Capitolo 11

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Mi svegliai alle 6:30 per andare in fattoria, non ero costretto ad andarci ma volevo aiutare i miei genitori il più possibile.

Coprii meglio Matthew che dormiva ancora, e scesi giù dove trovai mia madre in cucina già pronta per fare una splendida colazione.

"Buongiorno mamma" lei si girò a guardarmi con un po di farina su una guancia.

"Come stai oggi?" Le sorrisi e continuai "alle 7:00 potresti svegliare Matthew?"

Lei annuì.

Mi misi le scarpe che usavo per la fattoria e andai verso la porta

"Ricodagli che deve andare a casa a cambiarsi e che poi puzza se no non ci va" Lei rise e io mi chiusi la porta alle spalle.

Mi misi a fare le mie solite faccende mettendoci un'oretta.

Entrato in casa portai il latte a mio padre che lo posò in cantina dove poi ci avrebbe fatto il formaggio, una cosa alla heidi.

Andò tutto bene nelle 5 ore di lezione, nessun attacco di panico, tutto tranquillo.

In mensa Matthew aveva insistito che andassi a sedermi insieme a lui, adam ed Andrew.
Adam lanciava strane occhiate a Matthew, che se ne stava tranquillamente a blaterare su una partita di football e Andrew guardava intorno annoiato.
Mi concentrai su Adam e Matthew prendendo appunti sulle loro espressioni sia fisiche che facciali.

Il biondo gesticolava come se stesse cercando di prendere una mosca, in quel momento mi ricordai di quello che avevo letto recentemente, durante una mia ricerca sul " linguaggio del corpo e la gestualità" .

Questi psicologi hanno dedotto che i gesti servono a richiamare a mente delle memorie motorie che aiutano a recuperare  il nome di quello di cui parliamo: ad esempio, se l'attrezzo cui vogliamo riferirsi é una sega, faremo il movimento di portare avanti e indietro il braccio o, almeno, lo accendiamo.
Adam se ne stava a braccia conserte con lo sguardo fisso sul chiacchierone che mi stava seduto affianco.

Ero sicuro che lui non stesse ascoltando nulla di quello che diceva. "sei gay Adam?" Non so come ma riuscì ad attirare l'attenzione di tutti e tre, Andrew sembrò improvvisamente interessato, il ragazzo accanto a lui stava cercando di uccidermi con lo sguardo che mi riservò e Matthew si stava strozzando con un pezzo del tost al prosciutto e maionese.

Alzai gli occhi al cielo e guardai adam che non mi aveva staccato gli occhi minacciosi da dosso.

"Non sono affari tuoi." Mi disse, sicuramente arrabbiato, tutto lasciava intendere che lo fosse, la mascella tesa, i lineamenti degli occhi seri, la fronte e l'andatura rigida quando se ne andò. Andrew lo seguì a ruota forse lo avrebbe calmato.
"Sei come la grandine in un giorno estivo" rise Matthew, mi alzai dal tavolo e misi il quaderno, su cui avevo segnato degli appunti, nello zaino.

A momenti sarebbe finita l'ora di pranzo. "Sì cioè volevo dire che te ne sei uscito con una cosa del tutto inaspettata" alzai le spalle, a volte non riuscivo a controllarmi e le parole uscivano ancora prima che potessi valutarne le conseguenze.
Adam era chiaramente gay, sbavava per Matthew e ogni volta che quest'ultimo si perdeva in chiacchere, come succedeva spesso, adam ne approfittava per fargli una radiografia.

Presi le cose dal mio armadietto e andai negli spogliatoi insieme a Matthew. "Da quando vi conoscete tu ed Adam?" Chiesi a lui sedendomi su una delle panchine. Matt si mise accanto a me andando indietro nel tempo con la memoria "da metà anno del primo anno" si tolse le scarpe e poi la maglietta gettandole nel borsa.

perché?" Scossi la testa cambiandomi di vestiti.

Se adam fosse davvero innamorato di Matthew vuol dire che non è da poco che prova questi sentimenti verso di lui, o forse c'era qualcosa che io ancora non sapevo a cui dovevo ancora lavorarci.

E Alla Fine Cosa Resta Di Noi? #WATTYS2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora