Il 10 gennaio partimmo molto presto da scuola, erano solo le sei e mezza del mattino e dopo tredici ore di lungo viaggio arrivammo in accademia che stava nel Tennessee al confine con il Kentucky. Il Kentucky sembrava perseguitarmi dal famoso giorno della mia prima sbronza.
L'Accademia era situata in un bel posto boschivo, un edificio possente e dalle condizioni pessime se ne stava al centro di un grosso prato ancora verde. I professori ci fermarono davanti all'ingresso zittendoci "mentre il mio collega va ad informare del nostro arrivo io vi comunico brevemente le stanze." fece una pausa controllando dei fogli che prima teneva sottobraccio "le camere sono da due, e le coppia sono già state formate quindi non avrete modo di scegliere e mi aspetto da voi un comportamento adulto e responsabile oltre che a un comportamento adeguato " guardò velocemente tutti soffermandosi un po’ di più su James, Erik e compagnia bella.
Il professore di educazione fisica tornò con un grosso scatolone che mise ai suoi piedi quando si fermò accanto alla professoressa elencò i gruppi che andarono da lui a prendere le chiavi per poi sparire dentro alla struttura a quattro piani, mi sentivo sempre più a disagio e il freddo avanzava sempre di più mentre il gruppo si dissipava. Andrew e Adam furono fortunati capitando nella stessa stanza mentre la fortuna per me e Matthew non stava dalla nostra parte perché lo misero insieme ad Erik il che mi lasciò confuso in un primo momento ma poi mi prese subito l'ansia misto a paura perché non volevo stare in stanza con altri e mi guardò facendomi un sorriso di incoraggiamento ma i suoi occhi mi dicevano che era dispiaciuto poi si allontanò andando a prendere la chiave con il foglio mappato con la localizzazione della loro stanza e di altre stanza come la mensa e i bagni.
"James Smith e Alexander Thompson" lo guardai mentre si girava verso di me guardandomi negli occhi, no la fortuna non era decisamente dalla mia parte. Andai dal professore che mi porse la chiave e la piantina della camera e la porsi a James che la osservò dirigendosi all'interno facendomi strada.
Provavo strane emozioni mentre entravo nell'edificio, avevo molta ansia per il fatto di essere in un posto nuovo e insieme a un ragazzo che mi faceva provare dei sentimenti contrastanti nei suoi confronti quindi non riuscivo a capire se ero felice di essere stato messo in stanza con lui o se sarebbe stato il caso di ignorarlo fino alla fine della settimana.. Sta di fatto che non lo avrei mai perdonato di non avermi detto dei stupidi piani nei confronti di Davina così preferì pensare di avere dei professori incapaci nel fare un semplice gruppo.
Si fece da parte per lasciarmi spazio in modo che aprissi la porta della stanza e appena misi piede mi pentì di averla aperta. I muri erano grigi, in un tempo passato credo fossero stati bianchi, con qualche macchia di muffa e due letti stavano vicini uno vicino alla finestra e una quasi attaccata alla parte mentre le lenzuola erano molto simili a quelle che venivano usate in un ospedale "quale letto prendi?" domandò James facendomi uscire dai miei pensieri cosi buttai il borsone sul letto vicino alla finestra "la mia casetta e mille volte meglio, in confronto è un castello" borbottai più a me che a lui e lo sentii ridacchiare "già, questa stanza fa proprio schifo" disse poi mettendo il suo borsone sul letto che avrebbe usato e osservando le pareti "comunque avrebbero potuto unire i letti, con questo freddo una sola coperta non basterà" sentì tutto il mio sangue raggrupparsi sulle guance e orecchie al pensiero di James e me stretti uno all'altro per riscaldarci, era già capitato di stare abbraccianti in un letto ma questa volta era diverso, diverso perché lo avremmo voluto noi e non perché era l'unica cosa da fare come nella casetta che c'era solo un letto però quando lo guardai vidi che sul suo viso c'era un sorriso cosi lo presi come uno scherzo "non credo sia una buona idea" gli dissi cercando di rimanere serio "poi magari mi scappa un calcio, o meglio, lo meriteresti ma non voglio che quelli dell'esercito devono venire a dividerci" sorrise divertito e disse "allora meglio di no, altrimenti potresti rompermi qualche ossa con la tua forza bruta" scherzò, sapevamo entrambi che non lo avrei mai fatto, l'unica volta che avevo picchiato qualcuno era stato il suo amico Adrian quando lo avevo visto addosso a Davina e poi con la mia statura gli sarebbero bastati solo pochi gesti per neutralizzarmi ma avrei tanto voluto prenderlo a calci così lo ignorati per un po’ iniziando ad aprire la valigia e tirare fuori tutti i miei felponi mentre lui stava seduto sul suo letto a guardarmi o a vedere fuori dalla finestra.
STAI LEGGENDO
E Alla Fine Cosa Resta Di Noi? #WATTYS2017
RomanceUltimo anno di scuola. Un solo progetto da realizzare. Alexander e James sono due ragazzi completamente diversi ma riusciranno a scoprire nuove cose, a imparare che non tutte le emozioni sono brutte e che c'è sempre una seconda scelta. Tuttavia qual...