Capitolo 36

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Doveva essere giorni di festa anche perché ci lasciarono fare tutto quello che volevamo che non fosse distruggere qualcosa. Restammo tutto il giorno a chiacchierare. Ogni tanto vedevo James che mi guardava e mi chiesi se lo faceva molto spesso. Anche Matthew lo notò e ogni volta grugniva in disaccordo e dopo la terza volta che lo fece gli chiesi cosa gli prendesse e lui sbuffo non volendo parlarne. Il tempo passo abbastanza lentamente forse perché ogni ora che passava sentivo il desiderio di abbracciare Jem e poi ciò che c'era quella sera per cena non era dei migliori fece suscitare molte polemiche tra gli studenti, c'erano tutti i tipi di verdura e la minestra non mi lamentati però a me bastava mangiare! Maledetta aria del Kentucky.

Molti si rifiutarono di mangiare e andarono diretti al falò anche se girava voce che non fosse ancora acceso. Alle 21:00 andammo anche noi ma Matthew non rimase molto perché gli aspettavo ore e ore di chiacchierate telefoniche con la ragazza. Anche Andrew se ne andò, seguito da Adam, dopo aver detto di volersi fare una doccia rilassante prima della partenza sperai solo che Adam non lo toccasse.

Guardai il cielo, che nonostante la luce del fuoco, era pieni di puntini bianchi. Le stelle, come le nuvole, mi facevano sentire libero, mi facevano rendere conto di quanto siano grandi le cose che ci circondano come se fossi una formica in un pianeta troppo grande. Rimasi ancora un po' e qualcosa mi diceva che se rimanevo li ancora un po' sarebbe successo qualcosa ma la gente non sembrava percepirlo infatti rimasero i pochi quando James si mise accanto a me ma non troppo vicino. Era assorto nei suoi pensieri e lo sguardo perso nelle fiamme del fuoco "cosa hai?" gli chiesi non ci voleva molto per capire che qualcosa non andava "vorrei rimanere qui per sempre" lo guardai non capendo cosa ci trovasse di bello in quel posto ma poi mi guardò negli occhi "con te Alexander" aggiunse facendomi sentire un po' più felice ma allo stesso tempo mi chiesi cosa sarebbe successo una volta tornati a casa "perché quando torniamo a casa cosa succederà?" la preoccupazione mi assalì improvvisamente facendo sparire quella felicità che un po' mi veniva quando era al mio fianco "quando saremmo a casa non potrò essere me stesso, ci saranno i miei genitori e Adrian" disse dispiaciuto "qui mi sento più libero, senza contare il fatto che non potrò più vederti al mattino mentre dormi" mi ferì ciò che voleva farmi capire, voleva tenere questa relazione nascosta per sempre. Trattenni le lacrime che mi stavano riempiendo gli occhi "non ti perdi nulla di ché" mi abbracciai l'unica gamba che riuscivo a piegare e guardai nel fuoco come se dentro potessi trovarci tutte le rispose del mondo ma in realtà cercavo solo di non scoppiare a piangere e sembrava l'unica cosa darmi conforto. Mi prese una mano stringendola e cercando il mio sguardo che non voleva staccarsi dal falò "invece mi perdo lo spettacolo più bello del mondo" disse, dovevo solo alzare i muri che mi ero costruito, non era facile ma dovevo, o mi sarei messo a piangere e di lacrime ne avevo già versate abbastanza "grazie per queste belle parole" dissi freddamente ma come potevo mantenerlo fuori dal mio nucleo se aveva superato i muri intrufolandosi? Ormai si stava fondendo con me ed è per questo che ci stavo male "questo non vuol dire che smetteremo di stare insieme" mi rassicurò "cioè voglio dire, non so se stiamo insieme o no... Il punto è che qui è più facile" quindi eravamo davvero una coppia? Guardai le nostre mani che erano intrecciate, le sue sembravano fatte per contenere le mie che erano più corte e ossute delle sue. Forse era inutile che ci rimanevo male quando in fondo non avevo avuto nessuna esperienza per dire ciò che fosse giusto e sbagliato. Poi è anche vero che dagli errori commessi si imparava a non commetterne più quindi era caso di vedere come si sarebbe evolute questa storia. "okay allora" gli dissi mordendosi le labbra "mi dispiace" guardi il fuoco che scoppiettava in piccole lucine "lo so che meriti di più, qualcuno di più coraggioso di me, che ti faccia stare bene" mi strinse la mano come se riuscisse a trovare conforto "ma purtroppo sono egoista" non dissi nulla, nella mia mentre cera troppa confusione e se aprico bocca probabilmente avrei detto cose sbagliate o cattive mentre lui mi sembrava dire ciò che pensava anche se era evidente che pure lui era confuso. Rimanemmo in silenzio finché alcuni soldati non ci portarono dei Marshmallow e la cioccolata calda. "me lo sentivo! Ne valsa la pena di aspettare" pregustai il sapore di entrambe le prelibatezze che resero quella serata un po' più leggera del silenzio che si era creato. Chi mi guardava poteva dire che avessi la stessa espressione di Gollum che guardava il suo anello. Visto che cera poca gente mi carino un pacchetto che conteneva cinque o sei Marshmallow e un bicchiere di carta con dentro la cioccolata, ci mancava solo un libro e sarebbe stato il mio oasi. Apri subito il pacchetto infilando con un bastoncino lungo quella morbida pallina bianca fatto di zucchero ed altri poi li misi vicino al fuoco "che ora sono?" gli chiesi per rompere quel silenzio, prese il telefono sbloccandolo ci mise un po' per leggere l'ora comense qualcos'altro avesse attirato la sua attenzione "10:30" misi un intero marshmallow in bocca masticandolo con fatica no pensavo che una volta cotto si gonfiasse così tanto, mettendoli una mano davanti alla bocca ne offri uno a lui che lo prese con due dita per evitare di farle diventare appiccicose poi ne misi altri due sul fuoco. Di solito dopo 3 pezzi mi nauseavano ma l'aria di quel posto rendeva il mio stomaco senza fondo "mi andranno tutti sul sedere" mi lamentati ma avrei continuato a mangiarli "poco male" disse James con un sorrisetto e ne mangiai un mentre l'altro lo presi con tre dita e mondo bene cosa mi spinse a farlo ma lo avvicinati alla sua bocca, la sensazione morbida di quel dolce mi faceva venir voglia di sprofondarci le dita come quando vedi un letto morbido ed è impossibile non buttarti in mezzo mentre il materasso prendeva le tue forme. Lui sorpreso di quel gesto aprì la bocca e io fui attratto da ogni singolo dettaglio, le sue labbra rosse, per colpa del caldo e freddo, erano morbide sia alla mia vista che al tatto, i suoi occhi, i sui occhi scattavano da me al dolce morbido mentre una leggera aria sconsigliava i suoi cappelli.

E Alla Fine Cosa Resta Di Noi? #WATTYS2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora