo posto mi incazzavo di più, credimi.- risponde ridendo e mi unisco a lui.


Senza rendercene conto siamo già arrivati a destinazione.

-Bene, allora ci vediamo domani a scuola, e cerca di risolvere la questione.- dice facendomi un piccolo sorriso e abbracciandomi.

Ricambio e mi incammino verso casa.



La perfezione non esisteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora