Capitolo 9

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Mi svegliai alle 7 ed ero in super ritardo con le faccende in fattoria.
La videochiamata con Matthew fatta la sera prima durò un'eternità.
All'una del mattino c'erano già i primi sintomi della stanchezza, occhi pesanti, la testa che diventa improvvisamente sempre più pesante e la voce che piano piano si abbassava fino a diventare un sussurro; però in compenso fui contento di essermi addormentato dopo Matthew.
La mattina aiutai mamma con alcune commissioni, mentre di pomeriggio andai in città con il mio solito quaderno e penna.

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JAMES

"Nicholas scendi giù" chiamai mio fratello, o meglio, fratellastro, mentre infilai le braccia dentro alle maniche della felpa. "Dimmi, dove vai?" Mi guardò incuriosito scrutandomi dalla testa ai piedi.
"In centro. Se devi comprare qualcosa e devi venire ti voglio pronto in 5 minuti" ci penso un po su e poi annuì
"sono già pronto, possiamo andare" Risi e lo portai davanti allo specchio che c'era all'ingresso e presi il mio cappello della NY e glielo misi, dopo avergli sistemato i capelli
"ora puoi uscire". Misi il telefono in tasca e presi le chiavi appese alla parete.
Sapevo che odiava quando mi comportavo così però dovevo.
Nel frattempo andammo al centro commerciale, gli dissi che ci saremmo trovati davanti a H&M, pressappoco verso le 6 dove c'erano le panchine e vicino una gelateria.
Andai alla footlocker e mi provai le scarpe dell'adidas blu e delle vans bianche, visto che nere già le avevo e poi le Nike.
Presi le scarpe della Nike e le vans, riuscendo anche ad ottenere uno sconto dalla ragazza che stava alla cassa flirtando un po', qualche complimento, un sorriso e gli chiesi il suo numero dicendo che l'avrei chiamata quella sera.
Pagai solo un paio di scarpe, non che non potevo permettermele entrambe, però è andata così.
Uscii dal negozio e andai negli altri e presi ciò che mi serviva.
Alle 6 uscì da H&M guardandomi in giro alla ricerca di mio fratello.
Non faceva mai tardi, infatti lo trovai seduto su una panchina accanto ad un ragazzo castano, la pelle chiarissima, gli occhi marroni e le labbra non molto carnose ma di un bel colore che dava un po' di colore a quella pelle chiara.
Lo avevo già visto quel ragazzo, mi era venuto addosso un paio di volte, la prima era stato nel cortile della mensa, vicino al tavolo di Matthew; la seconda volta era stata nel corridoio.
Me lo ricordo perché arrossiva ogni volta imbarazzato e poi aveva questo strano profumo di erba appena tagliata.
Stava seduto a gambe incrociate, il suo quaderno appogiato fra di esse e la penna sull'orecchio.
Mi avvicinai sedendomi su una panchina coperta da una pianta finta e origliai la conversazione.

"La volta scorsa mi sono dimenticato di chiedertelo quando parlavamo dell' università" disse imbarazzato.
Mi sorprese il suo tono di voce basso e rauco, sembrava più un tipo da voce acuta e infantile ma non era così.
"che scuola ti piacerebbe fare poi?" Proseguì guardandolo per un istante. Nicholas gli sorrise , lui avrebbe voluto fare musica ma i nostri genitori vogliono che faccia legge. Risi fra me e me, quando mai i miei genitori, per una volta, non decidono per noi.
"Mi piacerebbe fare musica, una cosa tipo conservatorio o qualche accademia "
Sembrò sorpreso il ragazzo accanto a lui. "Quindi suoi qualcosa! Cosa suoni? Nono aspetta fammi indovinare!" Chiuse gli occhi e respirò prendendo dell'ossigeno nuovo e l'espressione del viso concentrato.
Poi aprì gli occhi il viso piegato leggermente a sinistra sorrideva "violino" mio fratello, e anche io, rimanemmo sorpresi.
Se mio fratello non suonava il suo violino era perché stava male, perché stava succedendo qualcosa di brutto o perché i nostri genitori lo obbligavano a fare dei compiti extra per il solo gusto di non sentirlo suonare.
Se solo la gente sapesse e capisse le emozioni che si provano e che si riesce a comprendere ascoltandolo suonare...

"Come hai fatto?" Nicholas lo guardò sorpreso, la bocca leggermente socchiusa.
Il ragazzo seduto accanto alzó le spalle e lo guardò velocemente facendogli capire che l'argomento sarebbe stato chiuso lì, poi prese la sua penna dall'occhio e scrisse qualcosa sul quaderno rimettendo aposto la penna quando ebbe finito.

E Alla Fine Cosa Resta Di Noi? #WATTYS2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora