39: La dichiarazione

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Si fece presto notte e, puntualmente, l'ansia cominciò a farsi spazio nel mio stomaco.

Michael era stato piuttosto silenzioso quella sera e la cosa mi aveva destato un certo sospetto. Avevo paura che mi dovesse dire qualcos'altro che avrebbe cambiato la mia opinione su di lui, oppure qualcosa di tragico che mi avrebbe spezzato il cuore.
Ma, forse, c'era una piccola speranza; forse doveva solo dirmi qualcosa che non aveva niente a che fare con tutta questa storia ed ero solo nervoso.

Ecco, lo stavo facendo di nuovo: pensavo in modo ossessivo. Dovevo calmarmi e ripetermi che sarebbe andato tutto bene, se no sarei davvero entrato nel panico.
Dopo cena salimmo in camera e la situazione si fece ghiacciata.

<<Vieni qui>> disse lui d'un tratto con una benda in mano.
Appena la vidi lo guardai male. Ma che voleva fare?
Mi avvicinai in silenzio, rivolgendogli un piccolo sorriso timido.

<<Puoi anche dire qualcosa, non ti mangio mica>> risi leggermente alle sue parole, ma dovevo ammettere di essermi tranquillizzato un po'. Ora c'era meno probabilità che fosse qualcosa di brutto.
<<Non so cosa dire, sono un po' agitato>> sussurrai arrossendo alle mie stesse parole.

Michael rise e poi mi bendò velocemente, lasciandomi un leggero bacio sulla guancia. Mi condusse fuori dalla stanza, lungo le scale e poi in strada. Camminammo per una decina di minuti, forse meno, finché non sentii il lieve rumore del mare.

Cominciai ad immaginarmi gli scenari più strani, ma niente fu paragonabile a ciò che mi si presentò davanti quando mi tolse la benda.

Un falò di medie dimensioni si trovava al centro della spiaggia, contornato da alcuni petali di rosa posti ad una distanza tale da esso da non essere bruciati. Dire che rimasi senza parole era quasi un eufemismo: non ero mai stato così felice in vita mia.
La consapevolezza di avere una persona affianco a me che era capace di organizzare una cosa del genere mi faceva sentire speciale.

Guardai Michael dietro di me con occhi pieni di gioia e con il cuore pieno di amore e capii di avere di fronte l'unica persona che avrei mai amato per tutta la vita.

<<Michael è la cosa più bella che io abbia mai visto>> ero così emozionato che feci fatica a parlare.
<<Sono felice che ti piaccia perché l'ho fatto per un motivo preciso. Ecco, lo so che probabilmente mi impappinerò nonostante io abbia provato questo discorso mille volte, ma non farci caso, perché io ho bisogno di dirti queste cose>> in quel momento tutta l'aria che avevo nei polmoni se ne andò e il sorriso enorme che coronava il mio viso non aveva intenzione di andarsene.

<<Dalla prima volta che ti ho visto sapevo già che mi avresti cambiato la vita, ma non pensavo minimamente che le cose sarebbero andate a finire così. Eri cosi curioso ed intelligente che facevo fatica a stare al passo con i tuoi pensieri e spesso ti sottovalutavo dicendomi che non avresti mai capito nulla. Poi sono rimasto sorpreso vedendo che mi seguivi e, credimi, sono stato ancora più sorpreso da me stesso quando ho deciso di dirti tutto quella sera. Credevo che tu te ne saresti andato, mi dicevo "non vorrà parlarmi mai più". Invece sei rimasto, contro tutte le mie aspettative. Poi le cose si sono fatte più intense quando ti ho baciato nell'armadio della fattoria. Quella sera ho capito che mi stavo innamorando di te. Insomma, ero consapevole del fatto che, se avessi fatto coming out, molti mi avrebbero preso in giro, ma sinceramente non mi importava. Finché ti avrei avuto al mio fianco, sarei andato in giro a testa alta, perché nessuno poteva farmi star male quando tu eri vicino a me. Poi cominciai a pensare di starti mettendo in un costante pericolo e avrei voluto farti allontanare da me, per proteggerti, ma non ci sono mai riuscito, perché ogni giorno che passava mi accorgevo di starmi innamorando sempre di più. Poi ti hanno rapito e sai bene quello che è successo. Quella notte ero disperato all'idea di poterti perdere e ho capito di provare qualcosa di grande per te. Insomma, c'è qualcosa di profondo tra noi, so che lo percepisci anche tu, e non lo potremmo mai cambiare. Quel sentimento che provo per te, che provo mentre ti guardo, mentre sfioro i tuoi capelli, mentre ti sto vicino è amore. Si, ti amo Luke, ti amo cosi tanto che avevo paura di dirtelo, perché temevo che te ne saresti andato quando avresti capito cos'era successo davvero a Joseph. Ma ora che sei qui, di fronte a me, dopo tutto quello che abbiamo passato, mi fa capire che non te ne andrai da me. Quindi, Luke Hemmings, vuoi ufficialmente essere il mio fidanzato?>> dopo quelle parole scoppiai a piangere e ridere allo stesso tempo.

Gli feci cenno di si con la testa perché, con tutto quello che stavo provando in quel momento, la mia facoltà di parole se n'era andata.
Lo abbracciai forte, come per capire se tutto ciò era reale o era solo frutto della mia mente, e fui sollevato quando capii che stava tutto accadendo davvero.

<<Ti amo cosi tanto Michael>> dissi ancora abbracciato a lui.
<<Ehm.. ti ricordi di quell'orologio che avevi visto quando eravamo al centro commerciale.. ecco io..>> non finì la frase, ma prese una piccola scatola dalla tasca posteriore dei Jeans. Quando la aprii e scoprii che era proprio quell'orologio scoppiai di nuovo a piangere.

<<Io non posso a-accettare..Michael ti è costato una fortuna i-io...>> provai a spiegargli che era una cosa troppo costosa e che non potevo accettare ma lui rimase fisso alla sua idea.
<<Puoi accettare e lo farai perché te lo meriti tutto questo, e non mi riferisco solo all'orologio. Intendo tutto l'amore che provo per te, te lo meriti, perché sei una persona meravigliosa. Quindi accettalo come segno per farti capire quanto ti amo>> dopo quelle parole annuii mentre altre lacrime continuarono a scendere dalle mie guance.

Mi mise l'orologio al polso, mi guardò con occhi pieni d'amore e poi mi baciò. Durante quel bacio provai delle sensazioni mai provate prima, mi sentivo talmente bene che era quasi surreale, lo stomaco mi faceva male e non avevo più aria nei polmoni, ma mi sentivo a casa. Era così che si stava quando si amava qualcuno?
Ci sedemmo per terra e ci mettemmo a ridere, si proprio così.

<<Non mi aspettavo questa reazione>> lui fu il primo a parlare.
<<Non mi aspettavo una sorpresa del genere e poi nessuno mi aveva mai detto delle cose così belle>> arrossi alle mie parole e gli  presi la mano, facendo intrecciare le nostre dita.

Osservando la spiaggia notai che questa era vuota, senza lettini e capii che era una spiaggia libera.

Rimanemmo in quella posizione per molto tempo, parlando di cosa avremmo fatto una volta tornati in città, ma la cosa che mi interessava di più era quello che avremmo fatto una volta tornati in hotel.

Can you feel my heart? ❁  MUKEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora