Quando mi svegliai erano già le 6 del mattino. L'alba si intravedeva dalla finestra aperta e la leggera abrezza del mattino, mi faceva desiderare di tornare sotto le coperte. Ma quel giorno c'era scuola, e anche se la mia scuola non fosse distante da casa mia, ma avevo altre cose da fare quella mattina.
Indossai dei jeans ormai logori e bucati qua e là con una maglietta nera e scesi di sotto facendo meno rumore possibile, ma si sa che meno vuoi fare rumore e più ne fai, infatti le scale iniziarono a scricchiolare ad ogni mio passo. Arrivato alla porta mi misi gli stivali e andai vero la fattoria.
Io e la mia famiglia ci siamo trasferiti in America dall'Inghilterra quando avevo soltanto dieci anni, a causa di alcuni eventi spiacevoli accaduti nella mia terra di origine. Da lì sono cambiate molte cose: nuova vita, nuova casa, nuovo ambiente e nuove persone.
Vivere in una fattoria è un bell'impegno, nonostante avessi pochi animali: qualche cavallo, qualche mucca e quache gallina.
Andare dalle galline per raccogliere le uova non era mai una cosa divertente. Dovevo prende un secchiello con il mangiare per le galline, buttarlo a terra ed entrare nella capanna dove depongono le uova e oggi come al solito raccolsi le uova e le portai casa, poi andai anche dai cavalli a dargli il fieno e munsi le due mucche per portare il latte a casa. Ormai a tutto questo avevo fatto l'abitudine.
Ogni giorno, sempre le solite cose:
Sveglia, fattoria, doccia, colazione, e scuolaOrmai erano passate due settimane dall'inizio della scuola.
Quella mattina nuona parte gli studenti si spostano da un'aula all'altra come degli zombie, molti dei quali ancora con i postumi della sbornia, presa durate la festa fatta la sera prima. Sicuramente non vedevano l'ora che finisse la scuola per fare altre feste, soprattuto i ragazzi che volevano divertirsi con quante ragazze possibili. Alcuni facevano a gara su quante ragazze riuscissero a rimorchiare entro un limite di tempo che poteva variare dalle due settimane a un mese intero. Patetico.
Ad ogni modo, per quel lunedì mattina i professori avevano organizzato una riunione per gli studenti dell'ultimo anno. Per questo motivo mi ritrovai in piedi, in un angolo del teatro, dove nessuno avrebbe potuto infastidirmi. E poi tutti i posti erano occupati.
Un fischio, proveniente dalle casse appese ai lati del sipario e dell'entrata, face fermare quel chiacchiericcio proveniente dagli studenti, che erano estasiati e per metà confusi. Estasiati perché perdevano tempo ed evitavano le lezioni, confusi perché non era una cosa che capitava spesso essere chiamati da tutti i tuoi professori.
"Musica per le mie orecchie" il professore Williams, nonché insegante di filosofia, un uomo sulla sesantina con un corpo tozzo e basso, prese parola. Forse era lui ad aver fischiato nel microfono.
"vi starete chiedendo perché vi abbaino convocato qui, nel teatro" prese un fazzoletto di stoffa dalla sua tasca e si asciugò alcune goccioline di sudore che scendevano dalla sua fronte.
Per raccontare una storia ci impiegava quasi un'ora
"Durante questa estate noi docenti abbiamo tenuto delle riunioni, valutato alcune fattori e messo a confronto con altri. Da questi incontri é emerso che in ogni classe, circa la metà di voi, è composta da asini. Molto non sfruttano in pieno il proprio talento" il professore Williams si guardò alle spalle cercando un segno d'approvazione dai suo colleghi. Cosa che fecero annuendo.
"Quindi per porre rimedio a questa dirompente ignoranza, professori hanno scelto di farvi fare un progetto che varrà tre quarti del voto finale. Fate male questo progetto e ci vedremo il prossiamo anno"
Il chiacchiericcio, che prima era sparito con il fischio era appena tornato con un semplice frase, Alcuni studenti erano già in paranoia, altri erano eletrizzati, altri ancora mandavano messaggini a solo dio sa chi. Alla fine restavano i tipi come me: calmi fuori ma con un turbine di emozioni che ci perquoteva dall'interno.
Non mi piacevano i progetti. Non mi piaceva qualsiasi cosa che avesse a che fare con l'entrare in contatto con altra gente. Le cose preferivo farle da solo.
Un altro fischio fece tornare il teatro silenzioso.
"ora vi diremo come procedere, aprite bene le orecchie e segnatevi le cose"La professoressa Harper prese parola; "sarete divisi in gruppi da tre; i gruppi sono già stati assegnati e non sono stati scelti a caso ma li abbiamo formati con criterei specifici" i ragazzi non sembravano molto contenti, essere divisi dagli amici, o essere in gruppo con qualcuno che non ti piace non è mai una bella cosa.
"silenzio per favore. Ora, il progetto può variare in base a quello che vorrete fare all'università. Metteteci del vostro. Ricordatevi, il voto vale più della metà. Se avete domande rivolgetevi ai vostri insegnati." Quasi tutti Ignorarono le ultime cose dette dalla professoressa e partirono a fare domande a raffica, alcune domande davvero stupide come quella fatta dal capitano delle ragazze PonPon "non ci saranno sfigati nel mio gruppo vero?"
La professoressa Harper proseguì ignorandoli "in classe verranno poi distribuiti dei fogli con i gruppi a cui sarete assegnati e Il regolamento. Il progetto va consegnato un mese prima della fine dell'anno. Ora potete anche andare a lezione"Non volevo che la mia media si abbassasse per colpa dei miei compagni di progetto, ai quali probabilmente non sarebbe importato nulla
Il proffessor Williams entrò in aula posando la sua valigetta sul tavolo. Il professor iniziò a distribuire dei fogli.
"Il progetto che farete, oltre che a valere più della metà del voto finale, vi permetterà di partecipare ad un concorso, organizzato da noi insegnanti, per il quale ci sono in palio 3 borse di studio, una per membro del gruppo. Domande?"
Amber alzo la mano e il signor Williams fece un cenno con il capo in segno di assenso. "Con quale criterio avete scelto i gruppi?" In proffessor annuì più volte "bella domanda signorina" si tolse gli occhiali, prese un fazzoletto di stoffa e iniziò a pulirli. Solo quando ebbe finito mise il fazzoletto in tasca posando anche gli occhiali sulla scrivania. Tanto valeva metterli subito sulla scrivania senza perdere tempo a pulirli. Ad ogni modo inziò a parlare. "Abbiamo scelto una persona con la media altissima, una persona con una media nuona e una persona con una media pessima" "c'è possibilità di cambiare compagni?" Il professore Williams rise e scosse la testa "mi dispiace per voi, ma sapete già quale è la risposta". Ridacchiando andò a sedersi sulla sedia girevole dietro alla scrivania "non potrete cambiare compagni di progetto. Ora leggete il regolamento. Dopo vi dirò i vostri compagni di squadra"
La classe si amutolì all'istante.Note autrice:
In alcuni capitoli troverete delle foto ma voi potete ignorarle e pensare ai personaggi e vari luoghi con la vostra fantasia perché io non mi sono esattamente basata su di loro.
Grazie per aver corretto tutto sto macello ahahah BabiBennett27Ora vi lascio al prossimo capitolo :)
STAI LEGGENDO
E Alla Fine Cosa Resta Di Noi? #WATTYS2017
RomanceUltimo anno di scuola. Un solo progetto da realizzare. Alexander e James sono due ragazzi completamente diversi ma riusciranno a scoprire nuove cose, a imparare che non tutte le emozioni sono brutte e che c'è sempre una seconda scelta. Tuttavia qual...