50: Epilogo

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Si dice che non si ami nessun posto quanto la propria casa.
Dopo cosi tanto tempo passato lontano da essa, pensavo che mi sarei sentito meglio una volta varcata quella soglia.
Credevo che un po' del peso che avevo dentro sarebbe andato via.
In realtà non sapevo cosa aspettarmi, speravo solo che, qualsiasi cosa avrei provato, sarebbe stata bella.
Alla fine, però, non mi ero sentito meglio, ma solo peggio.
Arrivato nel mezzo del corridoio, guardando le foto della mia famiglia, osservando quei sorrisi finti, quegli apparenti legami che sembravamo avere, capii la verità. Era tutta una menzogna. La famiglia perfetta che sembravano essere in quelle foto era tutta una messa in scena.
Distolsi lo sguardo e osservai che, tutt'attorno a me, ogni cosa era rimasta come prima. Nulla era cambiato, perfino il profumo di lillà che mia mamma spargeva sempre per tutta la casa era presente.
Non mi ero mai accorto di quanto mi potessero mancare queste piccole cose.

Sospirai e sentii la mano di Ash appoggiarsi sulla mia spalla.
Nonostante tutto, i brutti ricordi erano ancora lì, dietro l'angolo, che aspettavano il momento giusto per tornare in superficie, per assillarmi, perseguitarmi di nuovo, e questo lo sapevamo bene entrambi.
Sentii dei passi provenire dalle scale e, pochi attimi dopo, mia madre fece il suo ingresso di corsa nel corridoio d'entrata.
Appena la vidi qualcosa si smosse dentro di me e alcuni brutti ricordi tornarono a galla. Non riuscii a decifrare la sua espressione, non capivo se fosse felice o triste, ma non ebbi comunque il tempo di scoprirlo perché, avvicinatasi a me, mi strinse forte tra le sue braccia.

<<Luke mi sei mancato cosi tanto! Il mio bambino...non sai quanto mi dispiace per quello che ti hanno fatto! Sono stata così in pensiero per te!>> il mio primo istinto fu quello di irrigidirmi completamente.
Dire che quella situazione era nuova per me era un eufemismo. Mai prima di allora mia madre mi aveva abbracciato e mai prima mi aveva detto che mi voleva bene.

In quel momento capii quanto fosse sbagliato il nostro rapporto fino ad allora.
Michael e sua madre erano più che un figlio e un genitore. Con sua madre Michael si confidava, si fidava di lei e indubbiamente si volevano bene.
Invece tra me e mia madre era sempre stato uno scambio di odio, non di amore. Io, che la vedevo solo come la donna che non aveva mai apprezzato i miei sforzi, e lei, che mi vedeva come la pecora nera della famiglia.
Forse era arrivata l'ora di cambiare questa cosa.

Cosi, pochi attimi dopo, la strinsi tra le mie braccia, la strinsi forte, e capii subito che si stava per mettere a piangere.
Si staccò da me, posò le sue mani sulle mie guance e mi sorrise. La cosa che mi colpì di più? Il suo sguardo.
Sembrava felice e... fiera. Non mi aveva rivolto una sguardo del genere, di solito quelli spettavano solo a Jacob o Kimberly.
Sorrisi anche io.

Ovviamente abbracciò anche Ashton e ci dirigemmo tutti in salotto.
<<Porto su le valigie>> disse mio fratello qualche minuto dopo essere entrati nella stanza. Senza ricevere riposta prese sia la mia che la sua e si diresse a passi veloci verso la porta.
<<Posso portarla su io la mia!>> forse dissi quella frase con un po' troppa enfasi, ma sapevo benissimo cosa voleva fare lasciandomi da solo con lei. Ma io non sapevo se fossi pronto per sostenere quella conversazione.
<<Faccio io, tranquillo>> rispose calmo, facendomi un cenno con gli occhi verso la mamma, che in questo momento ci dava le spalle osservando il panorama fuori dalla finestra, come per volermi incitare a parlare con lei.

Dopo di che feci anche io un cenno con la testa e lui lasciò la stanza.
Non ero pronto per questa conversazione ma, probabilmente, non lo sarei mai stato.
<<Senti mamma, so che sono appena arrivato ma dobbiamo parlare>> ascoltate queste mie parole si voltò lentamente e, avvicinandosi a me, mi accompagnò a sedermi accanto a lei sul divano.
<<Senti Luke, mi dispiace per t->> fece per parlare ma la fermai parlandole sopra.
<<Non è colpa tua>> questa mia frase la zittì, probabilmente non se l'aspettava e, sinceramente, nemmeno io seppi dove trovai la forza di dire tali parole.

Can you feel my heart? ❁  MUKEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora