1: Prologo

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<<Dai Luke sbrigati o faremo tardi>> sentii urlare per la quarta volta mia madre dal piano di sotto.
Presi velocemente i libri dallo scaffale sopra la scrivania e li misi nello zaino, sperando di avere preso quelli giusti per le lezioni di oggi. Corsi senza sosta giù per le scale rischiando anche di cadere un paio di volte.

<<Arrivo, arrivo, datti una calmata cazzo>> dissi ancora con il fiatone, raggiungendola.
<<Regoliamo i termini ragazzino>> rispose nel tentativo di spaventarmi, occupata però a cercare le chiavi della macchina per tutto l'ingresso. La ignorai e le feci la moca, facendo scoppiare a ridere mio fratello Ashton.

<<Ehi voi due!>> urlò mia madre attirando subito la nostra attenzione e puntandoci severamente il dito contro <<Portate rispetto, sono sempre vostra madre! Ve lo ripeto sempre! Dovreste prendere esempio dai vostri fratelli, loro si che sono bravi ragazzi!>>

Ed ecco di nuovo questa frase.
Quando c'era da fare dei complimenti a qualcuno, le attenzioni andavano sempre a loro. I fratelli maggiori o, come lei dice sempre, i modelli da seguire.

Non è molto facile la vita se sei l'ultimo di quattro fratelli. Soprattutto se loro sono -o stanno per diventare- davvero qualcuno, non so se mi spiego.

Prendiamo un esempio a caso, mio fratello più grande, Jacob.
Ha ventitré anni ed è il più giovane laureato della città. Ha saltato un anno di università facendo uno strano test in cui prese il massimo dei voti.
Immaginate come si era sentita mia mamma quando lo aveva saputo. Per una settimana è stato tutto un 'ma quanto è bravo il mio Jacob' oppure 'Jacob ha fatto quello, voi alla sua età non l'avreste mai fatto'  e cose di questo genere. Era insopportabile quando faceva cosi, come se noi altri non esistessimo nemmeno.
La sua intelligenza non era tutto però. Era anche un ragazzo di bell'aspetto, corteggiato da tante ragazze, ma lui aveva gia la sua Giulietta. L'aveva conosciuta ad un concorso per una borsa di studio, che aveva facilmente ottenuto. Lei non era riuscita ad averla, ed essendo di povera famiglia non si poteva permettere le costose rette universitarie. Così mio fratello, da perfetto cavaliere e gentiluomo, diede la sua borsa di studio a quella ragazza e lui fece un altro concorso.
Cosi si conobbero e con il passare dei mesi si fidanzarono. Loro erano proprio anime gemelle. Si completavano a vicenda ed erano davvero affiatati, tanto che, dopo due anni di fidanzamento, ovvero l'anno scorso, sono andati a vivere insieme in una casa poco lontana da qui.
Ora è in procinto di diventare medico chirurgo all'ospedale locale, ma mia madre spera con tutta se stessa che potrà andare a lavorare anche in ospedali più importanti.

Un altro esempio?
Mia sorella Kimberly, 19 anni. Capitano delle cheerleader, studiosa, sta per finire il liceo, cocca di mamma e viziata come non mai. A scuola tutti i ragazzi le sbavano dietro e lei si crede una di quelle "popolari", a parer mio, sempre la solita troia.
Lei è la classica ragazza che tutti i ragazzi vorrebbero al loro fianco. Popolare, ricca, bella, di buona famiglia, bel fisico, bei vestiti, bello tutto, tranne il carattere e il cervello da gallina. Lei è quella che tutti vorrebbero al loro fianco, tutti, tranne me.
È scorbutica, antipatica ed egoista, simpatica solo alla sua cerchia ristretta di amici. Tutti come lei, ovviamente. Insomma, non penserete mica che una ragazza come lei frequenti dei perdenti come me? Eh no eh, non sia mai.
Mi verrebbe solo voglia di darle una padellata in testa, a volte.

E poi ci siamo io e Ashton.
Ashton ha 17 anni e io solo 16.
Lui è il capitano della squadra di football della nostra scuola, molte ragazze gli ronzano intorno, ma lui non sembra interessato.
Mi sto seriamente chiedendo se sia gay...
Era il preferito dalla famiglia prima che papà se ne andasse appena dopo la mia nascita.

Infine ci sono io, la pecora nera della famiglia.
Non sono particolarmente bravo come i miei fratelli, non sono bravo con gli sport e soprattutto non sono popolare.
Sono come schiacciato dalla loro bravura e molte volte mi sento quasi invisibile agli occhi degli altri. I miei fratelli vengono sempre visti come esempi da imitare, ma quando le persone guardano me, si stupiscono del fatto che faccia anche io parte della famiglia.
Mia madre mi ripete sempre che, continuando di questo passo, finirò per diventare un fallito e rovinerò la reputazione della famiglia.

L'unico che mi sostiene sempre è Ashton.
Con lui ho un rapporto particolare e lo reputo non solo come un fratello, ma anche come il mio migliore amico. Noi ci diciamo tutto e spesso, a scuola, mi protegge dai bulli che mi vogliono picchiare. Mi chiedo come sarà la mia vita lì quando non ci sarà lui a difendermi.

Vengo presto scosso dai miei pensieri quando sento mia madre chiamarmi e intimarmi di entrare velocemente in macchina. Mi do un'ultima occhiata nello specchio vicino alla porta, metto a posto i capelli e la raggiungo velocemente insieme ad Ash.
Preso posto in macchina metto subito le cuffiette per ascoltare la musica, dimenticandomi momentaneamente delle urla di mia madre, passando cosi tutto il tempo del tragitto verso la scuola.

Can you feel my heart? ❁  MUKEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora