Capitolo 40

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Finito scuola andai a casa "mamma?" La chiamai cercando di capire dove fosse "sono giù tesoro" la senti lievemente ma capì cosa stava dicendo così scesi venendo invaso subito da una temperatura fredda e umida "Cosa fate?" Chiesi mettendomi seduto su uno sgabello libero "aiuto papà con il formaggio, ci siamo accorti che è tantissimo quindi perché non venderlo?" Guardai Alaska alzarsi pigramente e venire a sdraiarsi sui miei piedi "sempre meglio che buttarlo" guardai mia madre impacchettare per 10 minuti buoni ma poi mi stanco e decisi di portare Alaska dal veterinario, era ancora piccolo anche se cresceva a dismisura e non aveva nessun tipo di vaccinazione ne tanto meno il Cip che era obbligatorio. Misi il cane in macchina e poi ci salì anche io e andai in città quando mi arrivò un messaggio James. Quella mattina a scuola non ci eravamo per niente parlati ma era una di quelle volte in cui non avevamo materie in comune e passavo il tempo del pranzo con Matthew e Andrew non che lui non fosse il benvenuto al nostro tavolo ma c'era ancora la questione della sua popolarità ancora tutta da chiarire, sapevo che era costretto a comportarsi in una certa maniera ma volevo sapere se avremo dovuto tenere la nostra relazione nascosta per sempre. Cosa che non volevo assolutamente ma con i tempi giusti magari se ne sarebbe fregato di tutti quanti e avrebbe fatto ciò che voleva senza pregiudizi degli altri.

Da James
- scusa se oggi non sono stato molto presente a scuola... ti va di venire da me?

Non gli risposi subito e questo sapevo che lo innervosiva ma appena arrivai che mi parcheggiai gli risposi

A James
- guidavo! Dopo che finisco di fare delle cose arrivo.

Mi mandò altri messaggi con scritto 'quali cose?' E altri simili a 'non ignorarmi' o 'rispondimi dai' molti erano anche delle faccine tristi o arrabbiate mentre altre erano senza senso ma lo faceva solo per attirare la mia attenzione ma già da un po’ avevo messo la sua chat in silenzioso dato che quando lo ignoravo, molto spesso, lui iniziava a riempirmi di messaggi facendomi squillare il telefono di continuo. Presi il cane in braccio e lo portai dentro andando al bancone "salve, ho un appuntamento per far mettere il Cip al cane" gli dissi e lei con un grande sorriso e una carezza al cane mi accompagnò in ambulatorio dove un veterinario stava seduto alla scrivania "ma che bel cagnolino" si alzò porgendomi la mano che strinsi e poi mi prese il cane andando a posarlo su un tavolo di ferro, il cane subito si allarmò ma lui sapeva come calmarlo "quindi hai trovato questo cane nel bosco?" Mi fece segno di avvicinarmi al cane per tenerlo mentre lui andò a prendere una siringa strana "già..." non sapevo molto cosa dirgli e sicuramente non gli avrei raccontato della conseguenza.
Dopo averlo bucato, e di conseguenza inserito il cip, andammo avanti con le carte finché non fu tutto a posto e ora era ufficialmente Alaska Thompson di razza Asky a manto bianco.
La mia palla di pelo.
Uscito andai nel negozio degli animali accanto alla clinica "sei stato bravissimo, ora ti compro una cosa buona" e lui, come se mi avesse capito si leccò i baffi. Gli comprai un collare e un guinzaglio per portarlo in giro oltre a uno di quei ossi che a loro piace sgranocchiare
Guidai fino a casa di James e mi parcheggiai davanti per poi scendere e andare a bussare alla sua porta, quando mi aprì non era per niente contento ma non riuscivo a smettere di sorride e questo forse gli dava ancora più fastidio "Alexander. Metti giù il cane." Lo misi a terra lasciandolo andare dove ne aveva voglia e quando mi alzai mi ritrovai con la schiena permuta contra la parte fresca del corridoio e il mio corpo era quasi un tutt'uno con quello di James "i messaggi Alexander" disse serio mettendo entrambe le mani contro la parte al lato della mia testa "quali messaggi?" Chiesi innocente "non fare finta di sapere di cosa sto parlando" la sua espressione era ancora seria ma i suoi occhi dicevano che si stavano distraendo, mi morsi il labbro trattenendo un sorriso e lo guardai negli occhi. La sua mano corse sulla mia guancia mente il suo pollice passava sulle mie labbra capendo che gli era già passata la rabbia per averlo ignorato e poi mi baciò inizialmente solo uno scontro di labbra ma poi si fece più aggressivo mordendomi il labbro finché non sentimmo dei passi scendere delle scale che ci fece allontanare "ti va di guardare un film?" Mi propose quando ci saremmo sul divano e io annuì tanto non avevo nulla da fare a casa.
Guardammo un film che si chiamava Inkheart, all'inizio era un po’ noioso infatti mi misi tra le gambe di James appoggiando la mia schiena contro il suo petto lasciandomi poi stringere dalle sue braccia e feci salire il cane che si acciambellò sulle mie gambe pronto per farsi coccolare. Più avanti però il film iniziò a piacermi e a prendermi infatti smisi di accarezzare il cane è ogni volta che James doveva alzarsi per andare in bagno mi dava un gran fastidio perché mi distraeva ma per fortuna riuscì a godermi il finale quando la bambina e suo padre salvano tutti.
Quando spense la tv parlammo un po’ del film è ascoltai tutte le cose tecniche che nemmeno pensavo esistessero ma lui ne era ben informato, d'altronde era quella la sua passione, il cinema, i film e tutto ciò che ne riguarda. Mi piaceva ascoltarlo e lasciarlo parlare ma a un certo punto dovette accorgersi che non stavo capendo più nulla e che mi ero soffermato per troppo tempo a guardare quella bocca che tanto bramavo. Sorridendomi si alzò e mi porse una mano "Andiamo un po’ fuori all'aria aperta, oggi c'è il sole" presi la sua mano e andammo in giardino sdraiandoci sugli sdraio che stavano sul prato a bordo piscina. Alaska che mi aveva seguito andò diritto dal cane di Jem che per grande fortuna non prese in antipatia e iniziarono ad annusarsi, o almeno il cane grande cercava mentre il mio voleva solo giocare.
"Ha trovato un amico" dissi a James che stava guardando la scena "Alaska ama tutti... tranne me" risi perché in effetti al cane non andava a genio ma tutte le altre persone sembravano diventare tutte simpatiche iniziando a giocarci
"Ehi ciao" ci disse Nicholas uscendo dalla porta finestra e raggiungendoci con in mano il suo violino "ciao! che cosa fai con il violino?" James rise e mi rispose lui "suona Alexander, sicuramente non te lo vuole tirare in testa" gli diedi una spinta facendolo quasi cadere a terra ma non smise mai di ridere e ciò fece ridere sia me che Nicholas "volevo farvi ascoltare una canzone che ho scritto io" Sapevo di questa sua passione e lo avevo anche sentito una volta ed era davvero bravo, non che fossi esperto di musica ma alle mie orecchie sembrava bravo. "Sì dai fammi sentire" gli dissi mettendomi comodo, lui si mise il violino tra il collo e la spalla iniziando a premere e sfregare le corde che produssero una melodia dolce ma anche triste
Quando finì ci chiese cosa ne pensavamo "Dovresti trovare un testo, ha una bellissima melodia e non so magari anche un pianoforte ad accompagnarti non sarebbe male" gli consigliai accorgendomi solo dopo che non era proprio una cosa carina da dire, non gli avevo detto che faceva schifo ma gli avevo suggerito come avrebbe potuto migliorarla e questo non era mai incoraggiante, io non ero una persona incoraggiante. "Alexander intendeva dire che è stupenda anche così come l'hai appena suonata, ma che magari con un testo potrebbe arricchirla un po’ di più" suo fratello annuì "finirà in mezzo a tutte le altre dimenticate, già me lo sento" disse arrendendosi a una cosa che già sapeva sarebbe successa "Perché dici così?" Gli chiesi e lui si girò verso di me "non sono bravo con i testi delle canzoni, sembrano tutte banali o ridicole" mi morsi il labbro perché mi dispiaceva per lui, si vedeva che era una cosa a cui ci teneva davvero "posso aiutarti io, certo non sono un scrittore e nemmeno un musicista però non so potrei provarci" gli dissi mettendomi seduto e guardando la sua bocca aprirsi in un sorriso "davvero? Se non ti è di disturbo.." gli sorrisi gesticolando con la mano "vammi a prendere carta e penna su" lo incoraggiai ad andare e lui corse in casa "grazie per quello che stai facendo per lui" mi disse James allungandolo verso di me, sapevo cosa voleva fare così mi allunga verso di lui per facilitare le cose e lo baciai provando sempre quella strana felicità felicità passione che si accendeva ogni volta che il nostro corpo entrava in contatto e così sarebbe accaduto se non arrivo subito suo fratello con della carta e una penna "tieni" mi appoggiò le cose su una gamba che io presi subito. Fissai il foglio bianco per un po’ senza trovare nessuna parola "forse dovresti suonarmi la canzone ancora una volta" per lui non c'erano problemi così prese il suo violino iniziando a produrre di nuovo quelle melodie dolci e tristi. Chiusi gli occhi lasciandomi andare alle sensazioni non molto piacevoli, non era per niente facile buttare su carta emozioni che non riuscivo a esprimere in nessun modo. Alla morte di Davina avevo pianto per il resto era stata l'unica dimostrazione di tristezza anche se alcuni giorni non ero particolarmente socievole ma quello non lo ero quasi mai.
Trenta minuti dopo il foglio di carta era macchiato di inchiostro, c'erano frasi scritte e frasi cancellati con linee spesse e ben marcate e persino un cuoricino di cui James mi prese in giro per poi aggiungerci dentro una J e una A. Era abbastanza sdolcinata come cosa anche per lui. "Ho finito penso, magari puoi modificarla tu se vuoi" prese il foglio leggendolo "la proviamo? Tu canti e io suono" Scossi subito la testa "io non canto e non ballo mi dispiace..." la luce che c'era nel suo viso si spense leggermente e quadro mi bastò per sbuffare e prendere di nuovo quel foglio "una volta soltanto e mai più. E che resti tra noi." Lui sorrise iniziando a suonare

E Alla Fine Cosa Resta Di Noi? #WATTYS2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora