8: Sguardi

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Quando entrammo in classe parte dei banchi erano ancora vuoti, ma la professoressa era già lì.
<<Vuoi due siete entrambi ospitati da Michael?>> chiese a noi la professoressa.
<<No solo il biondino>> rispose Michael sedendosi in ultima fila.
<<Sono Luke comunque>> specificai ignorando il commento di Michael.
<<Ognuno di voi si dovrà sedere vicino al ragazzo da cui è ospitato>> continuò lei rivolgendosi a tutta la classe.

Mi avvicinai silenziosamente al banco di Michael mentre la prof faceva delle domande ad Ashton.
Quando tutti ci fummo seduti la professoressa cominciò a spiegare.
Noi ospiti dovevamo solo prestare attenzione e prendere qualche appunto, era comunque lo stesso nostro programma scolastico.

Ad un certo punto, quando Michael si tolse il giubbotto, notai sul suo collo, vicino alla clavicola, una profonda cicatrice.
<<Michael>> lo chiamai sottovoce.
<<Cosa ti sei fatto>> dissi indicando la cicatrice.
Fece per rispondere bruscamente, ma dopo essersi passato una mano sulla cicatrice, distolse gli occhi dai miei, come preso dai ricorsi.
<<Sono caduto>> disse alla fine.

Quando incastonò di nuovo gli occhi ai miei potei notare che questi non avevano un'espressione fredda e dura come al solito, ma questa era stata sostituita da un'altra emozione che non riuscii a decifrare.
Rimpianto? Dolore? O solo brutti ricordi? Non seppi dirlo con certezza.

La mattinata passó abbastanza tranquillamente, ma io e Michael non parlammo più.
Forse lui non era cosi male come sembrava. Magari potevo provare a fare amicizia, provare a trovare qualche punto in comune tra noi, qualcosa che avrebbe facilitato la cosa.

Quando suonò la campanella Michael mi disse che sua madre sarebbe arrivata a prenderci tra mezz'ora.
Cosi cercai Ash, ma inutilmente. Probabilmente era già andato via.

Cosi decisi di tornare da Michael che era ancora in classe che prendeva le sue cose.
<<Michael senti so che probabilmente le cose tra noi sono partite con il piede sbagliato ma mi chiedevo se forse noi pot..>>
<<No>> disse lui interrompendomi.
<<Ma non sai neanche cosa ti voglio chiedere!>> mi giustificai.
<<Che vuoi fare amicizia e stronzate simili>> rispose freddo.
<<Mi spighi cosa c'è che non va in me?!>> urlai.

Fortunatamente eravamo rimasti da soli nella classe, non mi sarebbe piaciuto fare da zimbello della scuola.

<<Io so come sono fatti quelli come te okay?>> asserì guardandomi finalmente negli occhi.
<<Tutti pronti a giudicare per ogni minima cosa che fai>> continuò.
<<Credi che io sia cosi? Non pensi forse di poterti sbagliare?>> chiesi più calmo.
<<No>> rispose lui.
<<Beh allora ti sbagli. Io sono il primo che disprezza quelle persone>> dissi sincero.
<<Non credo che stiamo parlando delle stesse persone>> continuò facendo un passo avanti. Credeva che avrei lasciato perdere? Si sbagliava.
<<Pensi che non sappia come sono fatte? Invece penso di saperlo meglio di chiunque altro, visto che ci sono cresciuto con persone cosi. Persone con la puzza sotto al naso che ti tengono d'occhio e aspettano solo un tuo errore. Quindi non credere di spere tutto perché invece non sai niente, brutto stronzo egocentrico!>> dissi alzando la voce.
<<Bene sappi che all'apparenza sembri proprio una di quelle persone!>> rispose calmo, puntandomi il dito contro.

Non lo avrei mai ammesso, ma quelle parole mi ferirono molto.

<<Adesso ti sei offeso? Vai pure a piangere tra le braccia di Zachary visto che lui è bravo a consolare i nuovi arrivati dopo errori che io commetto!>> continuò urlando.
Non ebbi neanche la forza di ribattere, cosi mi girai e mi diressi verso la porta.

<<Dove pensi di andare?>> mi urlò lui da dietro.
<<Da questo famoso Zachary, magari lui sarà un po' più gentile di te!>> dissi voltandomi e guardandolo negli occhi.

Vidi di nuovo la cattiveria lasciare i suoi occhi ed essere sostituita da un'altra emozione che neppure questa volta seppi interpretare.
Cosi mi voltai e mi diressi in corridoio, deciso a cercare questo famoso Zachary.

POV. Michael
Appena lasciò la stanza mi misi le mani nei capelli.
La consapevolezza di averlo mandato dritto tra le braccia di quel ragazzo mi spaventava.
Se quel ragazzino avesse detto a Zach il motivo per cui era li, ovvero che ero stato io a fare io suo nome, probabilmente gli avrebbe raccontato tutto sul mio passato.
E io non potevo permetterlo.

Sapevo che a quest'ora Zach era già a casa, gli avrei semplicemente parlato il giorno seguente.
Sempre ammettendo che lui voleva ancora parlarmi dopo quello che avevo fatto a lui e alla sua famiglia.

Quello che mi stupiva di più sul nostro litigio era la sua ultima affermazione, quella frase sul conoscere o meno le persone come lui.
La cosa che mi stupiva era che era riuscito a descriverle a pieno, anche se lui stesso ne faceva parte. Magari non era veramente come loro.

Scacciai questi pensieri dalla mia testa e mi diressi verso il cancello, dove probabilmente mia mamma mi stava già aspettando.

Appena uscii dalla scuola vidi, seduto sul muretto, proprio lui che fumava.
Luke fumava? Non lo facevo un tipo da fare queste cose.

Non ero incazzato con lui per quello che mi aveva detto. Insomma io non sono il tipo che se la prende per due insulti del cavolo, sono più il tipo che se ne frega.
Ma non sapevo bene che tipo fosse lui, non riuscivo a collocarlo.
Come avevo ben capito era diverso dagli altri, non era uno con la puzza sotto al naso.
Ma non potevo ancora fidarmi di lui, era ancora troppo presto, e prima dovevo conoscerlo bene.

<<Andiamo posa quella sigaretta, mia madre è arrivata>> dissi andandogli vicino.
<<Cos'è non sei più incazzato con me?>> rispose facendo il finto acido, buttando a terra la sigaretta e pestandola.
<<Non sono incazzato per una stronzata del genere, ma non siamo amici>> conclusi freddo.

Non dovevo dargli troppe speranze sul fatto che potesse realmente diventare mio amico, avrei finito quasi per crederci io stesso.

Can you feel my heart? ❁  MUKEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora