2: Novità Importanti

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Nelle mie orecchie rimbombavano le note della mia canzone preferita mentre guardavo fuori dal finestrino.
Le piccole stradine in periferia non erano un granché, soprattutto non in questa città, ma dovevo dire che mi piaceva vivere qui. Era tutto molto tranquillo, ma pioveva quasi sempre e faceva freddissimo. Finito il liceo ho sempre pensato di andarmene via da questa città, magari a New York o in Messico.

Non riuscii, però, a terminare il mio pensiero perché venni brutalmente trascinato fuori dalla macchina da Ash, che cingeva il mio braccio con un ghigno sul volto.

<<Fammi indovinare...eri così perso nei tuoi pensieri che non ti eri accorto che eravamo arrivati>> disse circondandomi le spalle con un braccio. Avanzammo di qualche passo verso la scuola, poi ci fermammo aspettando l'arrivo di Kimberly.

<<Bingo!>> risposi ridendo leggermente.
<<Sentite, io entro>> disse Kimberly uscendo dalla macchina <<Voi sfigati vedete di starmi lontano, sapete non voglio rovinarmi la reputazione>> era ovvio che si stava riferendo più a me che ad Ash, ma la cosa non mi sfiorò nemmeno. Infine si voltò con uno scatto veloce e se me andò via sculettando, sistemandosi più volte la sua chioma bionda.

<<Che troia..>> sussurrai a denti stretti. Proprio non la sopportavo. Come si poteva avere un ego così smisurato? Come si poteva essere cosi sicuri di se stessi?
<<Ehi! È sempre tua sorella>> disse Ash dandomi una leggera gomitata.
Mi ero dimenticato che lui, al contrario di me, andava d'accordo con tutti i fratelli.
<<Eh lo so, ma penso che mi abbiano adottato alla nascita. Insomma ho davvero il suo stesso patrimonio genetico? Guarda me e poi lei. Siamo completamente diversi!>> risposi sarcastico, facendo nascere un ghigno sul volto di mio fratello.
<<Va beh, lasciamo stare. Vogliamo andare dentro o vogliamo stare tutto il giorno qua fuori?>> disse mettendosi le mani in tasca.
<<La seconda idea mi sembra alquanto allettante>> rise alla mie parole <<Ma direi che, sfortunatamente, dobbiamo entrare>>

Mi avviai da solo al mio armadietto ma, nel momento esatto in cui stavo per aprirlo, vidi entrare dalla porta principale la persona che più odiavo in tutta la scuola: Calum Hood, ovvero colui che si divertiva a picchiare tutti coloro che riteneva sfigati o semplicemente che non gli andavano molto a genio. Tra coloro, purtroppo, io ero il primo della lista.

Nascosi la testa dentro il mio armadietto, sperando di non essere visto. Per un momento avevo perfino creduto di averla scampata, fino a quando non sentii un forte colpo proprio da parte a me, prendendo quasi un infarto.
Lui era li e aveva appena dato un pugno all'armadietto di fianco al mio per attirare la mia attenzione.

<<Ci si rivede Hemmings>> disse lui con uno strano ghigno sulle labbra, come quello di chi ha in mente di picchiarmi in almeno cinquanta modi diversi.
<<A quanto pare tu non sei ancora uscito da questa scuola quindi, già, ci rivediamo>> risposi con sarcasmo, evidenziando il fatto che era stato bocciato circa tre volte.

<<Credi che usare il sarcasmo con me ti serva a qualcosa?>> si avvicinò a me pericolosamente, sussurrando una frase a denti stretti.
<<No, non credo proprio>> si rispose da solo, ormai a pochi centimetri dalla mia faccia, poco prima di sferrarmi un pungo che mi fece cadere per terra.

<<Ehi! Finiamola!>> sentii urlare Ash proprio dietro di me. Tirai un sospiro di sollievo nel sentire la sua voce e guardai di sfuggita Calum, che nel frattempo si era fermato.
Calum è sempre stato molto aggressivo con tutti, perfino nei confronti dei suoi amici, ma nessuno sa il vero motivo.

<<Vai ha farti un giro con le tue troiette Calum>> asserì ancora Ash, che al contrario di me non aveva paura di sfidarlo, e mi aiutò ad alzarmi.
<<Non è finita qui>> rispose Calum avvicinandosi a me, poi si voltò e se ne andò a passo veloce stringendo a se una ragazza castana poco più bassa di lui, che mi rivolse uno sguardo schifato.

<<Ehi tutto bene?>> mi chiese Ash poggiandomi una mano sulla spalla.
Nel frattempo, la folla che si era stipata intorno a noi andò via via sciamando.
<<Si, una favola. Grazie per avermi difeso, ora vado in classe>> parlai velocemente, correndo via subito dopo.

Ash poteva essere anche gentile ma a volte diventava anche troppo protettivo nei miei confronti e, conoscendolo, mi avrebbe sicuramente portato in infermeria, dove non volevo assolutamente andare; avevo già perso troppe lezioni, se avessi fatto altre assenze mi avrebbero bocciato.

Appena entrato in classe il professore Higgins, il mio prof di italiano, mi guardò male e subito mi richiamò con la solita nota di sarcasmo nella voce.
<<Di nuovo in ritardo? Qual è la scusa ora? La sveglia non ha suonato o mi sono strozzato con i cereali? La prossima volta ti mando di filato dal preside. Ora vai a sederti, iniziamo>> roteai leggermente gli occhi per le pessime batture e, tra risatine generali, mi sedetti all'ultimo banco cercando di prestare attenzione alla lezione.

Poco prima della fine dell'ora il prof interruppe la sua spiegazione per darci un annuncio che, testuali parole, "era una completa perdita di tempo e la scuola continuava a finanziare progetti inutili".
<<Allora ragazzi, è stato organizzato un viaggio-studio di due mesi in Inghilterra. Il viaggio e i trasporti sono finanziati dalla scuola, le vostre spese saranno quindi minime. Per i costi esatti i vostri genitori potranno chiedere in segreteria>> fece una pausa e subito si alzarono alcuni gridolini di approvazione.
Si era parlato tanto di questo viaggio negli ultimi mesi. Ero certo che i professori avessero già comunicato ai i genitori quest'opportunità.

<<Non esaltatevi tanto, è comunque un viaggio di studio, come ho già detto, e quando sarete là al mattino andrete in un college locale e al pomeriggio la famiglia che vi ospiterà vi porterà in giro per il paese, oppure potrete fare due chiacchiere. È un ottima opportunità, non sprecatela. Lascio tutti i moduli sulla cattedra, datemi conferma entro due giorni se possibile. Si parte tra una settimana>> disse lasciando poco dopo l'aula.
Una miriade di studenti si fiondarono a prendere i moduli, io compreso.
Non solo l'idea mi piaceva, la amavo.
Era probabilmente la migliore idea che la nostra scuola avesse avuto da tutti gli anni che la frequentavo.

La mattina passò velocemente e finalmente, dopo il suono della campanella, mi ritrovai in cortile vicino a mio fratello.

<<Pensi di andare in Inghilterra con la scuola?>> gli chiesi dandogli una pacca sulla spalla, sperando che il suo professore gliene avesse parlato.
<<Certo>> rispose in tono ovvio <<E poi pensi che la mamma perderebbe questa occasione per avere noi due fuori dai piedi per due mesi?>>
<<Oh non credo proprio>> risposi immaginando la sua faccia felice nel sentire questa notizia.

Ridemmo e scherzammo a lungo aspettando che nostra madre ci venisse a prendere.
<<Kimberly in avvicinamento>> mi sussurrò Ash poco prima di averla davanti ai miei occhi.
<<Kim tu vai in Inghilterra?>> le chiese subito Ash.

<<No non posso, sono troppo presa con la scuola, ci sono troppe cose da fare e poi, anche se volessi, non potrei. Quelli del quinto anno non possono venire. Ordine del preside "Devono concentrarsi sugli studi", come dice lui. Ma che vada a quel paese>> rispose facendo una smorfia.

Ma che peccato, non può venire.

Can you feel my heart? ❁  MUKEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora