Capitolo 7: Jealous

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"Ma quello..." pronuncio scioccata.

"Antoine, quello in campo con il numero 7 è Cristiano Ronaldo?" dico incollandomi letteralmente alla TV "Io credevo giocasse nel Real Madrid non nel Portogallo" affermo confusa guadagnandomi un'occhiataccia da parte del biondo

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"Antoine, quello in campo con il numero 7 è Cristiano Ronaldo?" dico incollandomi letteralmente alla TV "Io credevo giocasse nel Real Madrid non nel Portogallo" affermo confusa guadagnandomi un'occhiataccia da parte del biondo. "Sam, sono gli europei, Ronaldo è portoghese, e poi come ti vengono certe cose, il Real Madrid non è una Nazione" mi rimprovera come se avessi appena bestemmiato. "Beh, chi se ne frega" dico scrollando le spalle "Real Madrid o Portogallo, CR7 è sempre un bel vedere" ammicco riportando l'attenzione sulla TV. "Quelli con la divisa nera a strisce chi sono?" domando ad un Antoine visibilmente stizzito "Il Galles" risponde "Hai trovato qualcuno che ti piace anche qui?" domanda per poi riportare l'attenzione sulla TV. "Ancora no, magari più avanti" affermo facendogli l'occhiolino, e lui mi risponde con un'occhiataccia. "Passami il telecomando avanti" chiede spostandomi sgarbatamente per prendere l'oggetto accanto a me "No, voglio vedere la partita" mi lamento afferrando il telecomando e mettendomelo dietro la schiena. "Non mi va di vedere la partita, so già come andrà a finire, non è in diretta" risponde seccato per poi alzarsi e chiudere la TV dal pulsante principale. "Ehy perchè l'hai fatto?" mi lamento alzandomi in piedi e puntandogli il dito contro, "E' tardi, domani dobbiamo svegliarci presto, va a prepararti per andare a letto, ti ho già mostrato la tua stanza" afferma con freddezza prima di sparire in corridoio. 'Ma che gli sarà preso adesso?' penso avviandomi verso la mia camera 'Questo ragazzo è un continuo cambiamento di umore, dovrebbe trovare un equilibrio' penso.

"Avanti Sam, muoviti, siamo già in ritardo! Ti avevo detto che saremmo partiti alle 6:00 non che ti saresti dovuta svegliare a quell'orario" mi rimprovera Antoine mentre io ancora assonnata finisco di mangiare i miei cereali "Ti do 10 minuti, se n...

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"Avanti Sam, muoviti, siamo già in ritardo! Ti avevo detto che saremmo partiti alle 6:00 non che ti saresti dovuta svegliare a quell'orario" mi rimprovera Antoine mentre io ancora assonnata finisco di mangiare i miei cereali "Ti do 10 minuti, se non sei fuori entro questo lasso di tempo ti lascio qui" dice stizzito prima di uscire e sbattere violentemente la porta. 'Gli uomini, vai a capirli' penso lasciando la tazza nel lavandino prima di avviarmi in camera a prendere le ultime cose. "Hai fatto?" mi incalza Antoine adesso dietro di me, sbuffo sonoramente lanciandogli un'occhiataccia "Sto arrivando" rispondo seccata infilando le ultime cose nella mia borsa "Puoi smettere di essere così lenta? Se continui di questo passo non arriveremo mai a Monterey?" mi rimprovera facendomi perdere le staffe. "E tu la smetti di essere così stronzo?" gli urlo in faccia "E' da ieri sera che mi tratti di merda! Si può sapere cosa ti ho fatto?" continuo puntandogli il dito contro. I suoi occhi si aprono di più e il suo sguardo da freddo e distante si anima un po', si avvicina a me leggermente per poi fermarsi di scatto chiudere gli occhi e stringere le mani in un pungo, per poi voltarsi indietro e sparire dietro la porta. "Dove pensi di andare?" lo raggiungo urlando "Ti ho fatto una domanda! Odio quando le persone mi ignorano" sbotto guadagnandomi una risata finta che mi fa salire ancora di più i nervi, "Certo, perchè la principessa è abituata a stare sempre al centro dell'attenzione" risponde con la stessa freddezza di prima, i suoi occhi solitamente limpidi come il cielo sono di un colorito più scuro e le sue labbra solitamente sempre piegate in un sorriso amichevole sono invece assottigliate in un'espressione apatica. "Fottiti" affermo sistemandomi nei sedili posteriori e mettendomi le cuffie alle orecchie, per tutta la durata del viaggio non voglio sentire nemmeno una volta il suono della sua voce, vedere i suoi occhi che tanto mi piacciono, o sentire il suono della sua risata che mi costringerebbe a cadere nuovamente ai suoi piedi.

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